Capitolo 11

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(D)

Ero in palestra quel giovedì pomeriggio, ovviamente all'oscuro di mamma, ed ero felice perché avevo convinto mio fratello a tornare agli allenamenti, per il momento solo un giorno a settimana, ma era comunque un giorno in più in cui avevo occasione di rivederlo e questo mi bastava.

Proprio mentre facevo un pò di sparring didattico con lui il maestro lo chiama a fare vuoto e io mi sposto ai sacchi, mentre mi dimenavo tra un pugno e un altro mi vidi arrivare Damiano che, con tutta la sua no calanche, si parò dietro di esso e cominciò a tenermelo.

"Il figliol prodigo è tornato vedo"

"Vedi di parlare bene di mio fratello o potrei erroneamente scambiare la tua faccia per il sacco"

"Mi piaci ancora di più quando fai così l'aggressiva lo sai?"

Io non risposi, mimai il gesto del vomito e tornai al mio allenamento.

"Senti che ne diresti di guadagnare più soldi?"

"Ma vuoi abbassare la voce? Non è il momento di parlare di questo, e mio fratello è a 1m da noi"

"Aah ma lui non sa niente dei nostri affari"

"No, e vorrei evitare che lo venisse a sapere."

"Aggressiva e misteriosa, credo di iniziare a innamorarmi."

"Senti Damiano arriva al punto."

In quel momento mi arrestai e lanciai un occhiata rapida a Mario che, come immaginavo, ci stava guardando in cagnesco, così ripresi a scazzottare cercando di svagare.

"Ho deciso di puntare più in alto."

"In che senso?" Gli risposi ansimante per la stanchezza.

"Voglio smerciare la cocaina."

"Ti sei impazzito per caso? Troppi K.O. ti hanno mangiato il cervello?"

Cominciai inconsciamente ad alzare la voce, e subito cercai di ritornare su toni più moderati, sapevo benissimo che Damiano non era uno che scherzava e la situazione sembrava stesse prendendo una brutta piega.

"No, sono serissimo, ho già preso accordi con un amico che ce la fornisce, noi dobbiamo solo piazzarla."

"Allora io esco dal giro, queste cose non mi piacciono."

"Però i soldi che ti ho fatto fare come ti sono piaciuti eh?"

"Damiano qua non si tratta più di piazzare qualche grammo di erba qua e la, questa è una cosa troppo grossa per sino per te."

"E grossi saranno i soldi che ci entreranno."

"Io mi tiro fuori."

"Ne sei proprio sicura?"

"Si"

"Allora non avrai problemi nel caso andassi da tuo fratello a dirgli tutto?"

"Non osare a.."

"Accetta allora."

Mi stavo andando a cacciare veramente in un bel guaio, e ne ero completamente cosciente, ma qual era l'altra opzione?

Dire a Mario dei miei affari avrebbe sicuramente implicato il suo rientro a casa e veder così distruggere tutti i sacrifici fatti per il suo futuro, senza contare il fatto che avrei messo in pericolo il nostro rapporto.

Ero terrorizzata, ma dovevo vedere la questione da tutti i punti di vista, più soldi facevo entrare a casa più vantaggi ne avrei avuti io, Mario, mia mamma, e meno sacrifici avremmo dovuto fare tutti noi.

Ci sarebbe anche stata la possibilità di far tornare mio fratello a casa se mia madre avesse avuto tutti i soldi necessari per mantenere tutti e due e forse a scuola avrebbero smesso di prendermi in giro per la mia situazione economica.

Non ero una che facilmente cedeva ai ricatti ma tutto sembrava voltare in favore della proposta di Damiano e sottovalutai tutti i rischi che essa comportava, così facendo.. accettai.

"Lo sapevo che eri una ragazza sveglia."

"Adesso per favore, levati dai coglioni."

"Inizi lunedì."

"Ho capito, adesso pero vattene."

Damiano mi lanciò un sorrisetto malizioso e si spostò dal mio sacco, andandosene negli spogliatoi per i fatti suoi, pensavo di aver scampato la ramanzina di Mario ma non appena l'allenamento finì mi bloccò all'ingresso.

"Ti vedi ancora con quel tipo?"

"Mi stava solo aiutando con il sacco Mario"

"A me sembrava steste discutendo di qualcosa di importante."

"Ho fatto ingelosire la sua ragazza e mi stava chiedendo di non vederci più."

"Quindi hai continuato a vederlo però!"

"Si ma solo per un caffè prima dell'allenamento.. ma ora è finito non ti preoccupare."

"Sei sicura?"

"Di cosa?"

"Che non mi debba preoccupare."

"Se avessi un problema saresti il primo a venirlo a sapere."

"Non ne sono più così sicuro."

"E con questo che intendi?"

"Stai legando molto con Diego ultimamente vero?"

"Mario non penserai mica che io e Diego.."

"Non intendo quello, ma ogni volta che provo a parlare di te con lui Diego ha dei comportamenti strani, come se sapesse qualcosa che tu non vuoi dirmi."

"Diego sa tutto quello che sai tu, anzi molto meno in realtà, per quanto io gli possa voler bene tu resti comunque mio fratello."

"Ed è quello che mi spaventa"

"Ma cos'è tutta questa preoccupazione adesso?"

"Sei cambiata Di, ho paura che crescendo tu non vedrai più in me il tuo più fidato consigliere ma solo come 'il fratello maggiore che meno sà, meglio è', ho paura di vederti scivolare via dalle mie mani."

"Io non sono mai stata tra le tue mani, ne tu tra le mie, al massimo siamo sempre stati la spalla d'appoggio l'uno per l'altra, se tu la smettessi di giocare a chi ce l'ha più lungo tra te e Diego ti accorgeresti che non è cambiato nulla."

"Come scusa?!"

"Secondo me sei geloso del nostro rapporto"

"E pure se lo fossi cosa diavolo ti salta in mente? Pensi che io debba mettermi a paragone con Diego? Sei mia sorella!"

"Penso che tu lo stia facendo e stai dando la colpa a me"

"Se solo tu mi parlassi di più!"

"Se solo tu ti facessi vedere di più! Ma cosa pretendi? Che sia sempre io a venire da te e a implorarti di vederci? Per farti tornare qui ho dovuto fare le lotte, per 2 misere ore a settimana! Io capisco il motivo per cui te ne sei andato, ma ti prendi anche le responsabilità di quello che trovi quando torni."

Mario non rispose, ma quel silenzio faceva più rumore di mille parole, l'avevo terribilmente ferito e il mio cuore si spaccò a metà con il suo, tornai a casa in lacrime, ero riuscita a rovinare anche l'unica cosa che realmente mi faceva stare bene, il rapporto con mio fratello.

La paura invase la mia mente, tra il traffico di coca in cui mi ero andata a mettere, mia madre che non mi parlava dalla nostra discussione a cena, Mario che piano piano si allontanava sempre di più, cosa avrei fatto adesso?

Corsi in bagno per non farmi vedere da nessuno mentre piangevo e guardandomi allo specchio mi feci schifo, abbassando lo sguardo trovai il temperino che mamma utilizzava per le matite da trucco, svitai la vite con un cacciavite..ed estrassi la lametta.

«Come siamesi»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora