Capitolo 10

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(D)

Dormimmo poco e niente quella notte, tornammo a casa che era già giorno e per fortuna quando rientrammo trovammo mamma e il compagno ancora nel letto a dormire.

Io e Mario sgattaiolammo in cucina per cercare qualcosa da mangiare e riuscire verso le 9.30, eravamo gasatissimi, talmente tanta era ancora l'adrenalina in circolo che perdemmo anche il sonno.

Mario era al settimo cielo, del periodo passato a Milano avevo ricordi vaghi, ma non scorderò mai quell'estate in cui mamma gli regalò il cd di Eminem, era in riproduzione continua tutto il giorno, tutti i giorni, pur volendo era difficile dimenticarsene.

Fu grazie a quel disco che Mario si appassionò al rap, era talmente piccolo che non capiva neanche una parola di quello che diceva, ma sicuramente aveva già capito quale strada dovesse intraprendere.

Mi ricordo quando in 1 media una sera scappò con due sue amici per andarsi a imbucare ad una jam organizzata nel quartiere Lotto, di Milano, quando tornò a notte fonda mi svegliò e mi disse 'è stata una serata pazzesca'.

Nonostante non fosse dunque la prima jam a cui partecipava, era la prima in cui era tra i protagonisti principali, era talmente eccitato, lui e tutta la WB, che quasi sembrò di partecipare anche a me.

Riscaldammo due tazza di latte e con la scatola di cereali sotto braccio corremmo in camera, sul mio letto e chiudemmo la porta a chiave, lo facevamo spesso quando non volevamo essere disturbati, ormai era diventato un gesto automatico, anche quando non era necessario.

"Hai spaccato bro."

"Ti sono piaciuto?"

"Un mondo."

"Ne sono felice."

"Comunque grazie..." continuò poi.

"Di cosa?"

"Un pò di tutto in realtà."

"Ma sei scemo?"

"No, mai stato così serio. Sei stata la mia supporter numero 1 dall'inizio, mi hai sempre spinto a scrivere, mi hai sempre sostenuto, hai rinunciato ad un lavoro per darlo a me, mi hai avvicinato al pugilato..davvero, forse non te ne rendi conto, ma per me sei stata e sei essenziale."

"Sei la cosa più preziosa che ho, l'unica persona di cui veramente mi importa, ho fatto tutto questo senza il minimo sacrificio o rimorso."

"Senti ma insomma che mi volevi dire ieri poi?"

Sapevo che avrei dovuto dirgli di Damiano, e del brutto giro in cui mi ero andata a cacciare, forse avrei dovuto anche dirgli di Izi, che mi piaceva e che mi passava da fumare, ma avevo paura di smontare tutta quella felicità che emanava, e mandai giù un peso enorme.

"No niente." Dissi poi lanciando un sorriso tirato.

"Non è vero."

"No è che.. mi piace un tipo."

"Sta a scuola da te? E' un bravo ragazzo? I genitori che lavoro fanno? Quanti anni ha?"

"Mario, non ci dobbiamo sposare, ho detto solo che mi piace."

"Se ti tratta male lo uccido."

Ovviamente mi riferivo a Diego, e quella frase mi fece sorridere, se c'era una cosa su cui potevo essere certa è che non mi avrebbe mai fatto del male, non avrebbe semplicemente ricambiato il mio sentimento e basta.

"Senti, io un paio d'ore di sonno me le vorrei fare, quindi ora schioda dal mio letto e fammi dormire."

"Stai veramente cacciando il tuo fratellone dal letto?"

"Guarda non ti tiro un pugno solo perché hai una tazza piena di latte in mano e non vorrei che finisse accidentalmente sulla mia coperta preferita."

"Sei una brutta persona." Disse Mario imbronciato mentre si alzava per andare sul letto dalla parte opposta al mio.

"Buona notte piagnone."

"Buona notte brutta acida."

«Come siamesi»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora