LA SENSAZIONE È FANTASTICA.

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Finito l'abbraccio ci guardiamo e sento dell'imbarazzo da parte di entrambi. "Allora continuiamo ad ascoltare la musica oppure guardiamo un film" mi dice per cercare di non farmi pensare a mia madre e al discorso di prima su mio... su Greg. Non mi va, anzi non ce la faccio prorpio a chiamarlo papà, " Allora? Ci sei?" dice preoccupato, "Si... ci sono... ehm...", non so cosa dire insomma non mi sento molto carica, sono le otto di sera e vorrei farmi una bella passeggiata, successivamente una doccia calda e a nanna. Come se mi avesse letto "nuovamente" nel pensiero " Sennò vuoi fare un giro?" chiede insicuro, "Direi che è un ottima idea" rispondo abbastanza contenta. Ci prepariamo, o almeno io mi preparo, un super cappello, una super sciarpa, un super cappotto...mancano solo i guanti, che non ho e mi pento di non averli presi su stamattina... aspetta che dico, casa di Cole è attaccata alla mia, basta che trovo le chiavi e passo a prenderli. Mi giro e mi stupisco del fatto che con -3° lui abbia solo il cappotto. È bello lo stesso ehh per carità ma fa freddo. "Ehi, che ne dici di coprirti un po' guarda che fuori fa freddo; non ho voglia di girare con un ghiacciolo" dico ridendo contagiandolo. "Tranquilla, il muscolo mi tiene caldo." Dice con aria spavalda e vantandosi di quello che ha sotto la maglietta. "Ok..." dico "Io però vorrei andare un attimo a casa;" "Perché?" dice preoccupato, come se pensasse che non voglia di stare con lui, ma non è così, insomma ho voglia di stare con lui, " Tranquillo è solo perché voglio prendere i guanti, non voglio congelarmi le mani tutto qui" dico rassicurandolo, cavolo senbriamo una coppia di sposini. " Non ce ne sarà bisogno" dice sorridente "Perché? Ma ho freddo" mi lamento. "Non ce ne sarà bisogno perché ci sono io", continuo a non capire. Usciamo e continuo a guardarlo male e lui ha capito che lo faccio perché non mi ha accompagnata a casa e mi ha praticamente costretta a non coprirmi le mani, che stanno congelando. "Veramente non ce la posso fare" dico mettendo le mani nelle tasche sperando che congelino meno. Lui mi prende le mani e me le mette nella tasca del suo cappotto e rabbrividisco al contatto. "Meglio?" dice con un sorriso gentile con sempre quelle fossette protagoniste. Ormai penso di esserne dipendente. "Dove andiamo?" chiedo curiosa. " Ti ricordi quel parco al centro di Seattle dove abbiamo fatto le montagne russe?" Sorrido perché mi ricorda della nostra foto che conserva e perché mi ricorda di quella giornata meravigliosa prima che tutto iniziò. "Scherzi vero?!" chiedo stupita, quel parco sarà a 60km da qui io mi rifiuto categoricamente di andarci a piedi e con questo freddo. "No, però non pensare che andiamo a piedi o in macchina, ci andiamo in treno." "Perché?" chiedo stupita nuovamente "Ci deve essere per forza un motivo per fare qualcosa?" Chiede, e capisce la risposta con il mio sguardo. "Tranquilla 35 minuti nemmeno e arriviamo" dice tutto carico. Mi mancava fare qualche stupidaggine, ma più di ogni altra cosa, più di tutte, mi mancava sentirmi viva e libera. La sensazione è fantastica.

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