Noises

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Era notte fonda, ma i pensieri non volevano darmi pace. Guardai l'ora sulla mia sveglia e segnava le 2:09 am. Non sapevo bene cosa fare, ma di dormire proprio non ne avevo voglia.

Presi il cellulare dalla scrivania e digitai il numero di Steve. Attesi diversi squilli, ma a giudicare dall'ora stava già dormendo. Con tutto quello che stava passando probabilmente era sempre stanco in quei giorni. Proprio quando decisi di schiacciare il tasto rosso per mettere giù, dei rumori presero a farsi sentire dall'altra parte della cornetta.

Sentivo il suo respiro assonnato, ma sapevo che non avrebbe detto nulla finché non avessi parlato io per prima. <<Non riesco a dormire, ti va di andare lungo le vecchie rotaie?>> Chiesi. A qualsiasi altra persona sulla terra sarei probabilmente sembrata pazza, ma sapevo che Steve non era come gli altri.

<<Ci vediamo tra mezz'ora al cimitero per auto.>> Rispose con la voce ancora impastata dal sonno. Sapevo che probabilmente l'avevo appena svegliato, ma avevo bisogno di raccontargli quello che stava succedendo. Il cimitero per auto era in realtà lo sfasciacarrozze della città, ma sin da quando eravamo piccoli lo avevamo soprannominato in quel modo perché tutte le auto non più funzionanti venivano mandate lì.

Mi alzai dal letto per poi mettermi un' enorme felpa che mi arrivava fino a metà cosce. Sotto indossai dei leggins neri e ai piedi degli anfibi scuri. Misi un cappotto pesante e una sciarpa di lana. Mi guardai velocemente allo specchio e sembravo un omino fatto da strati di vestiti. Presi una torcia che tenevo tra mille cianfrusaglie nei cassetti dell'armadio e aprii la finestra. Probabilmente sgattaiolare fuori di casa nel cuore della notte passando dalla finestra della camera era un cliché, ma non potevo permettermi di svegliare i miei genitori.

Così, feci un salto per poi arrampicarmi al tubo di scolo della grondaia. Scivolai giù fino a terra. Mi guardai attorno e l'unica cosa viva in quell'istante era il gatto dei vicini davanti a noi che correva verso un albero. I lampioni davano una luce suggestiva alla vista e la neve rendeva tutto così mistico. Mentre mi dirigevo lungo il marciapiede, la mia attenzione venne catturata dalla casa degli Hargrove. Alzai lo sguardo per notare che una delle camere era ancora accesa. Poi ritornai a ciò che stavo facendo quando per poco non inciampai nella neve.

***

Arrivai ai cancelli della struttura e vidi in lontananza una figura avanzare verso la mia direzione. Capii che fosse Steve quando con la mano si tirò il ciuffo all'indietro. Non c'era molta luce, ma non appena accese la torcia lo imitai. Non disse nulla, si limitò ad andare verso il retro del cimitero per auto. Quando vide la parte della rete di metallo spaccata a metà si abbasso per alzarne un pezzo. Mi fece cenno di abbassarmi per attraversarla. Obbedii per poi aiutarlo a passare una volta andata dall'altra parte.

C'erano scheletri d'automobili ovunque e l'unico lampione in mezzo allo spiazzo non faceva altro che sfarfallare rendendo il posto soltanto più inquietante. Normalmente non sarei mai venuta in un posto del genere di notte da sola, ma con Steve mi sentivo al sicuro.

Attraversato il demolitore per auto, finalmente eravamo ai binari del vecchio treno. Prendemmo a camminare lungo quella via che avevamo orami percorso chissà quante volte da quando eravamo piccoli. Se non fosse stato per le nostre torce non saremmo riusciti a vedere nulla lungo il sentiero.

<<Quindi, perché non riesci a dormire?>> Mi domandò improvvisamente Steve senza alzare lo sguardo dal sentiero.

Io aspettai un po' a rispondere, non sapevo ancora bene che risposta avrei dovuto dargli.

<<Ho visto che te ne vai in giro con quell'idiota negli ultimi gironi.>> Aggiunse il mio migliore amico cercando di farmi scattare qualcosa, una reazione.

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