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Mi sono sempre piaciute le stazioni. Quell'ammasso di gente che corre a destra e sinistra per prendere il treno giusto. Chi aspetta seduto, perché il mezzo è in ritardo di mezz'ora, ma comunque non perdono la speranza e non si stancano. Chi è già sui binari, impaziente di andare a trovare la propria famiglia o di tornare dagli amici di università.
Mi ha sempre affascinato tutto ciò. E tu mi prendevi in giro, quando a bocca aperta, entravamo in quella di Seul per andare a trovare tua sorella.
"Sembri un bambino" ripetevi sempre, prendendomi il mento tra le mani e ridendo.
Forse lo ero. Forse non ero ancora maturato abbastanza. Ma tutte quelle facce, avevano un aura misteriosa attorno che mi faceva venire voglia di parlare con ognuno di loro per conoscere le loro storie.
Ed è proprio lì che andammo quando festeggiammo il nostro primo mese assieme.
Era stato un mese caotico. Pieno di baci rubati, di amore nascosto, ma anche pieno di interrogazioni. Ci mancavamo a vicenda, pur essendo nello stesso posto. E lo sapevo bene, perché desideravamo un po' di tempo solo per noi, e Taehyung pensò a tutto, proprio quel sabato mattina.

"Non voglio farti i soliti auguri. Anzi, questa parola non deve uscire dalla bocca di nessuno dei due per tutto il giorno. Semplicemente prendiamo quel treno e poi scoprirai tutto" mi disse appena il nostro mezzo arrivò.
Non capivo il motivo della sua decisione, però la rispettai e, ansioso, salii assieme a lui.
Il viaggio fu carico di silenzio, perché Taehyung era perso in un libro probabilmente comprato in un negozio dell'usato, ed io avevo le cuffie nelle orecchie, mentre mi soffermavo più volte a guardarlo, senza che lui se ne accorgesse.

Ero davvero fortunato ad averlo, prima di tutto come migliore amico, poi come fidanzato. Trovati per puro caso, e ora se qualcuno ci vedesse, probabilmente morirebbe d'invidia.

Sapevo bene che quando Taehyung teneva ad una cosa, voleva vederla spendere, voleva che tutto fosse perfetto. Per questo motivo, non mi meravigliai molto quando quella mattina, mi venne a svegliare ad un orario piuttosto discutibile. Non che io mi fossi dimenticato il nostro mesiversario, ma lui aveva questa tendenza a dimostrare di saper far tutto, di poter dare qualunque cosa. Io lo sapevo bene, e non mi servivano determinate cose, se non un bacio. Perché i suoi trasudavano amore, mi facevano capire per quanto tempo mi avesse bramato, aspettato. E finalmente eravamo diventati una sola cosa.

"TaeTae" lo richiamai con dolcezza "Non parli perché non vuoi, o perché è successo qualcosa?" glielo chiesi con calma, perché il silenzio si stava prolungando per l'intera durata del viaggio, cosa che mi stava rendendo piuttosto nervoso.

"Jimin, stai tranquillo. Non voglio parlare perché credo che ci siano momenti in cui c'è bisogno di questo silenzio assordante che ti spacca i timpani. Avrai le tue risposte. Solo, non ora, va bene?" mi rispose, e con calma si spostò al mio fianco. Iniziò ad accarezzarmi lentamente il dorso della mano, e sorrisi a quelle piccole attenzioni che mi riservava.

"Va bene." gli dissi semplicemente, sporgendomi verso di lui, che capì le mie intenzioni; infatti, con fare furtivo, riuscì a rubarmi un piccolo bacio a stampo, tanto veloce che non sembrava essere vero. Risultavamo ancora impacciati e imbarazzati, ma avremmo imparato con il tempo, se fosse stato dalla nostra parte.

Dopo mezz'ora di strada, finalmente arrivammo, e Taehyung mi coprì le orecchie con le sue mani, in modo tale da non riconoscere il nome della fermata, annunciato dalla voce elettronica del treno. Mentre lo faceva, rideva come un bambino e mi mandava baci volanti, mentre io, ignaro di tutto, gli feci il broncio.

Intrecciò la sua mano con la mia, prese i pochi bagagli, e mi aiutò a scendere dal mezzo. Una folata di vento ci accolse e riuscì a riconoscerla immediatamente, ma non volevo illudermi, perché dalla stazione, non riuscivo ancora a capire il posto in cui eravamo arrivati.

 ᴛᴀᴋᴇ ᴍᴇ ʜᴏᴍᴇ; ᴘ.ᴊᴍ+ᴋ.ᴛʜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora