CAPITOLO 3

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Apro la porta dell'androne salutando la segretaria.

Serena: - Ohi Emmina ciao! Ti aspetta la direttrice per i compiti da svolgere questa settimana. – lei insieme alla direttrice sanno qualcosa di quello che mi è successo, infatti entrambe mi trattano come fossi loro figlia.

E: - Ok grazie Sere, vado! -

Arrivo davanti all'ufficio della direttrice e busso. Dopo aver avuto il permesso entro.

D: - Ohi Emma allora questa settimana ti tocca il giro per i pazienti, devi solo misurargli la pressione e scrivermeli sull'Ipad poi dopo vieni da me e ti dico chi deve prendere le medicine e chi no!- ok mi è andata bene, è la cosa che preferisco fare perché ogni tanto mi permette di fermarmi anche a parlare con loro.

Così prendo l'Ipad, il misura pressione e vado a fare il giro fino a quando non arrivo da Giovanna la mia preferita.

E: - Giovy? Come stai oggi? – la guardo e sorrido.

Lei ha perso il marito da qualche mese per una brutta malattia ed è entrata un po' in depressione e i figli per aiutarla a guarire hanno preferito portarla qui, almeno finché lo psicologo non dice che può tornare a casa. Ha 63 anni ma ne dimostra molti di meno. È una donna molto solare sempre attiva a parte quando ha i suoi momenti in cui si isola.

G: - Oi bella oggi bene! Che mi fai? – chiede curiosa.

E: - Misuriamo la pressione! Niente di grave. – le rispondo ridendo anche perché altro non potrei fare, non sono un medico.

G: - Bene, bene! Ma lo sai che è da un po' di giorni che più parlo con te e più mi rendo conto che sembri più matura dell'età che hai, quasi una donna vissuta. –  la guardo sorridendo. Forse è giusto che le racconti qualcosa di tutto quello che ho passato.

G: - Hai una bambina? – chiede sbarrando gli occhi quasi lucidi per la storia che le ha sentito.

E: - Eh già! Si chiama Helena ed è tutta la mia vita! – quando sente quel nome gli occhi le diventano lucidi.

G:- Helena è il nome che avrei voluto dare io a mia figlia, ma ho avuto solo 3 maschi, e speravo che almeno uno di loro mettesse questo nome alla propria figlia ma ancora nessuno l'ha fatto – dice abbassando lo sguardo, ma poi continua – quando me la porti a conoscere la pulce? –

E: - Eh ora vediamo sai tra scuola, lavoro, e la piccola sono un po' impicciata ma ti prometto che appena posso te la porto. Comunque la pressione va più che bene oggi! – le dico mentre segno i dati sull'Ipad. Successivamente la saluto visto che il mio turno è finito ormai da mezz'ora ma adoro parlare con lei...non ci posso fare nulla.

Dopo aver mangiato e contemporaneamente allattato Helly cerco di addormentarla ma sembra non volerne sapere e questo non è un bene visto che domani ho scuola.

E: - Dai Helly, perché non vuoi dormire cucciola? – le domando mentre la cullo, le bacio la guancia e lei sorride facendo versetti incomprensibili. Guardo l'orologio che segna mezzanotte e mezza e sospirando decido di metterla nel lettone con me sperando che Morfeo ci accogli il prima possibile.

...

Ele: - Mamma mia che occhiaie! – afferma entrando in casa come al suo solito, facendomi prendere uno spavento.

E: - Lascia perdere che la peste stanotte alle 2.00 si è addormentata e infatti ancora dorme. Sono io quella che sembra un mostro! – le dico mentre finisco di preparare la borsa con i libri mentre Ele se la ride.

Ele: - Ok dai scendo così dico a nonna di salire visto che dorme, ti aspetto sotto sbrigati! – io la fulmino visto che è già tanto che sono in piedi.

Isa: - Emma buongiorno! Mi ha detto Ele che la peste ancora dorme?! –

E: - Si è di là nel lettone! In frigo c'è il latte che mi sono tirata prima con il tiralatte visto che non si è svegliata neanche per la poppata. –

Isa: - Ok tranquilla vai che Ele ti aspetta che altrimenti fate tardi! – saluto Isa con un bacio sulla guancia e poi raggiungo Elena scendendo le scale a due a due.

S: - Maronna mijj che faccia! Stanotte ci hai dato dentro! – mi dice Stefano appena mi vede. Lo sapevo che avrebbe fatto questa battuta non sapendo praticamente nulla della mia vita. E quel poco che sa o lo ha sentito in giro, ed è tutto completamente falso, o lo ha sentito da me che però per forza di cose ho dovuto mentire.

Stefano ha sempre saputo che non sono mai stata una troia, mi piace divertirmi ma fino ad un certo punto e quando siamo stati insieme, per quei scarsi 3 mesi, un anno e mezzo fa, andavo solo con lui anzi a dir la verità sono stata soltanto con lui. È vero, era per divertimento, però ora che se ne esce con queste affermazioni posso dire di iniziarlo ad odiare.

E: - Si Ste e non sai quanto! Ma comunque non sono cazzi tuoi! – rispondo acida e incazzata.

S: - Ma vedo che non ti ha soddisfatta visto l'acidità che hai! -

E: - Senti Stefano vaffanculo! –

Ele: - Ragazzi basta! Entriamo che è suonata! – ci interrompe prendendomi sottobraccio e lasciando la mano di Enrico in modo da stare un po' più lontano da loro.

E: - Quanto mi urta quando fa così Ele, tutto l'anno non lo posso sopportare! –

Wow:- tranquilla dai lo sai che ha sempre scherzato così.-

E:- lo so ma adesso è diverso. – annuisce semplicemente. Sa che ho ragione perché per quanto lui ha fatto sempre queste battute Stefano quando ci si mette diventa proprio pesante e insopportabile.

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