Capitolo 30(Damiano)

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Tutti gli schiaffi presi in faccia,
E l'inchiostro sulle braccia.
"Prima di ogi cosa"
Accompagna il mio pomeriggio,l'ultimo di riposo che posso concedermi.
Domani riprendiamo con gli instore,i concerti,le interviste,le prove.
Voglio godermi al massimo questi giorni,cosi' da poter avere la giusta carica.
Mentre ascolto le note che si susseguono,ripenso a tutto cio' che mi sta succedendo.
Non ho mai riflettuto su quanto possa essere importante per qualcuno,un'altra persona.
E io non avevo mai provato questa sensazione.
È un po' come quando corri,per metri e metri,forse chilometri,e alla fine ti fermi.
Quello che prima era un semplice e comune gesto,cioé respirare,ora diventa la cosa piu' bella del momento.
O come quando combatti per cio' che desideri.
Lotti,provi,non dormi la notte,e alla fine arrivi sul palco con il pubblico che ti urla in faccia.
La stessa cosa vale con le persone.
Una semplice e comune persona,entra nella tua vita,forse catalogata come "una delle tante,arriva e se ne va",ma puo' diventare indispensabile,come niente e nessuno lo è mai stato.
E forse è questo cio' che mi manda in paranoia,perché pensare che fino a pochi anni fa,avrei guardato solo il culo di una ragazza,e che invece oggi mi soffermo sul taglio degli occhi e la finezza delle mani,fa strano.
E fa strano in senso positivo,perché capisci che questa puo' essere la donna della tua vita.
Che sia essa o meno,avrai un ricordo meraviglioso,e quando si hanno bei ricordi non si sta male,non si vive col rancore e l'angoscia che qualcosa possa tirare fuori memorie che ci fanno male al cuore.
Quest'estate l'ho sperimentato a pieno:sono stato mesi con lei in quella casa,abbiamo condiviso tutto,e ho maturato questo bisogno della sua mano sulla mia.
Un po' come una donna in dolce attesa:cosi',all'improvviso,senti la necessità di quella cosa,quella precisa cosa,e faresti di tutto per averla.
Quando è stata in ospedale le fitte al petto erano continue,e se il mio cervello si imponeva di non pensarci-e per qualche minuto ci riusciva-il cuore era in tormento,perché tutto cio' di cui aveva bisogno gli era stato portato via.
Manzoni diceva che l'uomo deve affidarsi alla divina provvidenza,che tutto accade per una ragione,e che anche i dolori piu' profondi hanno un senso,secondo una logica inesistente per l'essere umano.
Affermava che l'unico modo per vivere,era rassegnarsi,accettando il destino che ci è stato riservato.
Io ci provai a rassegnarmi,provai a convincermi che l'accaduto sarebbe servito a rafforzarci,a renderci piu' forti solo insieme,ma poi tutto è andato di nuovo in frantumi.
Avevo perso le speranze,ricordo di aver pensato piu' volte al senso di tanto dolore,al senso di questa infinita sofferenza.
Eppure la luce infondo al tunnell è arrivata,e il lieto fine c'è sempre.
D'altronde,i promessi sposi sono stati ostacolati da tutto e tutti,eppure hanno superato tutto,riuscendo a coronare il loro sogno d'amore.
Ecco,noi siamo un po' come i promessi sposi.
Riusciamo a sopravvivere solo con la forza dell'amore,
Un filo trasparente che ci unisce.
Ora lo capisco il senso della sofferenza:non avrei mai apprezzato tutto quello che lei è,se non avessi pianto fino a consumarmi.
Grazie Manzo',
Devo 'n favore pure a te.

•----•

Un improvviso bisogno della sua mano sulla mia.
"Victoria💛"
Chiama.
"Pronto?"
La sua voce è leggermente chiusa,come se fosse bloccata da qualcosa che le impedisce di scandire le parole.
"Ciao amò,tutto bene?"
Tossisce dall'altro lato del cellulare,mentre un forte vento costringe le foglie dell'albero in giardino a cadere sul terreno fangoso,attirando la mia attenzione.
"Cos'hai?"
E adesso starnutisce,e questo mi fa capire che deve averla colpita una terribile influenza.
"Influenza Dam,ho tutte le malattie possibili."
"Hai la febbre?"
Dopo quello che ho passato col febbrone a 40,mi preoccupo enormemente,soprattutto per lei.
"No,per fortuna non ancora."
Carezzo il bracciolo del divano per compensare l'enorme bisogno di avere le sue guance tra le mani.
"Che fai?"
"Sto sul divano,a deprimermi con 'sto tempo der cazzo."
Ride rumorosamente,come solo lei sa fare,come solo lei sa animare le mie giornate.
"Ti va se vengo là?"
"No Dam,piove.Meglio non rischiare."
"Va bene,magari ci vediamo stasera."
Annuisce con un verso,e dopo averle mandato un bacio,attacco.
Impaziente decido di recarmi comunque a casa sua,così afferro il giaccone e lo metto in spalla.
Sento un brivido lungo la schiena,e riesco a riscaldarmi in fretta.
Arrivato all'automobile mi ci fiondo dentro,e inizio a smanettare per azionare l'aria condizionata calda.
Lungo la strada rischio di sbandare,a causa della pioggia copiosa,ma arrivo sano e salvo al palazzo.
Mi fiondo sotto la tettoia,per ripararmi dalle gocce che si riversano sui capelli,e busso al citofono.
"Dam ma che ci fai qua?"
"Apri,che n'altro po' affogo!"
Mi apre il portone,e finalmente posso mettermi al caldo chiudendo la porta metallica alle spalle.
Prendo l'ascensore,premendo il bottone per arrivare al suo piano.
Si aprono le ante,e me la ritrovo di fronte.
Cazzo.
Ha un maglione di lana con un collo alto,di un azzurrino chiaro,che la copre fino a metà coscia,i capelli sciolti sulle spalle,un pantalone blu in cotone e le ciabatte.
Ha il naso arrossato per il raffreddore,e il labbro leggermente screpolato,ma il suo sorriso con gli occhi timidi,sono la cosa piu' bella che mi sia capitata.
Mi apre le braccia,e ci si fionda dentro,mentre l'ascensore sta per chiudersi.
"Aspetta,andiamo dentro."
La prendo in braccio e arriviamo all'interno,dove ci abbracciamo,e le mie mani afferrano immediatamente le sue.
Quel bisogno,
Ingestibile bisogno.
Con le mani ancora intrecciate,le bacio le guance,per poi trattenermi sulle labbra sfiorandole.
Lei mi si avvicina,ma la allontano.
D'altronde,
L'attesa del piacere,
È essa stessa il piacere.
Mentre mi sorride,mi perdo nei suoi occhi.
Sono azzurri,chiari.
Con il freddo diventano sempre stupendi,piu' del normale.
Come fai?
A farmi battere il cuore,
Fino a farlo impazzire.
Esaurisce tutte le sue forze,
Ma non si decide a smettere.
Le cingo i fianchi,mentre lei si ritrae per il solletico.
"Oh,'n'altro punto debole."
Le pizzico il bacino,provocandole una risata quasi isterica,la mia preferita.
Sei proprio bella,amore mio.
Non avevo notato le tue orecchie,
Piccole e leggermente arrossate.
"Dai,non vorrei mischiarti il raffreddore!"
Si stacca,abbracciandomi.
"Uno stupido raffreddore non fermerà i miei ormoni,cara De Angelis."
Alza gli occhi al cielo,e si siede sul divano bianco,con le ginocchia rannicchiate al petto.
Sento un cellulare squillare,ma mi accorgo che non si tratta del mio.
Seguendo il suono,volto lo sguardo verso il tavolino.
È il cellulare di Victoria,e sullo schermo compare il nome di un certo Oscar.
Chi cazzo è?

Until The End.   //Damiano e Victoria.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora