Capitolo 11 -2025-

918 23 0
                                    

Sto controllando per l'ennesima volta di avere tutto quello che mi serve nella valigia quando suona il campanello.
Sono terribilmente tardi.

Apro la porta e subito Luke mi stringe fra le braccia, ma non ho tempo per questo e mi divincolo.

"Scusa, ma sono terribilmente tardi, devo imparare ad organizzarmi meglio...
Tu vai in camera mia e dimmi se secondo te manca qualcosa nella valigia, io devo controllare in cucina che non ci sia cibo che possa andare a male."
Si mette a ridere e mi fa il saluto militare.

"Si signor capitano!"
Gli tiro uno schiaffo sulla spalla e lui scappa in camera mia ridendo.

Do una rapida occhiata alle dispense e al frigo, fortunatamente c'è davvero poca roba e niente che possa andare a male.
Torno nella mia camera e trovo la mia valigia ancora aperta e Luke seduto sul mio letto, mentre tiene in mano una cornice.

"Mi piace un sacco quella foto, l'ho stampata il giorno stesso in cui siamo tornati dal gran premio."
Mi porge la foto, io che esulto seduta sulle sue spalle dopo gara 2 ad Abu Dhabi. La rimetto sul comodino e mi sorride.

"Penso di non averti mai ringraziata abbastanza per quello che hai fatto quel weekend... e per quello che stai facendo anche adesso."
Si alza e mi abbraccia.

"Non ti avrei mai lasciato da solo a Natale, ormai fai parte della mia famiglia. Pronto a conoscere gli altri parenti?"

"Se sono come te non vedo l'ora!"
Ci stacchiamo e ci mettiamo a ridere.

"Comunque, oltre a fissare la nostra foto, hai dato un occhio alla mia valigia?"

Annuisce subito convinto, allora chiudo la valigia e usciamo dal mio appartamento.
Carico la mia valigia sulla Alfa Romeo Giulietta di Luke e partiamo.
È la vigilia e mio padre mi ucciderà se arriviamo tardi per cena, ha una mania per gli orari.

"Allora, ripetimi. Cosa faremo nei prossimi giorni?"
Lo guardo un attimo e lo vedo estremamente teso mentre guida, nemmeno fosse in gara.

"Per prima cosa calmati.
Oggi abbiamo la cena con i miei, mio fratello e penso anche la sua ragazza, ma non ho chiesto.
Domani invece abbiamo il mega pranzo di famiglia a casa di mia zia con più o meno tutti i parenti.
Dal 26 puoi fare quello che vuoi, io pensavo di rimanere ancora un paio di giorni, ma boh, vedrò, vedremo."
Sorrido, mentre lui continua a guardarmi un po' preoccupato.

"Ma sei proprio sicura che io non sia di troppo? È una cosa di famiglia..."

"E tu fai parte della mia famiglia!
Non preoccuparti, sai da quanto aspettano che porti qualcuno a questi pranzi!
Anche se penso che volessero vedermi in compagnia del mio ragazzo e non un ragazzino di 18 anni."
Riesco finalmente a farlo ridere e si distende un po'.

"Mi dispiace solo che non tutti parlino l'inglese, tipo i nonni... o mia mamma!
Ma in caso di necessità ci sono io al tuo fianco."
Entrambi ridiamo, sono contenta di essere riuscita a togliergli almeno un po' di preoccupazione.

"Mi hai definitivamente convinto, anche perché ormai era un po' tardi per tirarsi indietro no?"

"Sono in macchina con te, in qualunque caso dovevi portarmi fino a casa mia."

"Già."
E ride ancora.

"Ma ora godiamoci a pieno questo viaggio!"
Accende la radio e alza il volume, inutile dire che ci mettiamo entrambi a cantare come due scemi. Sentire Luke provare a cantare le canzoni italiane è qualcosa di impagabile.
——————————————————

Parcheggiamo proprio di fronte a casa alle 19 spaccate, siamo addirittura in anticipo!
Non appena scendo dall'auto e vedo la casa in cui sono cresciuta non posso che sorridere.
Ho passato 19 anni lì dentro ed è sempre bello tornarci, specialmente dopo mesi passati in giro per il mondo.

Independent || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora