Capitolo 18

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(D)

Passò una settimana dall'incidente ed io me ne uscì con un lieve trauma cranico e un riposo obbligato per 15gg, chiesi a mamma di non dire niente a Mario, conoscendolo sarebbe sceso da Milano di corsa, e la mia vita tornò ad essere lo schifo che era prima.

Dopo l'accaduto con Damiano decisi che non sarei più andata in mezzo alla strada, ma che me ne sarei rimasta a casa a controllare la roba con due fedeli scagnozzi come guardie del corpo.

Quella mattina mi svegliai incredibilmente presto, presi il mio solito antidolorifico per il mal di testa che mi uccideva e chiamai Clara, la ragazza che mi dava il cambio quando dovevo uscire per delle commissioni da fare.

Appena varcata la soglia di casa ricevo una chiamata, sempre ben voluta ma del tutto inaspettata, da parte di Diego, sembrava parecchio giù di morale e mi chiese di raggiungerlo a casa sua per fargli compagnia.

"Sapevo che fossi andato a Milano con mio fratello pure tu."

"Si infatti, ogni tanto vado, sarei dovuto partire proprio oggi per registrare un pezzo con Mario e Sfera ma.. Sara m'ha lasciato."

"Come Sara ti ha lasciato.."

"Comincia a non andarle più bene questi miei continui spostamenti tra Milano e Cogo, che vuole più stabilità e blablabla.."

"Non l'ha ancora capito che è per il tuo bene, e che se lo fai è per garantirti tutta la stabilità di cui lei tanto parla?"

Nonostante Diego e Sara stessero insieme già da un anno, e nonostante io già la conoscessi, l'amore che provavo nei suoi confronti non era mai svanito, e tutt'ora al solo sentirla nominare ancora mi prendevano le fitte allo stomaco.

"Ho provato a spiegarglielo, ma non capisce."

"E' un percorso arduo il vostro, niente vi si viene regalato, sai quanti sbatti ancora dovrete passare? Quanti fallimenti ancora?"

"Ma io lo so benissimo, è lei che non capisce, tu sei stata così comprensiva con Mario, nonostante lo stretto rapporto che vi lega, delle volte vorrei che lei fosse come te."

Per un attimo mi si formò un nodo alla gola, quel 'vorrei fosse come te' mi rimbombava in testa come un martello pneumatico, quante cose avrei voluto dirgli in quell'istante, ma non riuscì a fare niente, come al solito.

"Senti, ci giriamo una canna e non ci pensiamo più?" Gli chiesi svagando.

"Ci pensi tu? Io metto su il caffè."

E cosi dopo aver preso il caffè, andammo in balcone a fumare e a chiacchierare, inconsapevoli del danno che eravamo in procinto di compiere.

"Senti ma.. io ti ho sempre parlato dei miei problemi sentimentali, tu non hai mai detto nulla però, non ci credo che un fidanzato non ce l'hai."

"E secondo te vengo a raccontare delle mie esperienze sentimentali con uno dei miei fratelli maggiori? Tua sorella ti parla di quanto scopa?"

"Grazie per avermi suscitato pensieri su mia sorella che fino ad ora non avevo neanche mai osato immaginare." Disse ridendo.

"Perché pensi che lei una vita sessuale non ce l'abbia? Bro, ma in che mondo vivi? Non siamo più nell'800."

"Ok forse hai ragione."

"Ecco, te l'ho detto io!"

"Ma... io non sono proprio tuo fratello."

Pronunciò quella frase in modo molto serio, il suo sguardo era enigmatico, teneva gli occhi fissi su di me senza mai battere ciglio, e mi sembrò di vederlo mordersi un poco il labbro inferiore.

Cercai di togliermi subito quell'immagine dalla testa, sarà stata un'allucinazione, un gioco sbagliato di luci e illusioni ottiche, Diego non poteva veramente lanciare messaggi così palesemente provocatori a me.

"Si, c'è, no.. nel senso non lo sei, ma per me è come se lo fossi."

Tentai inutilmente di svagare, cercando di ammazzare quella situazione di disagio e imbarazzo che si era venuta a creare, ma Diego non mosse un muscolo, avevo ancora quel suo sguardo fitto e tagliente addosso.

"Lo sai che non ti giudicherò."

"Senti come siamo finiti a parlare di chi mi porto a letto?"

"Veramente ne hai appena parlato tu per la prima volta, perché io ho semplicemente chiesto se avessi il ragazzo oppure no."

"Ottimo Diana, bella prova veramente." mi dicevo tra me e me mentre Diego se la rideva sotto i baffi e io sentivo le mie guance andare letteralmente a fuoco dall'imbarazzo.

"No, non ho il ragazzo."

"Bene."

"In che senso bene...?"

"Sto per fare forse la più grande cazzata della mia vita, ma tu mi mandi fuori di testa."

"Diego.. mi stai facendo preoccup..."

Non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai le sue labbra contro le mie e nel mio stomaco erano partiti i fuochi d'artificio, sentivo il cuore battermi in gola talmente forte che dovetti stringermi il petto come se potesse scoppiarmi da li a poco.

"Che succede? Ti senti bene?" Disse Diego tirandosi indietro preoccupato dal mio gesto.

"No sto bene scusami.. non sono mai stata così bene in realtà."

"Come hai detto?"

L'ultima frase la bisbigliai per non fargli capire che ciò che aveva appena fatto era tutto quello che volevo ormai da anni, una volta staccati mi dovetti dare un buffetto sulla guancia convinta ancora che tutto quello fosse solo un sogno.

"Senti scusa, se ti ha dato fastidio facciamo come se niente fosse mai successo." Mi disse poi.

"Diego l'unica cosa che mi ha dato fastidio... è il fatto che tu ti sia fermato."

Senza nemmeno pensarci su due volte Diego mi venne incontro e mi baciò nuovamente, con ancor più vigore della prima volta, mi prese in braccio tirandomi su dalle gambe e mi portò in camera sua.

«Come siamesi»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora