(M)
A cena tornammo tutti a casa propria, e ci saremmo rivisti in serata, la cena non fu proprio come me l'aspettavo e si accese una discussione piuttosto colorita tra mamma e mia sorella.
"Oggi pomeriggio hai lasciato il telefono a casa."
"Si lo so, quando sto con Mario in giro non lo porto mai lo sai."
"Ti è arrivata una chiamata."
Diana si girò a guardarmi con aria stupita e ci mettemmo entrambi a ridere.
"Io non riderei."
Entrambi tornammo ad ammutolirci, non capivamo il perché di tutta quella serietà, che chiamata avrebbe mai potuto ricevere di così grave?
"Quando pensavi di dirmi che fai pugilato?!"
"Mamma ma che stai dicendo!"
"Non mentirmi signorina, ha chiamato un tizio ricordandoti della retta mensile da pagare, da quanto va avanti questa storia?""Hai preso il mio telefono?!"
"Sono tua madre, sono autorizzata a farlo!"
"Ma non è vero, io non mi metto a farmi i cavoli tuoi."
"Dove li prendi i soldi? E da quanto va avanti questa storia?"
"Lavoro."
"Ah lavori pure? E cosa diavolo faresti per pagarti la palestra?"
"La babysitter"
"Da quanto?"
"Da un pò."
"Diana ho detto da quanto?!"
"Da un anno va bene?!"
"Un anno..."
Mamma sospirò stufata, poggiò i gomiti sul tavolo e le mani sulla fronte, Diana lanciava sguardi al compagno di mamma in cerca di aiuto, senza ottenere niente, poi guardò me e io cercai di intervenire.
"Dai mamma.. non è la fine del mondo."
"Mario tu fai silenzio."
"Bro, lascia perdere" mi sussurrò Diana all'orecchio.
"Hai il cellulare sequestrato per una settimana, e a questa palestra non andrai più."
"Ma perchè?!"
"Perchè non posso accettare che tu non mi abbia detto queste cose, e perché ti toglie tempo allo studio, che è la cosa principale che tu devi fare."
"Io non ci sto."
"A me non interessa, sono tua madre e decido io."
A quel punto Diana presa dalla rabbia balzò in piedi sbattendo forte il pugni sul tavolo.
"Mi avete portato via Mario e ora volete portarmi via anche l'unica cosa che mi alleggerisce la mente? Io vi odio.. io TI ODIO."
E se ne andò, prese il giacchetto, lo zaino e uscì di casa, mamma fece per alzarsi ma io la bloccai sul momento, presi velocemente la prima felpa che avevo a tiro e seguì Diana correndo.
Quando la ritrovai era nei giardinetti al centro dei palazzoni e il suo pianto rimbombava in tutto il blocco, le corsi incontro fino a quando non la raggiunsi parandomi davanti a lei.
"Mario lasciami andare."
"Non ti fermerò, lasciami solo venire con te."
"Va bene, ma non chiedermi di tornare li dentro perché non lo farò."
"Che dici? Ce ne andiamo un pò al parco io e te?"
"Si per favore."
Una volta arrivati al parco Diana smise di piangere e il mio cuore si alleggerì di un peso enorme, cominciavo a pensare che il mio trasferimento a casa di Dream avesse creato più danni di quanto immaginassi.
Da sola a casa Diana non se la doveva passare bene, il suo aspetto peggiorava di settimana in settimana, la trovavo anche più dimagrita, sapevo che il pugilato per lei era una valvola di sfogo e senza quello chissà come l'avrei ritrovata.
"Con mamma ci parlo io, vedrai che ti farà tornare in palestra."
"E' peggiorata da quando non ci sei, parliamo sempre meno."
"Senti lunedì dico a Dream e ai suoi genitori che me ne torno a casa."
"No bro, c'è in ballo il tuo futuro, la scuola la devi finire, non puoi tornare alla vita che avevi prima, si tratta solo di un altro anno, posso resistere."
"Si ma tu come stai? Sono sincero, ti vedo sempre più spenta."
Lei non rispose subito, vidi i suoi occhi farsi lucidi, il mio presentimento doveva essere corretto, c'era qualcosa che si teneva dentro e non aveva il coraggio di tirar fuori.
"Mario ti devo dire una cosa.."
"Dim.."
Non feci in tempo a rispondere che mi squillò il telefono, diedi una rapida occhiata ed era Diego, attaccai subito e tornai a prestare attenzione a Diana.
"No rispondi, magari è importante."
"Può aspettare."
"Anche la mia cosa, non è niente di grave, forza richiamalo."
"Sei sicura?"
"Si."
Così presi al volo il telefono e chiamai Diego, al telefono sembrava gasatissimo, mi disse che sta sera avevano organizzato una jam in centro, a quanto sapevo doveva essere la prima volta che a Genova si tenevano manifestazioni di questo tipo e la WB non poteva mancare.
"Dici sul serio?"
"Giuro, si stanno organizzando con le macchine per andare."
"Allora andiamo!"
"Si ma.. cosa mi stavi per dire?"
"Più tardi, ora muoviamoci dai che in pochi nel gruppo hanno la macchina, non ti vorrai far rubare il posto."
Ci abbracciammo e subito ci incamminammo veloci verso casa di Diego, dove tutti si stavano riunendo per andare in centro alla jam.
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«Come siamesi»
FanfictionNessuno parlava più di lei. Quasi non se la ricordavano nemmeno. Diana non l'avrebbe voluto. Era marcia, lei, era sporca dentro, e non avrebbe mai voluto infettare la vita di suo fratello e quella dei suoi amici. Mario però se la ricordava, se la ri...