Capitolo 2

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Anno 2009 Cogoleto.

(M)

"Mario dai portami con te."

"Mamma dille qualcosa."

"Perché non te la puoi portare appresso?"

"Non posso portarmi la sorellina più piccola con gli amici dai."

"Ha solo 2 anni meno di te Mario, portala forza."

Mi girai a guardarla arrabbiatissimo, ma Diana con il suo visino dolce mi sorrise e mi abbracciò.

"Non ti libererai mai di me." mi disse sottovoce.

Alzai lo sguardo su mamma in cerca di aiuto ma lei alzò le braccia al cielo e torno seduta sul divano vicino all'attuale compagno.

"Sei un esserino fastidioso."

"Lo so che mi vuoi bene."

Gliene volevo tanto davvero ma non fui mai veramente in grado di dirglielo espressamente, lei lo sapeva però, già a soli 13 anni sembrava avesse il mondo ai suoi piedi, era una bambina di un'intelligenza incredibile.

"Forza rompi palle andiamo."

Raggiungemmo Alessandro, Riccardo e Diego a casa di quest'ultimo e la loro reazione quando videro mia sorella fu decisamente diversa da come mi aspettassi.

"E lei chi è?" Disse Ale.

"E' mia sorella."

"Ciao Diana molto piacere."

Una volta presentatosi ad Alessandro entrò in casa come se fosse sua e cominciò a presentarsi a tutti i presenti in salone, io rimasi sulla porta come un cretino alla vista di quella scena.

"Perché l'hai portata?"

"Scusa Dié, mamma mi ha costretto."

"Macchè, al contrario, così le presento la mia."

Diego urlò il nome della sorella che dopo pochi minuti si presentò zompettando in stanza con un fare molto timido, tipico della sua tenera età, decisamente l'opposto della mia, del tutto purché timida.

Diana se la studiò dalla testa ai piedi poi le strinse la mano, prendendola sotto braccio poi si girò a guardarci tutti con fare strafottente, mi sembrava di rivedere me in una versione più bassina e con i capelli lunghi.

"Si, ma non ci metterete da parte, noi restiamo qui con voi."

"Mi piace tua sorella"

"Rick, vacci piano."

"Fratellone non fare il geloso su."

Diana si avvicinò a Riccardo e gli baciò la guancia, tutti si misero a ridere e io non sapevo se gioirne o vergognarmene fino alla fine dei miei miseri giorni accanto a quel piccolo animaletto che avevo come sorella.

"Ok, andata, lei verrà tutte le volte." Disse Diego prendendola sotto braccio insieme alla sorellina più piccola.

Passammo il pomeriggio a cazzeggiare e a sentire la musica senza mai scollarci le ragazzine di torno che non fecero altro che prenderci in giro e romperci le palle.

"Scusate posso farvi una domanda?"

Mi girai e trovai la testolina di Diana che sbucava da dietro la spallona di Ale, che si fece indietro con la sedia per farla sedere sulle sue ginocchia.

"Certo piccolina." Le rispose.

"Io non sono piccola."

"Quanti anni hai?"

«Come siamesi»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora