Capitolo 41 -2029-

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"Sei proprio sicura di non voler venire?"
Sebastian, nel suo bel completo Ferrari, si mette di fronte a me, non che mi lamenti, ma sono costretta a mettere in pausa il film che stavo guardando.

"Vai tranquillo, io ti aspetto qui."
Mi guarda poco convinto e si siede sul bordo del divano su cui sono distesa.

"Sei sicura? È la presentazione della nuova monoposto, della nuova Ferrari!"
Sorrido, non ci rinuncerei per nulla al mondo, ma...

"Non sarebbe male, ma non ho voglia di passare una giornata in cui per metà del tempo devo ignorarti, perché ci sono persone che è meglio se non ci vedano assieme, anzi che non mi vedano con sta pancia."

"C'è qualche giornalista, ma le telecamere sono le nostre... poi andiamo a pranzo con tutto il team, Mattia mi ha chiesto anche qualche giorno fa di te."
Sorrido e abbasso lo sguardo sulla mano che Sebastian appoggia sul pancione, come ormai fa sempre, senza pensarci.

"Puoi dirgli che sto bene e che quando vuole è il benvenuto qua a casa, anche se immagino che in questo periodo sia già tanto se riesce a tornare a casa sua per dormire. Goditi la presentazione e i tifosi."
Sbuffa, ma alla fine mi rialza il viso per baciarmi e rimane a pochi centimetri dalle mie labbra.

"Non c'è nessuno che può venire a farti compagnia?"

"Non direi, in questo periodo gli amici che ho qua sono vagamente impegnati con il preparare la nuova monoposto..."
Sorrido, viviamo da un anno ormai a Bologna, ma è difficile creare amicizie al di fuori del nostro lavoro.

"Nessuno nessuno?"

"Beh..."

"Dimmi chi c'è."
Lo guardo un po' indecisa.

"Lewis mi ha scritto ieri pomeriggio con un messaggio completamente sgrammaticato che è in Italia."

"Completamente sgrammaticato?"
Mi guarda un po' confuso, mi metto a ridere e annuisco.

"L'ha voluto scrivere in italiano, ma penso che abbia usato Google traduttore."
Si mette a ridere anche lui e mi ruba il telefono dalla tasca, sblocca il telefono e fa partire la chiamata, mettendo in viva voce.

"Ehi dolcezza, mi chiami perché hai casa libera?"
Ride Lewis e anche Sebastian sorride, è incredibile come stiano cambiando le sue reazioni rispetto al rapporto che c'è fra me e l'inglese.

"Mi dispiace tesoro, ma sono ancora a casa."

"Sebby! Quale onore, ma non dovresti già essere a Maranello tu?"

"Non sono nemmeno in ritardo per una volta, ma si fra poco devo andare."
Sebastian si mette a ridere, è un ritardatario cronico, decisamente.

"E Sandy?"

"Sono qui anch'io Lewis."
Mi tiro su e mi metto seduta sul divano, con la testa appoggiata alla spalla del tedesco.

"Ma che onore! A cosa devo quindi questa chiamata, da parte dell'intera famiglia reale?"
Scoppio a ridere.

"Che hai detto? Famiglia reale?"

"Si, insomma, la famiglia reale del paddock, chi altro potrebbe ricoprire questo ruolo?"
Anche Sebastian non riesce più a trattenersi dal ridere.

"Grazie per il titolo, comunque ti ho chiamato perché volevo sapere se sei ancora in Italia e nel caso dove sei."

"Sono a Firenze in questo momento, perché?"
A questo punto intervengo io.

"Perché Sebastian è un papà molto apprensivo e non vuole lasciarmi nemmeno per 10 ore da sola, vuoi venire a salutarmi o hai da fare?"

"Arrivo!"
Non aspetta nient'altro e chiude la chiamata, guardo Sebastian che si mette a ridere e appoggia il telefono sul tavolino, prima di girarsi a guardarmi.

Independent || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora