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CARLOS

Flashback

In casa mia non abbiamo la televisione, mamma e papà non hanno abbastanza soldi, dicono che siamo poveri. Viviamo in una stanza, che usiamo per tutto. Ci sono due materassi per terra, una cucina a gas, una bacinella che mamma usa come lavandino. Non abbiamo un tavole e le sedie come i vicini. Loro hanno più cose, anche una televisione. A volte esco sul pianerottolo del palazzo e appoggio l'orecchio alla loro porta per sentire la televisione. Alle 20 c'è un programma che fa ridere. La mia mamma litiga sempre con il mio papà, molte volte lui la picchia e poi mi sbattono fuori perché devono fare sesso.
Mi costringono a stare sul pianerottolo, ma io non vorrei perché sento tutto. Non mi piace sentire le urla della mamma e papà che le dice parole sporche.
Sono le due di notte e io sono ancora qui fuori. Il mio stomaco brontola perché ho tanta fame. Ho paura di dirlo ai miei genitori perché loro si arrabbiato, dicono che sono abbastanza grande per cercarmi il cibo da solo.
Ogni tanto mi chiedo se tutti i bambini sono come me. Anche loro non hanno vestiti e usano sempre gli stessi pur essendo strappati e sporchi? Anche loro non mangiano per giorni? Anche loro vengono mandati a rubare? Penso di si, anche perché quelli che conosco fanno le stesse cose che faccio io.
Appoggio la testa sul muro e  con le unghie gratto allargando ancora di più il buco sulla parete. È il foro di un proiettile, un giorno un signore voleva uccidere il nostro vicino e ci è andato vicino. L'ha colpito alla spalla mentre scendeva le scale e io ho sentito tutto perché ero in casa.
Ho avuto tanta paura perché ero solo e non sapevo cosa stava succedendo.
Ho fame, non riesco a pensare ad altro. In casa non c'è mai niente, neanche un pezzo di pane e anche se ci fosse mamma lo lascerebbe a papà. Lei dice che devo ringraziare che ho ancora un posto dove dormire. Continua a ripetere sono uno scherzo della natura, che non servo a niente.
Cerco sempre di fare quello che dice, ma lei non è mai contenta. Mi urla sempre e dice che mi odia, ma io non le ho fatto niente.
Non dovevo nascere, ma sono nato.
Voglio vivere, ma non posso scegliere di vivere.

Mi sveglio, sono sudato e il cuore batte forte.
Merda. Di nuovo i ricordi. Era da tempo che non ne avevo.
Quella parte non esiste più, ora sono padrone di me stesso e nessuno può farmi del male. Nessuno.
Jennifer si muove, sta per svegliarsi. Tengo gli occhi chiusi, la sento sospirare. Adesso si che ci sarà da divertirsi. Darà di matto quando si renderà conto dove si trova.

JENNIFER

Apro gli occhi. La testa mi gira, ma è quasi piacevole. Non ricordo molto della sera precedente, o forse non voglio ricordare per non avere sensi di colpa. Mi stiracchio allargando le braccia, ma sfioro un corpo caldo.
Santo cielo sono nella camera di Carlos!

Come sono arrivata fin qui

Ho la bocca impastata e nella mia testa regna la confusione. Non trovo il coraggio di voltarmi verso di lui, non so come affrontare la situazione. Potrei sgattaiolare via, magari dorme ancora. Ecco, potrei vestirmi al volo e sfrecciare lontano sulla mia moto.

Guardo il soffitto e strizzo gli occhi.

Come accidenti sono finita in questa situazione?

Ok, non è stato lui a uccidere mio figlio, ma perché ora dovrei vederlo sotto un'altra luce? È pur sempre un trafficante di pietre preziose, lui vive nell'illegalità.

Sono davvero sicura che sia lui quello sbagliato? 

Le confidenze di ieri sera mi hanno destabilizzato. Dentro di me è scattato qualcosa che non so spiegarmi. 

DARK MAN (Serie Falco Vol.1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora