(D)
"Sicura che non ti serva altro?"
"No Di, grazie per l'aiuto, ora vado a stare un pò da un'amica, ci vediamo più tardi?"
"Te la senti di uscire? Vuoi che ti accompagno?"
"No no davvero grazie, sto bene, a dopo." E uscì.
"Che strano" pensai tra me e me, quando arrivai a casa di Diego sua sorella sembrava stesse per morire, ma dopo un pacco di assorbenti e un bagno caldo sembrava come se non avesse più nulla.
Feci spallucce e mi andai a stendere sul divano accanto a Diego, completamente all'oscuro del casino che sarebbe successo da li a poco e dell'assurdo piano che lui e mio fratello avevano ideato alle mie spalle.
"Mario sta arrivando a casa" Mi disse
"Si ho appena ricevuto un suo messaggio, ma a te ha detto nulla? Dovrebbe stare ad allenarsi adesso, è successo qualcosa?"
"Credo che sia meglio lui a dirtelo, anche perché io ne so quanto te."
"Allora è successo qualcosa veramente!"
"Dipende da quello che ci dirà quando tornerà."
"Diego se sai qualcosa, in nome della nostra amicizia.. dimmelo."
"Se lo facessi tradirei un'altra mia importante amicizia, non mettermi in condizione di scegliere ti prego."
"Anche perché sceglieresti lui vero?"
Diego non rispose, ma quello già diceva tutto, effettivamente non potevo pensare che mandasse all'aria un'amicizia del genere per me, però non nego che ci rimasi un pò male, anche se non ne avevo propriamente il diritto.
Ci spostammo in camera a giocare ai videogiochi, e dopo una 15ina di minuti scarsi sentimmo suonare al citofono ed era mio fratello, che entrò in casa sudato e ansimante, doveva veramente aver corso per venire qua in tempo? Era così grave?
Cominciai a fare pensieri strani, tutta la situazione in sé per sé era strana in realtà, e più andavo avanti più mi venivano dei dubbi, e se Mario avesse scoperto tutto? Se sapesse dei miei affari loschi con Damiano?
La testa esplodeva di domande, e per l'esaurimento, una volta arrivato mio fratello a casa mi buttai quasi a peso morto seduta sul divano, con Diego che mi si sedette accanto e Mario che rimase in piedi davanti a noi.
"Non so come iniziare il discorso quindi arriverò dritto al punto... perché non mi hai detto che avevi iniziato a fare uso di quella roba?" Mi chiese poi.
"Di quale roba stiamo parlando?"
"Dell'erba"
Io non risposi, immediatamente lanciai un'occhiataccia a Diego e il suo sguardo mi fece capire la sua colpevolezza in questa faccenda, ma non mi arrabbiai veramente, sicuramente Mario gliel'aveva strappato via dalla bocca con la forza.
"Mi faccio solo qualche canna ogni tanto, non è la fine del mondo, lo fate anche voi."
"Si, ma avrei gradito che me l'avessi detto."
"Mario, mi sembri mamma quando parli così lo sai?"
"Di, ascoltami.. non te lo dico per avere controllo su di te, lo dico perché: 1, semmai dovessi aver bisogno di un aiuto sai chi chiamare, 2, perché mi hai fatto preoccupare, io pensavo fosse successo chissà che da come ti comportavi e invece si trattava solo di un pò d'erba."
In realtà non era solo 'un pò d'erba', non era solo 'una canna ogni tanto', la situazione era ben più grave di come si presentasse agli occhi di Mario e Dio solo sa quanto gli avrei voluto dire tutta la verità, ma non ci riuscì.. non ci riuscì mai.
"Hai ragione mi dispiace, non volevo farti preoccupare così tanto, avevo solo paura a dirtelo."
"Io non voglio che tu abbia paura con me."
"Hai ragione, scusa."
"Ora vieni qua forza, dammi un abbraccio."
Mario lanciò uno di quei sorrisi talmente dolci che non riuscì a fare a meno di ricambiare, mi alzai quasi di scatto e lo cinsi a me, affondando la faccia sul suo petto e concentrandomi sul battito del suo cuore.
"OWWW, posso venire anche io?" Disse poi Diego divertito.
"Dai coglione vieni qua."
Dopo la riconciliazione tutto sembrava fosse tornato come sempre, io Mario e Diego eravamo un trio molto affiatato, ed era come se in realtà di fratelli ne avessi avuti 2 anche se continuavo a vedere Diego con occhi diversi, con occhi pieni di amore, amore non corrisposto, ma sempre amore.
Ero in camera di Diego a giocare alla play da sola, mentre i ragazzi erano sul balcone della cucina a fumare, quando mi venne sete e li raggiunsi sorprendendoli alle spalle.
Prima di entrare però mi sembrò sentirli bisbigliare, allora cercai cauta e silenziosa di avvicinarmi per ascoltare meglio, non sentì bene il discorso ma una parola mi venne subito all'orecchio: "Damiano".
"Di cosa diavolo state parlando?!"
I ragazzi, prima di spalle affacciati sulla ringhiera, saltarono quasi in aria dallo spavento e d'impulso gettarono la canna di sotto, avevano un'aria strana, dovevo averli colti in flagrante a entrambi e mi sarei fatta dire tutta la verità.
"Diego mi stava raccontando della sua ragazza"
"Mario a me non risulta che la sua ragazza si chiami Damiano però."
"Mi stava raccontando del tipo che ti rompe le palle" disse poi Diego e dal tono della sua voce mi parve di intravedere un cenno di gelosia ma per quanto mi potesse esaltare l'idea cercai di focalizzarmi sul vero punto della questione.
"Non ci credo, sputate il rospo forza."
"Sappiamo che è lui a passarti la roba"
Fulminai mio fratello con uno sguardo, Damiano era l'unico che conosceva i dettagli del nostro accordo e Mario non poteva che esserlo venuto a sapere da lui stesso.
"Come hai fatto a scoprirlo?"
"Me l'ha detto lui."
"Di sua spontanea volontà?!"
Damiano non era stupido, sapeva benissimo che se avesse rivelato del nostro giro a mio fratello io avrei abbandonato tutto, non poteva averglielo detto così su due piedi.. sempre se Mario non l'avesse costretto.
"Ovviamente no."
"Fammi capire hai colto la prima occasione in cui non ero presente agli allenamenti per andargli a estorcere quest'informazione? Chi diavolo sei tu? Uno della CIA?!"
"Veramente..."
Intervenne Diego nella nostra discussione, e di nuovo mostrava un'espressione colpevole in volto, sperai con tutto il cuore che fosse solo una coincidenza ma ahimè.. mi sbagliavo.
"Ti ho fatta venire qui io, mi sono inventato la scusa di mia sorella per permettere a Mario di parlare con questo tizio."
"Diego.. l'hai fatto veramente?"
"..si."
Non ero arrabbiata, mi sentivo maledettamente ferita, tutto mai avrei pensato meno che le due persone a me più care potessero mettermi con le spalle al muro facendomi le cose così spudoratamente di nascosto.
Non sapevo decidere chi mi avesse fatta più male, forse Mario potevo quasi capirlo ma Diego.. in quel momento mi fu ancora più chiara la sua non-risposta di prima, avrebbe sempre e comunque scelto mio fratello anche a costo di fare del male a me.
Non dissi più nulla, semplicemente girai i tacchi e me ne tornai a casa, con il cuore spaccato a metà e la rassegnazione che avrei passato il peggior Natale della mia vita.
STAI LEGGENDO
«Come siamesi»
Fiksi PenggemarNessuno parlava più di lei. Quasi non se la ricordavano nemmeno. Diana non l'avrebbe voluto. Era marcia, lei, era sporca dentro, e non avrebbe mai voluto infettare la vita di suo fratello e quella dei suoi amici. Mario però se la ricordava, se la ri...