CAPITOLO 2

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Il suono della campanella interrompe i nostri saluti dandoci il benvenuto  a questo nuovo anno scolastico.

Ele: - Che abbia inizio questo nuovo anno! –

Enrico: - Che la Madonna e tutti i Santi ci assistano da ora fino agli esami! – ecco lui è famoso soprattutto per le sue uscite in fase di disperazione.

Scoppiamo tutti a ridere mentre lui giunge le mani in preghiera. Saliamo in classe e ci fermiamo davanti ai banchi.

E: - Come ci mettiamo? –

S: - Seduti!- lo guardo scuotendo la testa.

E: - Cretino ti ho lasciato e cretino ti ritrovo! –

Ele: - Dai smettetela! Comunque tu e Ste dietro di noi. Io mi metto qui con Enrico! – dice poggiando la borsa sul banco.

E: - Ele mi tradisci così?!? – metto il finto broncio.

Ele: - No, amore è che purtroppo questi due – pronuncia indicandoli. – sono due ciucci e hanno bisogno di noi e poi la prof, se li vede al banco insieme, li separa ancor prima di salutare e visto le oche che sono in classe con noi, mettendoci così evitiamo già la morte di qualcuno! –

Enrico: - Gelosa e aggressiva? Mi piaci!-

Ele: - Ah si? Solo così ti piaccio eh? – domanda seria ma se io so che scherza, Enrico no e ogni volta che Ele fa queste domande con annesse facce serie va nel panico.

Enrico: - Ma io ti amo sempre e totalmente! –

Ele: - Ruffiano ti amo anch'io! –

S: - Sono giovane per il diabete! E poi ciuccia ci sarai tu! – ribatte facendole la linguaccia, mentre entra la prof.

Prof: - Buongiorno ragazzi! Oh Marrone bentornata dal college di Parigi! – si come no prof... magari – Com'è andata questa esperienza?-

E: - Divinamente! Parigi è bella ma per quanto riguarda le persone sono meglio gli italiani! - ovviamente scoppiano tutti a ridere.

Le sei ore di lezione passano tranquillamente, la ricreazione anche con me e Ste che torniamo a far ingelosire tutti o almeno la maggior parte degli alluni. Il primo giorno di scuola è andato divinamente ma all'uscita inizio a sentirmi addosso i primi sensi di colpa.

Enrico: - Ohi Ele, allora pomeriggio ci vediamo? Ti vengo a prendere alle 4? – Ele mi guarda impanicata.

Ele: - No amore per un po' il pomeriggio non possiamo vederci perché mia nonna si è fatta male e finché mia mamma non si organizza non posso lasciarla sola. Ci vediamo direttamente stasera in piazza. – io tiro un sospiro di sollievo.

Enrico: - Ah ok va bene! – pronuncia un po' deluso.

S: - Allora ciao raga ci si vede! – ci salutiamo tutti e io e Ele ci avviamo verso. Camminiamo in silenzio, cosa molto strana visto che da quando ci conosciamo tra noi non ci sono mai stati questi attimi di silenzio a tratti imbarazzanti, a tratti angoscianti e questo mi porta a capire che devo risolvere questa questione al più presto.

E: - Ele mi dispiace! Ti prometto che trovo una soluzione e ti lascio stare. – pronuncio bloccandola davanti al portone di casa.

Ele: - No! Emma ti ricordi cosa ti ho promesso in ospedale quando hai partorito? – io annuisco con gli occhi visibilmente lucidi – che io ti avrei aiutato sempre con lei quindi non ti preoccupare.–

E: - Ok! Ma almeno trovo la soluzione per i giorni in cui Enrico non ha l'allenamento o almeno lasciami provare! – lei annuisce sorridendomi. Suoniamo e Isabella ci apre con Helly in braccio. Nonostante abbia solo poco più di 3 mesi mi riconosce e mi sorride. Così, dopo essermi lavata le mani, la prendo in braccio e salutando e ringraziando Isa salgo nel mio appartamento.

Metto Helly nell'ovetto e mi preparo il pranzo sperando che lei non incominci a piangere per la fame. Metto la pasta nel piatto e non faccio in tempo a sedermi e imboccare la prima forchettata di pasta che Helly inizia a lamentarsi. Evidentemente la fame ha colpito anche lei. Così la prendo e l'attacco al seno, ormai troppo enorme, da una 4ᵃ che già odiavo sono arrivata ad una 5ᵃ. Nel frattempo che si nutre del mio latte io finisco di mangiare e poi mi perdo a guardarla pensando a come sarebbe la mia vita senza di lei e probabilmente sarebbe il "nulla".

...

Helly si è addormentata fortunatamente, così sistemo un po' casa visto che siamo ad inizio anno e non ho da studiare e poi vado a lavoro. Prima di andare a lavoro però chiamo mamma. Nonostante non viviamo tanto distanti, ci sentiamo tutti i giorni al telefono.

Maria: - Ohi Tesoro? Come state? Il primo giorno di scuola come è andato? – eccola da quando non viviamo più insieme quando la chiamo anche se ci sentiamo tutti i giorni mi fa 3 mila domande.

E: - Mamma tranquilla stiamo bene, Helly ha mangiato e ora dorme. La scuola è andata tutto bene ma devo chiederti un favore se magari il martedì e il giovedì mi potresti tenere tu Helly? Sai Ele già fa tanto... -

Maria: - Certo tesoro lo sai che noi amiamo stare con la piccola. –

E: - Ok grazie mamma! Papà, Checco e Alessia? –

Maria: - Papà e Checco sono a lavoro, Ale si sta preparando per nuoto sincronizzato! –

E: - Ah ok mamma salutameli tu che io devo andare a lavoro! –

Maria : - Ok tesoro ci sentiamo e dai un bacio alla piccola! –

E:- Sì ciao ciao.-

Oltre ai miei genitori che mi hanno aiutato tanto, la mia ancora di salvezza sono stati soprattutto loro: mio fratello Francesco, che ha 22 anni e lavora in un'azienda, e mia sorella Alessia che di anni ne ha 16 e il nuoto sincronizzato è la sua vita. Potreste chiederle di rinunciare a tutto ma non chiedetele di rinunciare al nuoto, che ne morirebbe.

E: - Ele io corro a lavoro! Qualsiasi cosa chiama!- lei alza gli occhi al cielo visto che è la sesta volta che le ripeto tutto.

Ele: - Emma sparisci per favore! – e io esco ridendo. Lo so sono pesante ma non ne posso fare a meno, da quando sono mamma la mia ansia si è triplicata.

L'inizio di noi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora