xiv. why did you kiss me

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SUBJECT THIRTEEN !
( WILL BYERS )

chapter fourteen | WHY DID YOU KISS ME

chapter fourteen | WHY DID YOU KISS ME

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WILL'S POV

Nonostante Ollie se ne fosse andato da casa mia da più di un'ora, le mie labbra sentivano ancora la sensazione di quando le sue mi avevano baciato. Non mi sarei mai scordato quel bacio, nemmeno se avessi desiderato dimenticarlo.

Era stato esattamente come me lo ero immaginato, se non addirittura migliore.
Non riuscivo a spiegarmi come avessi fatto a resistere tutti quegli anni senza sapere che cosa mi stessi perdendo.

Eppure Ollie era scappato.
Un'altra persona che si allontanava da me.
Dovevo assolutamente parlargli e chiedergli spiegazioni.

Perché mi aveva baciato?
Questa domanda continuava a vorticarmi in testa da quando si era teletrasportato, lasciando dietro di se parecchia confusione.

Non riuscivo a trovare una risposta: mi aveva baciato perché gli piacevo?
Ma se gli piacevo, perché se n'era andato via immediatamente, senza nemmeno lasciarmi il tempo di dirgli quando mi fosse piaciuto baciarlo?

Non appena si era teletrasportato nella mia stanza, Thirteen mi era sembrato davvero confuso. I suoi occhi vagavano da tutte le parti e pareva che non riuscisse a capire per quale motivo si trovasse lì. Lui aveva detto di non avere la minima idea del perché fosse finito nella mia camera e la cosa mi era sembrata strana.

D'un tratto realizzai che il fatto che Ollie si fosse materializzato davanti ai miei occhi poteva essere anche colpa mia.
Poco prima infatti, stavo pensando a lui.
Stavo pensando a quanto avrei voluto parlargli quel mattino a scuola, a quanto avrei voluto passare tutto il mio tempo assieme a lui, a quanto avrei voluto baciarlo e dirgli dei miei sentimenti nei suoi confronti.

E se fosse andata veramente così?
E se io, pensandolo così intensamente, avessi fatto in modo di averlo con me?
Ormai era chiaro che un qualche strano legame ci univa, un legame sovrannaturale, quindi non era un'ipotesi completamente stupida e insensata.

Dovevo parlargli.
Era necessario.
Avevo quella sensazione che se non ne avessimo discusso quello stesso giorno, avrei rischiato di perderlo per sempre.
E io non potevo permettermi di farmi scappare Ollie.

Quella sera decisi di andare all'Arcade.
Sapevo di trovare Oliver lì, dietro al bancone, perché me lo aveva detto lui stesso il giorno precedente mentre mi accompagnava a casa.

Dopo cena, uscii di casa e mi diressi verso la sala giochi. Arrivai lì e mi guardai attorno con titubanza. Un conto era pensare di fare una determinata cosa, l'altro era farla davvero.

«Will! Non pensavo di trovarti qui! Che sorpresa!» esclamò Dustin, sbracciandosi per farsi notare.
Alzai una mano per salutarlo e sorrisi timidamente.

«Ciao Dust, come va?»
«Male... Non riesco a battere il record di Max e questa cosa mi sta mandando fuori di testa! Comunque che ci fai tu qui?»
«Devo parlare di una cosa con Ollie... L'hai visto?»
«Si, l'ho visto giusto un minuto fa, credo che ora sia sul retro... Prova ad andare a cercarlo!»

Ringraziai velocemente il mio amico e mi diressi verso la zona riservata ai dipendenti dell'Arcade. Aprii la porta che conduceva sul retro e vidi un'ombra muoversi sul muro.

«Che cazzo, qui non si può entrare, è uno spazio riservato esclusivamente ai...» non appena il ragazzo si voltò, sentii il mio cuore fare un balzo nel petto.

Un ciuffo di capelli ribelli gli ricadeva sugli occhi, dandogli un'aria diversa e sbarazzina.
Con un gesto veloce se lo spostò dal viso e i suoi occhi mi fissarono attentamente.

«W-Will? Che ci fai qui?» mi domandò balbettando, guardando nervosamente un punto sulla parete della stanza.
Non riusciva nemmeno a guardarmi negli occhi.

«Penso che sia ovvio il motivo per il quale sono qui...» mormorai arrossendo, mantenendo fissò lo sguardo su di lui.
«Oh, già...»
«Non... Non hai nulla da dirmi?»

Ollie si toccò nervosamente i capelli, pensieroso, mentre io speravo solamente che non mi dicesse nulla che avrebbe potuto farmi soffrire.
Ero stanco di stare male.

«Sì, ho mille cose da dirti Will, ma non so nemmeno da dove iniziare...»
«Io inizierei con spiegarmi perché, dopo avermi baciato, te ne sei andato via senza dire nulla!»
«Perché stava arrivando tua madre... Che cosa le avremmo detto?»

Alzai gli occhi al cielo, sbuffando.
Mi stava raccontando una cazzata e non sopportavo che fosse lui a prendermi in giro.
«Ollie, dimmi la verità!»
«È quella!»
Scossi la testa e cercai di non fargli vedere quanto fossi deluso dal suo comportamento.

«Allora spiegami perché mi hai baciato!» esclamai arrabbiato, sentendo le lacrime già pronte ad uscire dai miei occhi.
Odiavo sentirmi in quel modo.

«I-Io...» il ragazzo non continuò la frase e abbassò lo sguardo.
«Che cazzo Ollie, non ci vuole tanto! Spiegami perché diavolo mi hai baciato!»
«Perché tu hai ricambiato il mio bacio?» mi chiese invece lui, appoggiandosi con stanchezza contro al muro, come se non riuscisse a tenersi in piedi.

«Non ha senso che tu risponda alla mia domanda con un'altra domanda!»
«Non sei l'unico che vuole sapere delle cose...»
«Okay, va bene, ho ricambiato il tuo bacio perché lo volevo! Vedi? Io ho le palle per dirti come mi sono sentito e che cosa ho provato!»

Il moro si mordicchiò le labbra, incrociando le braccia al petto.
«Io volevo solo vedere come fosse baciare un ragazzo, tutto qui...» sospirò alla fine, creando in me delle sensazioni che non provavo da molto tempo.

«C-Cosa?»
«Si, Will, che cosa credevi? Che mi fossi innamorato di te? Impossibile!»
«Già, immaginavo...» riuscii ancora a dire, prima di scappare da quella stanza.

Corsi il più velocemente possibile per l'Arcade, sentendo la voce di Dustin richiamarmi e dirmi di fermarmi, cosa che non feci.
Uscii dalla sala giochi e desiderai solamente di poter scomparire dal mondo, di non dover più soffrire.

Perché doveva piacermi Ollie?
Perché non potevo essere normale?
Perché mi sentivo completamente fuori luogo, in qualsiasi posto mi trovassi?

L'unico posto in cui mi sentivo veramente me stesso era assieme Ollie ma, anche questo, come era già destinato a succedere, non lo era più.

* * *
domani vado a strasburgo e devo ancora preparare tutta la valigia, bEnE

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