Capitolo 20

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(D)

Il maltempo ci costrinse a rimanere a casa anche la sera, gli altri chiamarono un pò di gente e si organizzò una piccola festa tra noi amici intimi, sembrava prefissarsi una serata tranquilla, ma non per me, Diego e Mario.

Mentre tutti erano concentrati a giocare ad un beer pong totalmente improvvisato vidi arrivare mio fratello nero in faccia verso la mia direzione, mi sussurrò all'orecchio di raggiungerlo in cucina e quando si ripresentò al mio cospetto era seguito da niente poco di meno che Diego.

C'era un clima piuttosto teso nell'aria, io guardai il mio amico, con cui avevo intrapreso una sorta di ambigua relazione ma né io né lui avevamo la benché minima idea del motivo per cui ci avesse convocato con così tanta urgenza e mistero.

La situazione era di un imbarazzo ed un disagio quasi insopportabile, io e Diego eravamo l'uno davanti all'altra mentre Mario ci passava davanti facendo avanti e indietro nella cucina silenziosamente.

Dopo una manciata di secondi in quello stato cominciò a darmi sui nervi, quindi decisi di intervenire:

"Insomma? Che facciamo? Continuiamo a guardarci insistentemente negli occhi o ci dici cosa diavolo ti è preso?"

Alle mie parole Mario si arrestò, alzò per un attimo gli occhi al cielo e posò le braccia sui fianchi come se stesse prendendo il coraggio di dire qualcosa che avrebbe fatto male a tutti i presenti.

"Quando pensavate di dirmi che state insieme?"

Mi aveva letteralmente presa in contropiede, questi anni passati separati avevano danneggiato il nostro rapporto e se prima sapevo già cosa avesse in mente ancor prima che ne parlasse adesso era un grosso buco nero.

Rimasi senza parole, eravamo stati attenti entrambi, mai avrei pensato che potesse venirne a conoscenza senza che qualcuno di noi gliel'avesse detto ed ero sicura al 100% che da Diego nulla sarebbe mai uscito se non senza il mio consenso.

Cercai disperatamente lo sguardo del mio amico affinché lui percepisse il mio blocco e intervenisse lui nella discussione e per fortuna sembrò capirmi al volo.

"Non stiamo insieme." Disse a Mario

"Ah no? E chi stava baciando mia sorella in cucina sta mattina?"

Ed ecco svelato il mistero, forse non eravamo stati poi così attenti, Mario doveva essersi accorto della nostra assenza e doveva averci seguito in cucina, dove assistette al fatidico bacio.

"Ok ma credimi che non è come pensi." Cercai di spiegargli io.

"E cosa dovrei pensare? Che Diego è inciampato e per sbaglio è caduto sulle tue labbra?"

"Senti se dobbiamo parlare di questa cosa bene, ne sono felice, ma cerchiamo di farlo come persone mature senza questo tipo di frecciatine velate che non appartengono a nessuno di noi tre."

Alle mie parole mio fratello si ammutolì, si appoggiò al tavolino accanto al nostro amico e alzò le mani.

"Bene allora, vi ascolto, spiegatemi voi cosa dovrei pensare."

"E' vero quello che dice Diego, non stiamo insieme, in realtà non so neanche io cosa siamo e credo non lo sappia neanche lui..."

"E' stata colpa mia." Intervenne Diego prima che finissi il discorso.

"In che senso è stata colpa tua? Nessuno ha obbligato mia sorella a baciarti."

"Lo so, ma tu la stai mettendo come se fosse stata una cosa premeditata di cui tu non eri a conoscenza, ma non è andata proprio in questo modo, la settimana scorsa io sarei dovuto salire ti ricordi? Dovevamo registrare Mercedes Nero con Gio."

«Come siamesi»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora