Capitolo 38 -2028-

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Gp Abu Dhabi 2028

Fisso per qualche istante il soffitto, è tutto buio, ma le luci della città che penetrano dalla grande vetrata della porta finestra riescono a farmi distinguere abbastanza facilmente tutto all'interno della camera.
Rimango qualche istante ferma, immobile, quasi sperando di essere sopraffatta dal sonno, ma quando capisco che non sarebbe successo a breve mi giro verso l'altro lato del letto dove dorme tranquillo Sebastian.

I riccioli biondi, i muscoli del viso del tutto rilassati, le labbra rosee appena dischiuse e una mano lasciata andare sul letto, ma tesa verso di me, probabilmente era appoggiata sulla mia vita, ma muovendomi durante la notte è caduta, quant'è bello...
Sarei tentata di baciarlo, su una guancia, sulla fronte, ma avrei troppa paura di svegliarlo.

Lo guardo ancora un po', poi mi alzo e vado in bagno, Abu Dhabi è decisamente troppo calda ho bisogno di un po' d'acqua e anche di rinfrescarmi.
Mi asciugo il viso con un asciugamano e poi torno di là, ma... dov'è Sebastian?
Il letto è vuoto e solo dopo che mi sono guardata attorno più volte sento uno spiffero e noto la portafinestra leggermente aperta, esco e lo trovo lì fuori a guardare la città illuminata e ancora molto viva.
Mi avvicino silenziosamente, lo stringo da dietro e appoggio una guancia contro la sua schiena scoperta.

"Nausea?"

"No, non riuscivo a dormire e fa caldo..."
Appoggia le mani sulle mie ed inizia ad accarezzarmele.

"...e perché tu ti sei svegliato?"

"Perché non c'eri più tu."
Sorrido e lo stringo ancora di più.

"È grave la situazione se ti svegli dopo 5 secondi che mi sono alzata."
Si mette a ridere e gli lascio un bacio sulla schiena, poi finalmente si gira verso di me.

"Amore, c'è qualcosa che non va?"
Mi accarezza le guance e mi guarda abbastanza serio.

"Torniamo dentro che prendi freddo senza maglia."
Sorride.

"So che è novembre e ti fa strano, ma ti ricordo che siamo ad Abu Dhabi e ci sono tipo 30 gradi.
Dai Ale è da quando siamo tornati da Interlagos che sei pensierosa."

"Non... non è niente stai tranquillo."

Sbuffa e mi lascia, si gira e torna ad appoggiarsi alla ringhiera della terrazza, come prima che arrivassi.
Si è arrabbiato, sapevo che si sarebbe arrabbiato, succede ogni volta che non gli dico tutto quello che mi passa per la testa... sembra quasi aver paura che gli nasconda qualcosa.
Provo a pensare a cosa dirgli, ma alla fine decido di rientrare e rimettermi a letto.

Chiudo gli occhi, io non ho niente da nascondere a Sebastian, ma lui vuole risolvere tutti i miei problemi anche a discapito suo... è anche il mio modo per proteggerlo, devo fare anch'io qualcosa per lui.
Dopo un po' sento la porta finestra chiudersi e subito dopo il letto muoversi, si è seduto sul bordo, vicino a me.

Non apro gli occhi, anzi mi giro e gli rivolgo la schiena, ma, nonostante il poco spazio che gli lascio da quel lato, si distende e si stringe a me, circondandomi la vita con un braccio e appoggiando le labbra sul mio collo.
Sospiro, sa benissimo che non sto dormendo, ma sinceramente non capisco le sue intenzioni.

"Non puoi avere il controllo su tutto quello che mi capita o su tutto quello che mi preoccupa, non voglio che tu risolva tutti i miei problemi... vorrei solo averti vicino."

"E allora dimmi cosa succede."

"Non è una cosa sola."
Mi giro a guardarlo e mi sposto un po' per lasciarlo mettere meglio, ma lui subito torna ad avvicinarsi e quasi i nostri visi si sfiorano.

Independent || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora