Capitolo 15 -2026-

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Quando mi sono svegliata e non ho sentito la presenza di Sebastian al mio fianco stavo per avere una crisi di panico, ho iniziato a chiamarlo ripetutamente e ho rischiato di andare in iperventilazione.
Lui è corso da me, era solo andato un attimo in bagno, e mi ha stretto in un abbraccio cercando di calmarmi, accarezzandomi la schiena e facendosi inondare per l'ennesima volta la maglia dalle mie lacrime.
Mi sento in colpa, nelle ultime 24 ore ha davvero fatto di tutto per me e mi sento un po' in colpa, lui come Luke dovrebbe essere a Maranello e non qui...

Una volta ripreso il controllo mi stacco e lo guardo negli occhi, siamo vicini, molto vicini e subito mi ritorna alla mente l'immagine della sera prima, quando le nostre labbra si sono sfiorate.
Non ci avevo quasi fatto caso in quel momento, ma ora in realtà non so come comportarmi, come interpretarlo e abbasso il capo cercando di nascondere l'imbarazzo.

"Ho parlato con tuo fratello poco fa, mi ha detto che il funerale sarà domani pomeriggio e oggi probabilmente passerà un sacco di gente per... beh..."

"Farci le condoglianze..."

"Si, ecco... scusami, ma è difficile trovare le parole giuste, non vorrei peggiorare la situazione.
Vuoi rimanere a casa o vuoi che ti porti a fare un giro? Sempre Simone mi ha detto che non sei obbligata a rimanere qua..."
Alzo lo sguardo sul tedesco che mi guarda, probabilmente speranzoso di poter uscire da qui e non posso che biasimarlo.

"Grazie di tutto Sebastian, ma torna a Maranello... hai già fatto fin troppo per me e il tuo posto è là con i ragazzi."

"Come se potessi tornare là, quello stordito di un inglese correrebbe qua da te."
Sorrido, mi metto quasi a ridere: lo farebbe veramente...

"Lo so... ma seriamente torna là, me la vedo io con Luke."

Si alza dal letto e inizia a camminare su e giù per la stanza, non capisco molto il perché di questa reazione, è strano. All'improvviso si ferma e incrocia le braccia, mi guarda, sorride, ma scuote anche la testa. Sembra un po'... contrariato.

"Devo proprio dirtelo in faccia che sono qui solo ed esclusivamente per te? Nessuno mi ha obbligato e non sono qui perché Luke non poteva esserci, ma perché volevo starti vicino!"
Si torna a sedere sul bordo del letto e mi appoggia le mani sulle spalle.

"Sandy pensavo di essere stato abbastanza chiaro ieri in macchina e anche nella conversazione con tuo fratello che avevi origliato... non so come, ma sei diventata fondamentale e non ho la minima intenzione di lasciarti in un momento del genere.
Non ce la faccio a vederti così, a vederti piangere e sento di dover stare proprio qui con te per cercare di farti sorridere, anche solo per un momento, perché si il tuo viso si illumina."

Mi appoggia una mano sulla guancia e mi asciuga con il pollice una lacrima di cui non mi ero nemmeno accorta. Nessuno mi aveva mai detto niente del genere, mi ha messo al primo posto...

Siamo ancora vicini, per l'ennesima volta e mi sento bene, mi sento a casa e non perché sia nel luogo in cui sono cresciuta, avevo iniziato a sentirmi un'estranea qua ancor prima di lasciarlo per l'università: è una sensazione nuova, mai provata prima e che mi fa sentire terribilmente bene.

Lo guardo bene negli occhi e mi viene da sorridere, così senza motivo. Senza pensarci troppo mi ritrovo ad appoggiare le mie labbra sulle sue.
Mi rendo conto di quello che ho fatto solo quando lo sento contraccambiare il bacio e a quel punto mi stacco arrossendo violentemente.
Posso notare che anche lui è leggermente arrossito e non riesce a guardarmi negli occhi.
Non so come interpretarlo, non so se sia una cosa positiva o se io abbia appena fatto la più grossa cazzata della mia vita.

Nessuno dei due parla, ci guardiamo solo ogni tanto di sottecchi: è strano, ma non c'è l'imbarazzo che mi aspettavo.
Inizia a giocare con la mia mano e quando intreccia le nostre dita sorrido, forse il bacio è stato avventato, ma non ho rovinato il nostro rapporto.

Independent || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora