xviii. the dead girl

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SUBJECT THIRTEEN
chapter eighteen !

" THE DEAD GIRL "

" THE DEAD GIRL "

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WILL'S POV

«Ho fatto cose orrende nel passato, ma forse sono state loro a portarmi da te e a farmi capire perché noi abbiamo questo legame speciale... Lasciami spiegare e poi sarai libero di decidere se rivolgermi ancora la parola o meno... Non posso sopportare di perderti senza nemmeno provare a farmi perdonare e a raccontarti chi sono veramente, chi è veramente Oliver...» il moro mi guardò dritto negli occhi, facendomi sentire strano. Era serio, non stava scherzando, e la cosa mi spaventava ulteriormente.
«Che cosa hai fatto?» la voce mi tremava, mi sentivo nervoso e impaurito. Volevo dargli una seconda occasione, anche se ciò che stava per dirmi avrebbe potuto farmi stare anche peggio.

«Forse El non te lo ha mai detto, ma io prima di venire qui ero un casino... Anzi, lo sono tutt'ora, ma a Chicago ero anche un criminale...» mormorò lui imbarazzato, iniziando a rivelare pian piano il suo segreto.
«Beh, insomma, facevo delle cose di cui ora non vado assolutamente fiero... Certi vizi mi sono addirittura rimasti...»

«Ad esempio?» lo interruppi, curioso di sapere di più della sua vita.
«Rubo. Rubo parecchio. Il mio potere dell'invisibilità mi permette di farlo senza essere mai scoperto e mi è difficile smettere... Ma non è questo il punto! Il punto è che ero una cattiva persona...»

«L'hai già detto, possiamo andare avanti?» gli dissi scocciato, ricevendo da parte sua un'occhiata preoccupata.
«Umh, si certo... Come ti stavo dicendo, ho fatte delle cose orribili e, al solo pensiero, mi vengono i brividi... Certe cose sono stato forzato o addirittura obbligato a farle, altre le ho fatte di testa mia...»

«Senti, Oliver, non mi interessa la tua storia, arriva dritto al punto!» esclamai con un tono arrabbiato, nonostante ciò che il ragazzo stesse raccontando mi interessava eccome. Mi interessava Ollie e basta.

«Una persona è morta e io non sono riuscito ad impedirlo. Una persona Will, una persona in carne ed ossa. Forse, se fosse stato uno sconosciuto, un uomo cattivo o un assassino, non mi sarei sentito così tanto in colpa. Eppure, quella persona la conoscevo fin troppo bene... Si chiamava Annabeth, faceva parte della mia stessa gang...»

Nonostante quella ragazza fosse morta, riuscii a provare gelosia nei suoi confronti. Ero geloso dei momenti che aveva passato con Ollie ed ero ancor più geloso del fatto che Ollie fosse tutt'ora profondamente legato a lei. Mi sentii in colpa per aver provato tali sentimenti.

«Mi dispiace Oliver... Però non capisco, tutto questo che cosa ha a che fare con me? Perché siamo arrivati a parlare di questo quando la mia domanda iniziale era "come fai a sapere che io sono stato posseduto dal Mind Flayer"?»
«Devi lasciarmi finire la storia, ti chiedo solo questo, Will...» mi chiese in lacrime, lasciandomi interdetto. Non pensavo che fosse un argomento così serio e delicato. Annuii velocemente e lo invitai a continuare a parlare.

«Nel 1984, se Eleven non fosse tornata per aiutarvi a sconfiggere il Mind Flayer e a chiudere il gate, oggi non saresti vivo, lo sai questo, vero?»
«Si, questo lo so ma...»
«Eleven non sarebbe mai dovuta tornare a Hawkins, lei era uno dei membri più potenti della gang assieme a me e a Kali... Lei era troppo importante per il nostro capo, sai?» Oliver fece un grande respiro, abbassando lo sguardo. Stava per iniziare la parte peggiore, me lo sentivo.

«Lei è tornata perché io ho fatto un sogno e in questo sogno c'eri tu. All'inizio non avevo la più pallida idea di chi fosse il ragazzo che continuavo a sognare ogni notte e non pensavo che quegli incubi potessero essere importanti... Un giorno ne parlai con El e lei mi spiegò che i suoi amici erano in pericolo e che doveva ritornare a Hawkins. Mi spiegò che uno di loro si trovava in gravissimo pericolo ma non mi disse nulla su chi fosse. Solo ritornando anche io qui, a Hawkins, ho realizzato che quel ragazzo eri tu!»

«Ollie, io non-»
«Come ti ho già detto, El non sarebbe dovuta tornare, anzi, non poteva. Il nostro capo si arrabbiò moltissimo quando gli spiegammo la situazione, tu non hai nemmeno idea... Eleven, ovviamente, non lo ascoltò e mi chiese di coprirla mentre lei andava a prendere il primo pullman per l'Indiana...»
«E poi, che cos'è successo?» avevo il fiato sospeso anche se sapevo già come sarebbe andata a finire l'intera vicenda.

Finalmente alzai lo sguardo e osservai Ollie.
Sembrava distrutto, come se raccontare quella storia gli stesse costando una fatica immensa.
Probabilmente io ero il primo con cui si confidava di tutto ciò e, nonostante fossi ancora arrabbiato con lui, mi avvicinai e lo abbracciai, appoggiando il mento sulla sua spalla.

«Quando il nostro capo scoprì che Eleven era scappata... Beh, impazzì. Andò fuori di testa e iniziò a prendersela con tutto ciò che aveva attorno. Kali... Kali cercò di fermarlo o almeno di provare a calmarlo, ma lui non aveva intenzione di smettere... Così, quando il suo sguardo cadde su Annabeth, non esitò un secondo a colpirla con tutte le forze che aveva...»

La sua voce si spezzò e delle lacrime iniziarono a scivolargli lentamente sulle guance arrossate.
«Annabeth faceva parte della nostra gang ma non possedeva alcun potere. Era una ragazza come tante altre, gentile e simpatica ma con una famiglia composta da criminali... È così che è entrata nel nostro giro... A quanto pare non era l'unica ad avere dei genitori di merda!»

Appoggiai la mia mano sopra la sua, come quel giorno in classe. Speravo di dargli fiducia e di aiutarlo a confidarsi.
«Comunque quel giorno lei cadde a terra e il mio capo continuò a picchiarla, a picchiare anche me e Kali... Quando Kali riuscì finalmente a distrarlo e quando io lo colpii dopo essere diventato invisibile, Beth non respirava già più...»

Il sangue si ghiacciò nelle mie vene e sul mio volto si formò un'espressione sconvolta.
«Mi dispiace tanto Ollie...»
«Alcuni giorni dopo, quando le acque si furono calmate, sognai di nuovo questo ragazzo. I suoi tratti erano indefiniti ma si trovava senza dubbio nel sottosopra. Per qualche strana ragione mi convinsi che quel ragazzo fosse in realtà Annabeth, che vagava senza meta nell'altro mondo. Così, dopo aver cercato ininterrottamente per tre giorni, trovai a Chicago un'entrata per il sottosopra...»
«Esiste un'altra entrata?» gli chiesi sorpresa, pentendomene subito dopo. Come si faceva ad essere così insensibili?

«Sì, esisteva. Adesso non c'è più, l'ho chiusa subito dopo esserne uscito. Ci ho pensato parecchio e c'è questa teoria che mi galleggia in testa da alcuni giorni... Probabilmente quel ragazzo nel sottosopra eri tu, Will. Mi ricordo di aver toccato il braccio e di aver realizzato che quella figura non fosse Annabeth. Tu per caso rammenti qualcosa?»

I suoi occhi umidi color ghiaccio si incastrarono nei miei, facendomi sentire troppo vulnerabile. Ora non mi restava che ricordare di uno dei momenti più brutti della mia vita.

* * *

tre anni per aggiornare, scusatemi.
è solo che la situa si sta complicando e volevo che avesse un minimo di senso..
che ne pensate del capitolo?
ps: aggiornerò una volta tornata dalle vacanze credo

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 25, 2019 ⏰

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