Capitolo 49 -2029-

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"Ci penso io..."
Mi avvicino sorridente a Lewis e mi riprendo in braccio Pietro, è già da un paio di minuti che si è messo a piangere e sono stata davvero poco con lui per tutta la giornata.

"Sicura? Forse ha fame, ha già mangiato tutto il biberon che mi avevi lasciato e tua mamma l'ha cambiato di nuovo poco fa, ma se hai dell'altro latte ci penso io, devo farlo scaldare in cucina vero?"
Lo abbraccio e scuoto la testa.

"Ci penso io, non l'ho quasi visto questo bel bimbo oggi!"

"Se ti serve io sono qui."

Sorride anche l'inglese e accarezza la guanciotta morbida di Pietro prima di tornare a parlare con Charles.
Provo a cullarlo un pochino, ma ormai c'è troppa confusione in questa stanza, cerco con lo sguardo per qualche istante Sebastian, ma non vedendolo esco senza dirlo a nessuno... giusto il tempo di tranquillizzarlo.

La differenza di temperatura fra dentro e fuori è notevole, il sole è appena tramontato e anche se è agosto ora è abbastanza fresco.

"È stata proprio una bella giornata, no?
Gli amici di mamma e papà sono un po' strani, ma gli vogliamo tanto tanto bene... Lewis è stato bravo?"
Sorrido, sta lentamente smettendo di piangere e lo prendo per un si.

"Sei proprio un ometto affascinante con questo bel completo."

"Ha preso dal papà, no?"

Sento una giacca appoggiarsi sulle mie spalle... mi compare di fronte Sebastian, mi accarezza le braccia, come a volersi assicurare che sia al caldo, e prende Pietro.
Lo solleva in alto facendolo ridere e poi gli lascia un dolce bacio sulla guancia, prima di mettersi a camminare e a cullarlo.
Mi sistemo meglio la giacca sulle spalle, incrocio le braccia e rimango imbambolata di fronte a quella dolce scena dei miei due grandi amori... alla fine non sono riuscita a tenere Pietro in braccio per più di 10 minuti.

Ad un certo punto Sebastian distoglie finalmente lo sguardo dal nostro bimbo e si gira verso di me, forse perché non ho aperto bocca da quando mi è comparso di fronte o forse... non lo so.

"Che c'è Ale?"
Mi sorride, io sorridevo già da prima, già dall'inizio della giornata.

"Non riesco ad immaginarmi una vita diversa da questa... non riesco ad immaginarmi una vita migliore di questa!"

"Come ti ho promesso stamattina, spero di rendere ogni istante indimenticabile."

Appoggio la testa alla sua spalla e gli cingo la vita con le braccia.
Ora stiamo entrambi guardando Pietro e anche lui ci guarda, forse un po' confuso, sposta lo sguardo da me a Sebastian più volte, ma dopo una lunga giornata come questa inizia anche il mio piccolino a dare qualche segno di stanchezza.
Sbadiglia e poi si sposta, come se cercasse di nascondere il viso contro il petto del papà... è tenero, ma è anche un po' buffo e ci mettiamo a ridere.

"È stata una giornata lunga e faticosa... avrebbe bisogno di dormire."

"Mi sembra che i miei volessero tornare in hotel, potrebbero metterlo loro a dormire."
Scuoto la testa... accarezzo il viso di Pietro, non riesce proprio a tenere gli occhietti aperti, anche se ci prova a non mollare.

"Non voglio costringere nessuno ad andare via... magari troviamo una stanza tranquilla qua in cui lasciarlo nel passeggino, no?"

"E vorresti lasciarlo lì da solo?"
Sorrido.

"In realtà io ero uscita qua fuori anche per stare un po' da sola con il mio uomo... e poi sei arrivo tu a rovinare tutto!"
Si mette a ridere, si sistema meglio in modo da riuscire a tenere Pietro con un solo braccio e con quello libero mi stringe le spalle, gira il viso e mi lascia un bacio fra i capelli.

Independent || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora