Nuovo aggiornamento. Buona domenica e grazie di cuore per tutto💕.
Jennifer
Una mano calda si posa sulla mia schiena, apro gli occhi ed è ancora buio. Mi volto verso Carlos e lui si avvicina, mi bacia. Gli ho permesso di prendersi cura di me, di trattarmi come una bambina piccola bisognosa di cure, per due settimane.
Ogni giorno mi chiedo che senso ha rimanere. Mi chiedo cosa voglio fare della mia vita, ma il problema è che al momento non ho uno scopo. Sono bloccata, priva di forze, non riesco a combattere, ad andare avanti.
«Parlavi nel sonno», dice, mentre le sue gambe si intrecciano alle mie.
«Cosa dicevo?».
«Non si capiva.»
So che sta mentendo, non vuole che sappia cosa ho detto mentre dormivo.
Mi rannicchio su me stessa infilando la mano sotto il cuscino. Sento il suo peso sul materasso che si muove e poi accende la luce.
«Devo farti una confessione», mi sussurra all'orecchio.
Rimango in silenzio e aspetto.
«Sapevo che non eri Valentine Harper.»
«Cosa?», chiedo con la bocca impastata.
Sorride appena. «Pensavi veramente di potermi fregare?».
Lo guardo storto mentre lui sembra soddisfatto per la sua furbizia.
«Quando l'hai scoperto?».
«Dopo due giorni. Eppure quando sei entrata nel mio studio, ho fatto finta di crederci. Volevo capire cosa spingeva una donna come te ad entrare nel mio giro. Non mi era mai capitato e la cosa mi incuriosiva.»
Fantastico. Lui sapeva che non ero Valentine.
«Come hai scoperto chi ero veramente?», gli chiedo nascondendo metà del viso sotto il lenzuolo.
Ci guardiamo negli occhi e l'atmosfera sembra rilassata.
Stiamo parlando come due persone normali e lui non sembra arrabbiato.
«Segreti del mestiere», risponde sollevando le spalle.
«E ora che sai chi sono, cosa succede?».
Attira il mio corpo a sé e mi tiene ferma avvolgendomi con le sue braccia.
«Ho sempre bisogno di un pilota e poi, non è male averti intorno.»
Cerco di allontanarlo spingendolo sul petto, ma la mia forza in confronto alla sua è niente.
«Non sono più interessata e voglio andarmene.»
«Tu rimani. Fine della storia», ribatte severo. Combatto con tutte le forze nel tentativo di liberarmi, lo sento ridere mentre aumenta la presa e allora faccio l'unica cosa che mi rimane da fare, lo mordo sulla spalla conficcando le unghie sulla sua schiena.
«Così ti voglio, violenta», commenta a cavalcioni su di me.
«Lasciami Carlos», strillo continuando a dimenarmi.
Mi afferra le braccia e poi le sbatte sul letto ai lati del mio corpo, tenendomi ferma.
«Se no cosa mi fai, angelo?», chiede, con lo sguardo infuocato, piegandosi in avanti. Con i denti morde il reggiseno, in mezzo ai seni e tira come un animale feroce fino a strapparlo.
«Potrei sempre cambiare idea e ucciderti.»
Storce il naso, ma non ribatte. Scivola con la lingua verso il perizoma e poi solleva lo sguardo verso di me.
«Uccidimi se vuoi, ma tu vai dove vado io, in ogni caso», dice per poi mordermi il sesso.
Merda. Il desiderio si fa avanti e inarco la schiena.
Una volta liberatosi del poco tessuto che mi copre, la sua bocca si avventa sul mio sesso. Gusta il mio sapore impaziente e io lo lascio fare. Gli accarezzo i capelli in preda all'eccitazione, ma proprio sul più bello lui si ritrae eliminando il contatto.
«Spogliami», ordina con voce carica di desiderio.
Santo cielo, le mie mani si muovono, gli tolgono l'unica cosa che lo copre, i boxer. Mi divarica le gambe, posizionandosi tra di esse e mi solleva i fianchi.
«Carlos.»
«Lo so, è fantastico», risponde penetrandomi con forza.
Inarco la schiena aggrappandomi alle lenzuola mentre le sue mani mi afferrano le natiche spingendomi verso di lui, fino ad arrivare in profondità dentro di me.
«Apri gli occhi, angelo», ringhia. «E toccami.»
La sua voce profonda scorre dentro di me, proprio come il sangue nelle vene.
Apro gli occhi ritrovandomi nei suoi, quell'azzurro intenso che è come un incantesimo. Le mie mani gli accarezzano il viso, scendono sul collo e molto lentamente scivolano sul petto, con le dita premo sulle costole e poi scivolo sulla sua schiena, andando a toccare le cicatrici.
Lui spinge, i suoi affondi diventano più potenti e mi sembra di andare a fuoco. Ansimanti, e con gli occhi che si parlano ci abbandoniamo all'orgasmo. I suoi movimenti rallentano mentre appoggio la fronte sulla sua spalla, ma non si ferma del tutto. Mi bacia il collo e sussurra: «Mi paraíso.»
Lo stringo forte, come a voler confermare che anche per me lo è. Non riesco a pensare, perché lui tiene occupata la mia mente, non mi lascia riflettere perché mi farei prendere dal panico.
Si muove dolcemente mentre entra ed esce, mi accarezza la schiena, risale sui capelli e poi appoggia il palmo sulla mia guancia.
Non so definire ciò che c'è tra noi, ma è qualcosa di sconosciuto, potente e cosa peggiore, sembra impossibile da distruggere e dimenticare.
Forse è per questo che alla fine non riesco a prendere una decisione tutta mia. Lascio che sia lui perché mi va bene così.
Lui è sbagliato, io sono sbagliata. Solo un folle potrebbe rimanere sapendo che sarebbe la sua fine e noi siamo folli.
«C'è rumore», dice fermando i suoi movimenti.
«Cosa?».
«I tuoi pensieri fanno rumore, li sento», ribatte con lo sguardo serio.
Mi capisce perché siamo molto più simili di quando credessi.
«Carlos.»
«La risposta è sempre no», dice incazzato.
Esasperata sospiro, mi sposto di lato e guardo fuori dalla finestra.
«Non ho uno scopo, non so cosa fare della mia vita e non posso pensare di rimanere chiusa qui dentro per il resto della mia vita.»
Lui non risponde, sento il suo peso che lascia il letto, ma non mi volto e continuo a parlare.
«Sappiamo entrambi che non possiamo...andiamo, siamo distruttivi insieme.»
Si porta davanti a me e sollevo lo sguardo.
«Lo so, siamo il diavolo e l'acqua santa, ma possiamo modificare le condizioni», commenta deciso.
Vuole modificare le condizioni pur di avermi qui. Non riesco a respirare, un pensiero si fa sempre più avanti, ma cerco di cacciarlo via. Non è possibile. Lui non prova niente per me, sono solo una sfida.
Ci fissiamo e poi dico. «Non voglio rimanere.»
«Dove ti piacerebbe andare?».
Sollevo le spalle e abbasso lo sguardo.
«Non lo so, un posto dove ricominciare. Forse potrei tornare a insegnare, ricostruirmi una vita anche se non so da dove iniziare.»
Lui si abbassa sulle ginocchia e prende le mie mani tra le sue.
«Potresti insegnare ai miei ragazzi. Potresti ricominciare qui, accanto a me.»
Sollevo lo sguardo, i suoi occhi sono luminosi. Sembra molto convinto di ciò che dice.
«Perché vuoi a tutti costi che rimanga, Carlos?».
Mi pento subito della domanda, ma ormai è tardi per tornare indietro.
Avvicina le mie mani alla bocca e poi le bacia senza distogliere lo sguardo dal mio.
«Ancora non l'hai capito?», chiede a bassa voce.
Trattengo il fiato perché dentro di me conosco la risposta, ma non voglio accettarla.
Mi sento tesa e non mi piace. Quando ho a che fare con lui, e come se una parte di me che credevo morta si risvegliasse.
«Oh, si che lo sai, ma preferisci mentire a te stessa», continua.
Ritiro le mani indietro di scatto e dico: «non puoi essere serio. Io e te insieme? Sai meglio di me che sarebbe l'inferno sceso in terra. Non mi conosci veramente, hai visto solo ciò che io ho voluto farti vedere.»
Lui sorride e poi si sdraia sul letto dandomi le spalle.
«Cosa stai facendo?», chiedo sorpresa.
«Dormo e al mio risveglio mi aspetto che tu dica la verità. Al contrario di quello che pensi io so come sei ed è anche il motivo per cui ti voglio nella mia vita, Jennifer.» Si copre con il lenzuolo e preme l'interruttore, spegnendo la luce.
«Carlos», lo chiamo sconcertata, ma lui non risponde. «Guarda che me ne vado, non sto scherzando.»
«Ho capito, ora dormi che domani andiamo al villaggio a dare la notizia», risponde.
«Quale notizia?».
Lui sbuffa.
«Sarai l'insegnante di lingue. Eccoti il tuo nuovo inizio.»
«Tu non puoi farlo, spetta a me decidere», protesto irritata, sdraiandomi accanto a lui.
Si gira verso di me e con la mano mi attira a sé facendo aderire i nostri corpi nudi.
«In questo momento non sei in grado di decidere niente, cerco solo di darti una mano. Fidati di me e lasciami fare», dice con gli occhi chiusi, o almeno credo, non riesco a vederlo in viso.
«Carlos, io...», cerco di parlare, ma la sua mano mi tappa la bocca.
Questa storia deve finire, non può comportarsi in questo modo. Gli mordo la mano, i denti si conficcano nella sua carne.
«La risposta è sempre no. E giusto perché tu lo sappia, quando diventi violenta mi ecciti ancora di più», dice divertito con una punta di malizia.
Lascio andare la sua mano e nel buio guardo in sua direzione. Sono senza parole, non so cosa dire.
«Ora abbracciami e dormiamo, domani sarà una lunga giornata», dice mentre intrufola la gamba in mezzo alle mie.
Sospiro stanca, per stanotte lascerò perdere.
«Sei irritante», borbotto nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
«Anche tu. Siamo perfetti insieme», risponde mentre mi accarezza i capelli.
Chiudo gli occhi respirando a fondo ed è sorprendente com'è comoda questa posizione. Il calore del suo corpo, il battito forte del cuore e il suo respiro regolare mi fanno sentire protetta.
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DARK MAN (Serie Falco Vol.1)
RomanceLui è il veleno, lei la sua condanna. Si dice che anche il diavolo tema l'ira di una donna, ma non Carlos. Valentine Harper, scenderà a patti con il diablo pur di raggiungere il suo scopo. Dovrà fare i conti con la personalità contorta dell'uomo e...