Ele: - Ma ti pare normale sta cosa?! Cioè ormai è un mese che fanno così, ma perché non possiamo stare ognuna a casa nostra, invece di fare un giorno da te e un giorno da me, ed ogni volta con una persona diversa che ci controlla! – ormai siamo all'ultimo mese di gravidanza entrambe. Oggi è toccato a me. Anzi a casa mia. Se prima ci sembrava una cosa figa, adesso dopo 9 mesi ci stancato. Insomma alzarsi con il pensiero del prepararsi e non scordarsi nulla perché sai che dovrai passare tutto il giorno a casa della tua amica, è stressante. E non perché non ci vogliamo bene, o perché ci stanchiamo a stare insieme, ma semplicemente avendo una famiglia e una casa alle spalle, fare un giorno qui e un giorno lì è stressante. Insomma io a casa mia ho le mie cose ed Ele lo stesso, e entrambe non vediamo l'ora che finisca questa storia con la nascita delle nostre figlie.
Lei ha il termine tra 15 giorni mentre a me è finito ieri, ma ancora non si vede nemmeno l'ombra delle contrazioni. Niente tutto tace. Se continuo così, purtroppo, la settimana prossima mi dovranno indurre il parto e se non dovesse andare come dovrebbe mi faranno il cesareo. Non so con quale delle due opzioni voglia uscire ma spero vivamente che si sbrighi.
E: - Ele non lo so, quei due con le prime gravidanze si consolavano l'uno con l'altro mentre ora che si trovano nella stessa situazione quando ad uno viene una fobia contagia anche l'altro! –
Ele: - E io ho intenzione di fargliela pagare! – afferma con una faccia alquanto perfida.
E: - Cosa? E come? –
Ele: - Così! – dice prendendo il telefono e chiamando Enrico – Amo aaah corri si sono rotte le acque aaah sbrigati! – attacca e si gira verso di me – così gli faccio venire un infarto. Ora vediamo se la smette! –
Dopo 10 minuti vedo Enrico aprire la porta di corsa, in pieno panico con parole non identificate dall'accademia della crusca. E quando noi scoppiamo a ridere, lui ci guarda sconcertato.
Ele: - Piaciuto lo scherzetto? –
Enrico: - Sei una stronza, mi hai fatto prendere un infarto! – urla mettendosi seduto sulla poltrona con una mano sul cuore e chiudendo gli occhi cerca di regolare il respiro.
E: - Enrì hai avvisato Stefano per caso? – lui nega con gli occhi chiusi ed io continuo a ridere finché non decido di fare la stessa cosa.
Enrico: - Cosa fai? –
E: - Faccio la stessa cosa al tuo amico! – dico componendo il numero ed aspettando che squilli.
S: - Amore tutto bene? –
E: Amore! – Faccio respiri lunghi – no... si sono rotte le acque – lancio un grido – corri ti prego, ho paura!-
S: - Amò calma, respira che arrivo! Oddio amò non trovo le chiavi della macchina! –
E: - Non me ne frega un cazzo...trovale se non vuoi che tua figlia nasca sul tuo divano! – dico urlando e attaccandogli il telefono in faccia. – ora vediamo! –
Enrico: - Siete perfide! – io ed Ele scoppiamo a ridere. Tempo 15 minuti si apre la porta ed entra Stefano tutto sudato non accorgendosi di Enrico.
S: - Amò allora come stai? Andiamo? – lo guardo accigliata e lui si guarda intorno – cioè no aspetta ma tu che ci fai qui? – si rivolge ad Enrico che è lo guarda scuotendo il capo.
Enrico: - Mi hanno fatto lo stesso scherzo! Sono stronze! – vedo Stefano respirare profondamente mentre si siede per terra.
S: - Non fate mai più una cosa del genere! Vi prego! – dice sussurrando buttandosi sul tappeto ed io scoppio a ridere.
Ele:- voi non costringeteci più a stare insieme e noi ci penseremo.-
...
E: - Ragazzi scendete che è pronto! – urlo dalla cucina, chiamando Helena e Christian per il pranzo. Stefano stacca alle 15.00 quindi mi toccherà ricucinare solo per lui, più tardi. Non mi è mai pesata questa cosa perché finché ce la facevo, lo aspettavo e mangiavamo insieme ma da quando sono incinta, dopo che mi sono passate le nausee, mi è aumentata la fame e non ce la faccio ad aspettarlo.
H: - Eccoci mamma! – dice abbracciandomi e toccandomi la pancia per poi baciarla. Helena ha compiuto 18 anni, 4 mesi fa ed io ancora non ci credo.
C: - Mh che profumino! Che si mangia? – afferma facendo la stessa cosa di Helena.
E: - Pennette al forno con il sugo, mozzarella e prosciutto! –
H: - A me l'angolo bello croccante! –
E: - Come al solito! – pronuncio ridendo prima di essere colpita da un calcetto.
C: - Mamma tutto bene? – mi domanda dopo essersi accorto della mia smorfia.
E: - Si, tua sorella non mi da pace da stamattina! Si muove come una dannata! – lui sorride mentre mi accarezzo la pancia.
Iniziamo a mangiare quando mi squilla il cellulare, così mi alzo per andare a rispondere. Ovviamente ci metto vent'anni a causa della pancia che mi sta pesando troppo.
E: - Pronto? –
M: - Emma finalmente! –
E: - Mamma ti ricordo che ho una pancia di nove mesi! – sento che ride mentre mi lamento.
M: - Volevo sapere come va? –
E: - Mamma come ieri a parte che da stamattina non mi da pace! –
M: - E allora vuol dire che massimo un paio di giorni partorisci! –
E: - Mamma non vedo l'ora, ma se ne parlo mi viene l'ansia! –
M: - Non sia mai! Amore tranquilla che altrimenti poi a Stefano chi lo sente! – sorrido prima di salutarla e tornare in cucina.
Non faccio in tempo a sedermi che sento una fitta, forse è una contrazione. Mi poggio con le braccia alla sedia respirando profondamente sotto lo sguardo di Helena e Christian che non capiscono cos'abbia. Cerco di respirare profondamente fin quando non sento un'altra contrazione e successivamente la rottura delle acque.
H: - Mamma! – Mi chiama ed io faccio una risata isterica per non urlare.
E: - Chiamate papà! – mormoro.
H: - Cosa? –
C: - Cazzo Helly si sono rotte le acque! – dice guardando per terra visto che sono vicina a lui. Passata la contrazione chiedo a Christian di prendermi una tuta mentre vado in bagno a cambiarmi. Appena sono pronta torno in salone ma vista la contrazione mi piego un po'. Christian si avvicina subito aiutandomi a sedermi sul divano.
H: - Mamma, papà sta arrivando! Dove hai la borsa dell'ospedale? Intanto la porto giù! –
E: - Di sopra, nell'armadio! – annuisce e corre su. Io continuo a respirare stringendo una mano a Christian e l'altra la tengo sotto la pancia per il dolore.
C: - Mamma stai tranquilla! – annuisco continuando a respirare profondamente.
E: - Se tuo padre non si sbriga va a finire che partorisco qui! –
C: - No mamma ti prego. Già mi sto sentendo male nel vederti così figurati se dovrei vederti partorire?!? Sverrei! – non faccio in tempo a rispondere che Stefano entra in casa.
S: - Oi amò andiamo! Vieni aggrappati a me! – annuisco dandogli prima un bacio a stampo, ne ho bisogno perché mi infonde sicurezza e in questo momento me ne serve tanta.
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L'inizio di noi
FanficQuesta storia ha come protagonisti Emma e Stefano. È una storia che ho scritto anni fa e per non tradire il modo in cui è venuta fuori ho deciso di lasciare loro come protagonisti, nonostante la loro storia sia finita già da un pezzo. Spero che chi...