ALMENO PER STASERA.

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"Ciao Gwen!" rispondo tutta emozionata, non la sento da un po' e anche se siamo state insieme una sola giornata, la considero comunque un'amica. "Ciao Mia come stai?" "Direi che ne potremmo parlare davanti ad un caffè da Starbucks!?" dico sperando che accetti, ho voglia di vedere una persona che ci tiene veramente a me. "10 minuti e ci sono" ci salutiamo e interrompo la chiamata. Gwen è un'amica quindi posso anche vestirmi comoda senza impazzire per trovare qualcosa di carino. Dopo accurati minuti di ricerca, (si fa per dire), metto un paio di leggins neri e una felpa grigia, mi lego i capelli in una coda un pochino disordinata e mi metto giusto un filo di mascara. Infilo le mie converse bianche basse, le allaccio ed esco di casa. Starbucks è vicino casa fortunatamente quindi non sarò in ritardo, o almeno spero. Appena entro la vedo seduta in un tavolino che mi aspetta, cavolo sono in ritardo. Sono sempre in un ritardo fottuto. Appena si gira e mi vede mi viene incontro abbracciandomi così forte, da farmi a momenti cadere. "Gwen ciao, da quanto tempo" dico sorridendole. "Già penso siano quasi 3 mesi"; non mi ero accorta che fosse passato tutto questo tempo, pensavo qualcosa di meno. "Allora, gira voce che tu e Cole..." la interrompo subito, non voglio parlare di lui oggi. "E tu come lo sai?" cerco di cambiare argomento, a veder se magari si parla di lei e non di me, non mi piace stare al centro dell'attenzione, e questo si era notato. "Beh sai alla Seattle City School non si parla d'altro." la guardo storto, sapevo che avesse la mia età, ma pensavo che "come me" lei avesse deciso di interrompere la scuola per andare a lavorare. E solo li mi viene in mente della libreria. Come se mi avesse letto nel pensiero mi risponde, "Ah ecco io lavoravo nella libreria per pagarmi la scuola dato che quello stronzo di mio padre ha smesso di pagarmi la retta e mio nonno non ce la fa da solo. E la libreria la stanno sistemando se volevi saperlo". Wow io e questa ragazza siamo più simili di quanto sembra. "E tua madre? Lei non ti aiuta?" "Mia...mia madre è morta" mi dice quasi sussurrando. Stupida, stupidissima me. Ma che ho per la testa. Sono una stupida. "Io...Scusami non volevo, non lo sapevo..." "Tranquilla, non lo sapevi, comunque non cambiamo discorso." La guardo confusa, non capisco cosa intende. "Dai lo sai tu...Cole...fidanzati..." la guardo e non so se dirgli tutto, ma alla fine decido di fidarmi, non sono tutti come Cole al mondo. Gli racconto tutto, del primo giorno di stage che è stato lui ad accompagnarmi, perché aveva insistito mia madre, del nostro primo bacio, del nostro bacio mancato, delle montagne russe, del fidanzamento e della scommessa. Quella stupida scommessa che ha rovinato tutto. Anzi no, non ha rovinato niente, perché non ce stato niente. Era tutto finto non c'è stata nessuna relazione, perché è nata da un qualcosa di finto. Solo io lo amavo, tutto il resto era finzione. Ha vinto il suo premio, spero sia felice adesso che ha vinto la sua stupidissima scommessa. "Non ci credo. Cioè negli ultimi 3 anni è diventato il ragazzo più popolare della scuola, quello che tutte volevano, andava con una ragazza diversa ogni sera. Era il tipico stronzo è vero ma non pensavo che arrivasse addirittura a scommettere sulle ragazze. Questo mai!" Se solo sapesse che lo conosco da sempre. Come ha potuto. Mi conosce da quando eravamo piccoli, stavamo sempre insieme. Come ha potuto scommettere proprio su di me? Insomma io ero la sua Mia, eravamo come fratelli, mi ha tradita nel profondo. Sono sconvolta. Dopo aver parlato del più e del meno, e dopo aver bevuto un bel cappuccino torniamo a casa mia. L'ho invitata, non volevo tornare a casa e deprimermi. " Senti tu hai bisogno di divertirti quindi chiamo un po' di amici e prendiamo una pizza, vi conoscete e facciamo qualche gioco ti va?" L'idea non è male così mi limito ad annuire, stasera voglio pensare solo a svagarmi. "Dai facciamoci un po' belle" mi dice ridendo Gwen. Sono contenta che sia qui. Saliamo di sopra e ci prepariamo. Spero di dimenticarlo, almeno per stasera. Dentro la mia testa mi ripeto però che non dovrò fare tardi perché domani avrò scuola. È tutto il giorno che ci penso. Ora basta! Mi divertirò e magari conosceró un ragazzo bello, simpatico... anche se penso che non sarà mai come Cole. È impossibile, nessuno sarà mai come lui. E ancora una volta non capisco perché io stia ancora pensando a lui. Devo veramente togliermelo dalla testa. E ci riuscirò.  Per me stessa, me la merito la felicità.

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