Capitolo 2

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L’uomo mi fissò e poi cercò il mio nome sul foglio di carta che aveva davanti.

“Eccoti qui" afferma trovandolo.
“Ti unirai con la squadra di Hawthorne. Tra due ore ci sarà un raduno della sua unità, proprio fuori da questa stazione.”
Mi porse un bigliettino: “Qui c'è scritta la locazione della tua tenda. Fallo vedere al responsabile, ti indicherà la strada. Benvenuta nel Distretto 2”

Prendo il biglietto e me lo metto in tasca dirigendomi finalmente fuori.

Uno spettacolo raccapricciante mi si dipinge davanti. Non c’è un solo edificio che si sia rimasto in piedi, tutto è crollato, ridotto in macerie.
Penso alla mia vecchia casa, ridotta in ugual modo, ma qui sembra tutto più grande, tutto più accentuato.

Mentre cammino sento sotto i piedi il rumore degli innumerevoli frammenti che calpesto. È un rumore che ho sempre odiato, mi ricorda quello delle ossa rotte.

Girovagando senza una meta riesco ad incontrare tantissime persone indaffarate per cercare di riordinare tutto quel caos. Molti di loro stanno raccogliendo i massi più grossi e li ripongono su un piccolo carro.
Sono aiutati da gente con la stessa divisa uguale dell'uomo che mi ha accolto poco fa. L'ho riconosciuta subito, è la divisa del corpo militare di questa nuova nazione.
Le persone hanno a malapena da mangiare, ma la prima cosa che è stata fatta è stata quella di creare un nuovo esercito.
Scuoto la testa al sol pensiero e continuo camminare.

Vado sempre più avanti fino a trovare un enorme montagna di roccia.
Credo che questo sia l’Osso, quello che una volta era il centro dei rifornimenti del Distretto.
Non l'ho mai visto prima d'ora, non ero presente il giorno della sua battaglia ma tutti i miei compagni che vi presero parte mi raccontarono la storia nei minimi particolari.
La sua distruzione ha sancito la conquista definitiva del Distretto da parte dei ribelli.

Lo osservo attentamente notando le pareti ripide e segnate dalle numerose esplosioni. Deve essere stata una vera roccaforte e chiunque abbia inventato un modo per metterlo fuori uso è un genio.

Ci giro intorno fino a quando un nuovo paesaggio mi si dipinge davanti. Senza volerlo sono finita proprio nel campo profughi, caratterizzato da un ammasso fitto di tende variopinte.

Le dimensioni erano colossali. Erano migliaia e migliaia, piccole e grandi, si estendevano per chilometri. Erano messe in fila ordinatamente, c’era abbastanza spazio per muoversi sul territorio e ogni cinque, sei tende, era situato uno spazio libero più vasto dove la gente chiacchierava, le mamme facevano il bucato e i bambini giocavano.

Sembrava quasi una scena normale, divertente. Eppure quelle persone hanno perso la casa e molte di loro anche membri della famiglia.

Eccola la gente del 2, penso, ecco la mia nuova gente.

E’ triste vederli accampati in quel modo così rudimentale ma devo ammettere che tutto sommato si sono adattati bene. Forse sono consapevoli che potrebbero restare qui ancora per un bel po’.

Fortunatamente è Marzo e l’aria è diventata più calda. Ma come faranno con le temperature gelate dell’inverno? Credo che una delle prime cose da fare sia quella di rimettere a posto quante più abitazioni possibili, o moriranno tutti dal freddo.

Scaccio via quel pensiero orribile e torno indietro sui miei passi.

Superato l’Osso non è difficile intravedere la stazione, dato che è l’unica costruzione rimasta in piedi.

Forse né i ribelli né Capitol City l’ha voluta distruggere perché da un momento all’altro avrebbero potuto mandare rinforzi durante la guerra.

Impiego circa 25 minuti per tornare nel luogo da cui sono arrivata. Decido di sedermi a terra, poggiando le spalle contro il muro in attesa che arrivi il resto dell’unità con il capo. Non ho un orologio quindi non so precisamente quanto sono in anticipo, ma se i miei calcoli mentali non sono errati dovrebbero arrivare tra una decina di minuti.

La vita di Gale dopo la rivolta: FF su Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora