xii. zombie boy

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SUBJECT THIRTEEN !
( WILL BYERS )

chapter twelve | ZOMBIE BOY

chapter twelve |  ZOMBIE BOY

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WILL'S POV

Mi svegliai di soprassalto e mi guardai attorno confuso. Stavo ancora sognando oppure no?
Ultimamente i miei sogni erano sempre più vividi e avevo continuamente il terrore di confonderli con la realtà.

La scorsa notte era stato strano: avevo sognato Ollie come ogni sera e, quando mi ero svegliato, il ragazzo era ancora lì davanti a me.
Era vestito diversamente rispetto al sogno e aveva parecchio sangue che gli colava dal naso.

Non riuscivo a capire il collegamento tra i due sogni e tutto questo mi faceva impazzire ancora più.

Arrivai alla decisione che avrei raccontato ad Ollie dei miei sogni su di lui.
Sapevo che sarebbe stato uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita, ma avevo anche bisogno di capire che legame ci fosse tra di noi.
E se anche lui mi sognava ogni notte?
Dovevo saperlo.

Provai a ragionare e pensai che magari il nostro legame era anche dovuto alla mia esperienza nel Sottosopra.
Okay, era deciso, quel mattino gliene avrei parlato in classe o nei cambi d'ora.

Mi cambiai in fretta, feci colazione e andai in cucina, dove mio fratello era già lì ad aspettarmi.
«Pronto?» mi chiese impaziente, uscendo salutando velocemente nostra madre.
Salimmo in macchina e in poco tempo arrivammo davanti alla mia scuola.

Salutai Jonathan, che ripartì immediatamente sgommando, e mi diressi verso l'entrata del liceo.
«Will!» Max mi venne incontro con un sorriso, accompagnata come al solito dal suo ragazzo Lucas.

«Ciao ragazzi! Avete per caso visto Ollie?»
«Mh, no, io non l'ho ancora visto stamattina... Magari è in ritardo! Perché?» mi rispose il ragazzo, appoggiando un braccio sulla spalla della rossa.
«No niente, dovevo solo dirgli una cosa, ma nulla di importante...»

Entrai nel liceo e mi diressi verso il mio armadietto. Presi il libro e il quaderno di scienze e posai quelli che non mi servivano.

«Will, eccoti!» esclamò Mike, appoggiandosi contro l'armadietto di fianco al mio.
«Ehi Mike, come va?»
«Tutto bene, ieri sera ho ripassato ancora un'ultima volta matematica, speriamo che oggi vada bene...»

«Cazzo! Matematica!» esclamai, ricordandomi solo in quel momento della verifica di quel giorno.
«Te ne eri dimenticato?»
Con tutta la faccenda di Oliver e con le mie visioni mi ero completamente scordato di aver anche una vita "normale".
«Si! Oddio...»
«Stai tranquillo, vai benissimo in tutte le materie, andrà alla grande anche questa verifica!»

Con titubanza, lo seguii nella classe e mi sedetti al mio solito posto.
«Ma, hai per caso visto Eleven stamattina? Il suo banco è vuoto...» si girò Mike, seduto davanti a me.
«No, e non ho visto nemmeno Ollie... Sarà successo qualcosa?»
«Non ne ho idea, magari oggi pomeriggio faccio un salto a casa loro...»

La mattinata si concluse tra verifiche e spiegazioni.
Quando suonò l'ultima campanella, quella che segnava la pausa pranzo, feci un sospiro di sollievo.

Mi stavo dirigendo verso la mensa quando, nel corridoio principale, andai a scontrarmi con Troy e James, due ragazzi che ce l'avevano a morte con me e i miei amici.

«Oh, ma guardate tutti chi c'è, zombie boy!» esclamò il più basso dei due che, nonostante non fosse così alto, mi superava di parecchio.

«Non vi siete ancora stufati di chiamarmi così? Dio, è dalle medie che mi prendete in giro con questo soprannome, siete talmente scemi che non riuscite a trovarmene un altro?» gli risposi a tono, trovando da qualche parte nascosta dentro di me un po' di coraggio.

I due spalancarono gli occhi, non aspettandosi una mia risposta. Attorno a noi si stava accumulando gente, ma tra questi non c'era nessuno dei miei amici.

«Ah si? Allora che ne dici di checca di merda? Lo preferisci?» intervenne Troy, facendomi salire un groppo in gola.
Sentii delle risatine e alcuni che dicevano ai due bulli di smetterla, ma non mi interessava, ormai il danno era stato fatto.
Avrei dovuto starmene zitto.

Me ne andai via in fretta e mi chiusi in bagno, trattenendo le lacrime.
Certe volte mi convincevo davvero di essere "zombie boy": sarebbe stato tutto più facile così.

Ero vivo per miracolo e a volte pensavo che questo non sarebbe mai dovuto succedere.
Perché ero lì se mi sentivo completamente fuori posto?

In quel momento avrei voluto sparire dalla faccia della terra.
Ero davvero una checca?
Il fatto che mi piacesse da morire Ollie mi rendeva un bersaglio ancora più facile a Troy e a James?

Singhiozzai, sentendo la porta del bagno aprirsi cigolando. Mi pulii in fretta il viso dalle lacrime e osservai la figura del mio migliore amico venire verso di me.

Non mi disse nulla e si limitò ad abbracciarmi.
«È tutto okay Will...» mormorò Mike sulla mia spalla, facendo si che le mie lacrime ricominciassero ad uscire.

«No, nulla è okay. Io non sono okay, sono tutto sbagliato...» mormorai tremando, senza avere il coraggio di guardare il mio amico negli occhi.
«Solo perché ti piacciono i ragazzi non vuol dire che tu non vada bene!»

Mi sentii in imbarazzo e mi scostai.
«Come lo sai?»
«Beh, in realtà lo avevo già immaginato da un po'... E quando è arrivato Ollie ad Hawkins ne ho avuto la certezza...»

Mi strinsi nelle spalle e guardai il pavimento sporco del bagno.
«Davvero Will, chi ti piace non determina che tipo di persona sei... Sei un ragazzo fantastico, sei il mio migliore amico e...» Mike non ebbe tempo di finire il suo piccolo discorso perché Lucas e Dustin entrarono dalla porta.

«Will! Abbiamo sentito che cosa è successo! Quei due pezzi di merda la pagheranno, puoi scommetterci!» disse risoluto Lucas, con uno sguardo infuocato.
«Si la pagheranno cara, cazzo! Sai cosa potremmo fare? Chiedere a Eleven e a Thirteen di fargli qualcosa! A proposito, dove sono quei due?»

Uscimmo dal bagno tutti e quattro assieme e me ne tornai mestamente in classe.
Aspettai con ansia la fine delle lezioni, così da potermene tornare a casa.
In quel momento volevo semplicemente coricarmi sul letto e ricominciare a piangere.

* * *
nel prossimo capitolo mi amerete (se non lo fate già loool)

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