Capitolo 4

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3 mesi dopo...

Ero al parchetto sotto casa con Izi Erre(Diego), Vaz'te(Alessandro), Rave (Riccardo) e Bresh(Andrea) e tutta la comitiva della Wild Bandana.

C'eravamo scelti dei soprannomi, come una qualsiasi crew che si rispetti, e avevamo cominciato a fare rap, tutti i giovedì pomeriggio ci vedevamo al parco e cominciavamo a buttare giù qualcosa, su delle basi trovate su youtube.

"Eccolo raga, è arrivato."

Diego alzò lo sguardo e girandomi a guardare notai arrivare 3 ragazzi dal fondo del parco, con uno stereo che sparava Eminem a tutto il volume per tutto il parco.

I tre ragazzi si avvicinarono e uno di loro si abbracciò forte con Izi, poi gli strinse la mano e gli passo un sacchetto d'erba, tutti noi tirammo fuori i soldi e pagammo il ragazzo.

"Raga lui è Dream, è da lui che prendo la roba migliore di tutta la Liguria."

"Sei esagerato frè, faccio del mio meglio."

"Unisciti a noi dai, ti facciamo sentire qualcosa."

"Che state combinando?"

"Senti qua senti qua.. Mario perché non inizi tu?"

Tutti si girarono a guardarmi, compreso il nuovo tizio e i suoi amici, li per li mi sentì un pò in imbarazzo ma quando la base partì mi scatenai, il rap faceva decisamente parte di me e mi veniva fuori con niente.

Finito il mio freestyle Dream mi strinse la mano e si congratulò con me, disse che il mio stile gli ricordava la Drill americana, doveva essere uno appassionato di musica come me, anzi, come tutti noi in realtà.

"Raga cazzo sta roba è forte, siete veramente bravi."

"Puoi dirlo forte frè."

"Sentite perché non ve ne venite a casa mia domani pomeriggio? I miei stanno fuori il weekend, potremmo organizzare una festa."

Si alzò un boato di assenzi, tranne me, avrei dovuto lavorare quel giorno perché alla gelateria dove mi aveva indirizzato Diana per fortuna mi avevano preso già da un paio di mesi.

"Io non posso raga scusate, devo lavorare."

"A che ora stacchi?" Mi chiese Dream

"Alle 20."

"E che problema c'è? Passo a prenderti con il motorino, tanto abbiamo tutta notte per fare baldoria, poi ve ne restate a dormire da me."

L'idea non mi entusiasmava più di tanto, non mi piaceva tanto il tizio a dirla tutta e il pensiero di dover lasciare Diana da sola a casa il sabato sera non che mi facesse molto piacere.

Aveva perso tutti i suoi amici delle medie e conoscendo il suo temperamento non era una che riusciva a stare simpatica a tutti, da quando venne a stare con noi della WB non l'avevo mai lasciata a casa, e questo mi scocciava.

"Non lo so raga.."

"Dai Mario, Mario ti chiami giusto? Per me non è un problema venirti a prendere."

Ci pensai su un momento, ma poi accettai l'invito, salutammo Dream e ce ne tornammo tutti a casa.

L'indomani pomeriggio beccai Diana in palestra, ci passai un attimo, giusto il tempo di farmi un pò di sacco e poi andare a lavorare dall'altra parte della strada.

Ancora non le avevo detto della festa e, come se me l'avesse letto in faccia, mi chiese subito che programmi avevo per la sera.

"In realtà.. ho da fare."

"Se per te vederti con Diego e Ale è avere da fare non capisco cosa cambi rispetto alle altre volte." Mi rispose affannata mentre lanciava pugni al sacco penzolante.

"Andiamo ad una festa."

"Qualcosa mi fa pensare che in quel 'andiamo' io non sono inclusa vero?"

"Di, scusami, io neanche volevo andare ma erano tutti li che mi pressavano e io non ho saputo dire di no."

Diana si fermò, e si girò a guardarmi.

"Bro non ti preoccupare, non è la fine del mondo se passo un sabato a casa, divertiti, ma non fare casini."

"Se vuoi non vado."

"Ma scherzi, vai e non rompere le palle."

"Grazie.."

"Il fatto che io non sia invitata mi porta a pensare che non sia a casa di nessuno della WB però.."

"No infatti, andiamo a casa di un tizio che abbiamo conosciuto ieri al parchetto."

"Chi è?"

"Non lo so, si fa chiamare Dream."

"Già mi sta sul cazzo."

"Perchè dici questo?"

"Ma andiamo, uno che come soprannome sceglie Dream deve essere veramente un coglione."

"Da quando parli così tu?"

Diana sbuffò, c'era qualcosa che mi stava nascondendo, glielo si leggeva in faccia, non era mai stata brava a mentire, ne tantomeno a nascondere le proprie emozioni e quella volta si fece scappare più del dovuto.

Per un attimo lanciò uno sguardo dietro le mie spalle, io mi girai e trovai un tizio che ci fissava in cagnesco mentre il maestro gli metteva le fasce alle mani.

"Diana dimmi che quel tizio ci sta guardando per sbaglio."

"Non so chi sia."

"Diana."

"Ok forse so chi è."

"Potresti per favore essere più specifica?"

"Ci sono uscita un paio di volte, ma solo per prendere un caffè niente più."

"Quello avrà 10 anni più di te!"

"Ne ha 18, stai calmo e abbassa la voce."

"Sono comunque troppi."

"Tu non venire a fare la morale a me."

"Mamma lo sa?"

"Mamma non sa neanche che io e te ci alleniamo in palestra Mario, vorrei ricordartelo."

"Smetti di vederti con quel tizio o le dico tutto."

"Ah si? Facciamo che io le dico che ti fai le canne e vai a dei festini organizzati da gente sconosciuta?"

Io mollai un pugno al sacco e non risposi, 14 anni ma astuta come una donna di 40.

"Ok ma vedi di non cacciarti nei pasticci."

"Anche tu."

"Giurami che posso stare tranquillo."

"Te lo giuro."

"Croce sul cuore?"

"Croce sul cuore."

Andai a lavoro con un'ulteriore preoccupazione, non solo stavo per andare ad una festa di un tizio a dir poco sconosciuto, ma avevo anche il pensiero di mia sorella con quel ragazzo che mi tormentava la testa.

Si fecero le 20.00 e, preciso come un orologio svizzero, Dream si presentò fuori la gelateria con il suo motorino e sgommammo via verso casa tua, dove si stava tenendo la festa più figa di sempre.


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