Capitolo 17

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Gale

Mi sveglio dopo quella notte fantastica, ma non apro subito gli occhi nel caso scopra che è stato tutto frutto della mia immaginazione.

Tento di spostarmi un po' ma mi trovo bloccato da un peso sul mio petto.

Decido di aprire gli occhi e scopro che non è stato affatto un sogno. Nicole è qui, tra le mie braccia. Dorme beata come una bimba, potrei osservarla per ore senza stancarmi!

Piano piano si inizia a muovere, stende le sue braccia e con un forte sospiro apre lentamente gli occhi. Quei splendidi occhi. Senza fare caso a ciò che sto facendo la tiro a me e le do un bacio morbido. Lei, ancora intorpidita, ricambia e poi poggia la testa sul mio braccio spostandosi accanto a me. La coccolo un po', ma poi mi ricordo che in realtà questo è un giorno di lavoro. Di duro lavoro, in realtà.

"Dovremmo svegliarci" sussurro accarezzandole i capelli.

"Potremmo anche restare qui" dice con fil di voce. Poi con una mano mi accarezza le labbra e mi fa avvicinare il viso al suo. Mi bacia delicatamente, facendomi gustare il suo sapore in modo lento, senza fretta. Le nostre lingue si intrecciano in una danza che vorrei non terminasse mai.

Come ieri sera i baci si traformano in bramosia, ho voglia di toccarla di più, di strappare quello stupido strato di tessuto che divide i nostri corpi. Lo farei anche ora! Le alzo la maglietta, infilo la mano sotto il suo reggiseno e la accarezzo. Sento i suoi gemiti di piacere e vorrei tanto continuare così, a farla impazzire. Ma so che quando sarà pronta me lo farà capire, e quando sarà pronta io sarò stato felice di aspettarla.

* * *

"Oddio ma quanti sono?" Nicole continua a camminare con la bocca aperta, mentre io rimango immobile a guardare dieci enormi camion.

"Dovremmo fare l'inventario di tutto ciò che c'è qui dentro?!" Esclama da lontano.

Non ci credo, ci vorrà un sacco di tempo, siamo solo in due!

"Rimarremo qui per almeno due settimane..." sospiro sconvolto.

Nel frattempo Nicole ritorna accanto a me, si arrotola le maniche della maglietta e mi dice: "Direi che dobbiamo iniziare a darci da fare"

Apriamo le porte del primo camion. Ci sono scatole contenenti oggetti di eletteonica, computer, microchip, televisori, telefoni.

Ci mettiamo al lavoro consapevoli di doverci sbrigare altimetrimenti avremmo fatto bene a trasferirci definitivamente nel 12.

***

"Questa me la deve spiegare la Carpis!" Borbotta Nicole, madida di sudore come me.

Stiamo procedendo allo stesso modo da ore: prendere gli scatoloni (pesantissimi), aprirgli, tirare fuori cosa c'è dentro, contare e registrare tutto e rimetterlo dentro.

Si è fatta ora di pranzo e mia mamma viene a portarci il pranzo. Le cose nel 2 potrebbero anche essere migliorate ma non cambierei la cucina di mia madre per nulla al mondo.

"Gale ho incontrato Katniss poco fa, ho invitato lei e Peeta a cena da noi questa sera. Non sa che sei qui quindi sarà una bella sorpresa!"

Spalanco la bocca non sapendo cosa dire, non le ho mai spiegato cosa successe la prima volta che tornai qui ed è comprensibile che per lei è normale che voglia vederla. Sento di trovarmi nuovamente in un mare di guai. Vedo Nicole che alza un sopracciglio e senza fiatare si rimette al lavoro.

"Ho detto qualcosa che non va?" Dice mia madre.

"No no!" Mi affretto a dire "va tutto bene. Ci vediamo stasera" le do un bacio sulla guancia e lei se ne va soddisfatta.

La vita di Gale dopo la rivolta: FF su Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora