Mi sveglio di colpo a causa del rumore delle rotaie, vedo che la maggior parte delle persone si è già alzata ed è con le valigie in mano.
Capisco che dovremmo essere quasi arrivati e, infatti, appena volgo lo sguardo verso il finestrino noto il cartello che indica che ci troviamo nel Distretto 2.
Il Distretto 2, la mia nuova casa.
Non avrei avuto più il coraggio di vivere nel mio vecchio Distretto.
Strabordava di ricordi orribili, ricordi che ogni notte si trasformavano in incubi rendendo impossibile dormire tranquillamente.
L'immagine della mia casa che esplodeva era ancora vivida nella mia mente. Al suo interno c'erano circa 20 ribelli, tra cui la mia famiglia.
Mio padre, mia madre, mio fratello.
Tutti ridotti in brandelli.
Fu un evento talmente traumatico che per i primi due giorni non parlai, né mangiai nulla.
Successivamente, però, mi resi conto che se avessi continuato in quel modo tutti i miei sforzi per cercare di ottenere una vita migliore sarebbero stati vani.
La mia famiglia era morta per questa causa e io dovevo continuare ad onorarla.
La disperazione si trasformò in rabbia.
Una rabbia incontrastabile, che occupava gran parte delle mie emozioni. Volli stare in prima fila nella guerra, per vendicare coloro che amavo.Ogni giorno perdevo alleati, compagni e amici.
Ogni giorno mi trovavo sempre più sola e la speranza diminuiva con il passare nel tempo fino a quando non riuscimmo ad intravedere uno spiraglio di luce.
Il distretto 13, per tutti scomparso da molti anni ormai, era in realtà funzionante e ci stava offrendo aiuto.
Riuscii a scortare molte persone al suo interno.Una delle poche gioie che ebbi in quel periodo, fu proprio la consapevolezza di aver salvato almeno alcuni di loro.
Avrei potuto farlo anche io, scegliere di restare al 13. Ma quel barlume di salvezza che si era venuto a creare si stava allargando sempre di più.
La ghiandaia imitatrice, Katniss Everdeen, tornò a dar man forte ai distretti. Iniziammo a vincere le piccole battaglie ed arrivammo fino ai confini di Capitol City.
Mancava davvero poco.
Nel giro di un paio di settimane i ribelli avanzarono nella capitale e riuscirono a conquistarla.
Vincemmo la guerra.
Eravamo liberi, finalmente.
Liberi, però, in un paese distrutto, logorato e spezzato dal conflitto.
Ora ci attendeva un'altra dura battaglia: ricostruire i pezzi di ciò che noi stessi abbiamo distrutto.
Trovare la forza di rialzarsi e di intraprendere una nuova strada che porti felicità, speranza e prosperità.
Ma non potevo restare nel mio Distretto.
Inizialmente avevo deciso di ricominciare da lì, darmi da fare per rigenerare il posto dove sono cresciuta.
Ma ogni cosa aveva il sapore di ciò che avevo perduto.
Non sopportavo l'odore della frutta fresca, o dei fiori degli alberi in Primavera.
Era l'odore della mia famiglia che in quel momento non poteva assistere a quella rinascita.
Ero rimasta sola e se avessi voluto ricominciare non era quello il luogo adatto. Era una fortuna che da quel momento in poi ogni abitante aveva la possibilità di trasferirsi in altri distretti.
Molte persone hanno fatto la scelta che ho fatto io. Andarsene per poter alleviare il dolore.
Ovviamente non è stato permesso a tutti. Il trasferimento da un distretto all'altro è una pratica ben controllata dal nuovo governo per evitare che alcuni distretti si affollino esageratamente, lasciandone spopolati altri. Sarebbe una cosa davvero negativa se accadesse perché ogni distretto, dal più grande al più piccolo, ha bisogno di operai per ripartire da zero e per questo c'erano delle regole da seguire.
Ad esempio, se non avessi voluto andar via, nessuno mi avrebbe potuta cacciare dal mio luogo d'origine.
Volendomi spostare, però, ho dovuto far richiesta al nuovo governo e aspettare il suo consenso.
Sono certa che mi abbiano scelta perché sono giovane e un distretto come il 2 ha bisogno di molta mano d'opera forte. I danni provocati dalla distruzione dell'Osso sono di dimensioni atroci e per questo servirà un grande aiuto.
Il fatto, poi, che sia orfana e che non abbia a carico nessun altro è stato un punto a mio favore.Fatto sta che ora sono qui, in questo vagone pieno di altri "scelti" e attendo che il treno si fermi definitivamente.
Quando accade prendo la mia unica sacca e scendo.
Ci siamo davvero.
Sto per intraprendere un nuovo percorso.
Un percorso nel quale le persone che amo sono diventate solo un ricordo.
Mi dirigo fuori dalla piccola stazione messa male. Penso che sia davvero un miracolo che almeno i treni riescano a circolare in mezzo a tutte queste macerie.
Prima di oltrepassare un piccolo cancello, anch'esso malandato, un uomo in uniforme si dirige verso noi, nuovi arrivati.
"Dovrete registrarvi in modo tale da farci sapere quante persone realmente si stanno stabilendo in questo distretto" si rivolge a tutte le persone che ha davanti e ci indica un altro uomo, seduto sulla scrivania intento a compilare dei fogli di carta.
"Mettetevi in fila" ordina.Quando arrivò l'uomo con icapelli grigi e spettinati mi guardò con aria severa e mi disse: "Mi dica il suo nome, cognome, età e distretto di provenienza"
Risposi immediatamente: "Nicole Caspay, 17 anni, Distretto 11"
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La vita di Gale dopo la rivolta: FF su Hunger Games
RomanceAnche se leggendo la trama può sembrare il contrario, in questa FF sono presenti tutti i personaggi della saga di Hunger Games. Nicole è rimasta da sola, la sua famiglia è rimasta uccisa durante il conflitto e ha deciso di ricominciare lontano dal s...