Stranger Twins

Scars

*4 mesi dopo*

Non c'era cosa più bella che il sole alla mattina durante la primavera. La stagione che preferivo era sempre stata l'autunno, ma la speranza di rinascita che dava quel periodo dell'anno era una vera forza della natura. Mancavano circa dieci minuti al suono della prima campanella di scuola. Uscii dalla porta d'ingresso quando sentii il rumore del clacson di un auto. Mi voltai per vedere quella Camaro blu che avrei ormai riconosciuto tra un milione.

Mentre mi avviavo lungo il vialetto mi diedi un'occhiata veloce e se non avessi dimenticato qualcosa. Indossai dei jeans larghi e un maglione leggero color giallo. Ai piedi avevo delle All Star nere e come sempre misi un fiocco colorato tra i capelli. Tolsi la cartella dalle spalle non appena aprii la portiera della macchina.

<<Non vorrai farci fare tardi.>> Disse Billy abbassando gli occhiali da sole. Io lo guardai e lui mi sorrise debolmente. Poi mi voltai per salutare Max; ormai avevamo il nostro saluto segreto che rappresentava delle strette di mani e poi uno schiocco di dita. Negli ultimi mesi erano cambiate così tante cose e la cosa più sorprendente fu che con il tempo io e Billy, invece che ucciderci a vicenda, iniziammo a conoscerci meglio capendo che forse non eravamo così detestabili come avevamo sempre immaginato.

Mentre percorrevamo la strada che separava casa dalla scuola, non potevo ignorare i volantini appesi ai pali della luce lungo le strade. Da quei lontani e freddi giorni di dicembre nessuno vide più Nancy Wheeler. Era come scomparsa nel nulla. I suoi genitori appesero dei volantini con stampata la sua faccia in giro per la città avvisando chiunque la conoscesse, compreso lo sceriffo. Mi ricordo ancora che quando i genitori annunciarono di volersi trasferire, Steve ne fu devastato. Inizialmente pensò che potesse essere colpa sua, che avesse sbagliato qualcosa. Ma la verità era che c'era sotto qualcosa di più grande di un diciassettenne dell'Indiana con il cuore spezzato.

Il rumore delle ruote dell'auto mi riportò alla realtà. Billy aveva appena parcheggiato fuori dalla scuola e tutti e tre scendemmo dalla macchina. Max ci salutò per poi correre dentro all'istituto con un gruppo di ragazzini. Io mi incamminai verso l'entrata quando sentii chiamare il mio nome. Mi voltai e vidi Billy appoggiato alla portiera della sua auto. Piegò l'indice della mano diverse volte verso sé stesso indicandomi di raggiungerlo. Io alzai gli occhi al cielo: ci stava facendo fare tardi.

<<Muoviti o ci beccheremo un ritardo.>> Lo rimproverai mettendomi la cartella di nuovo sulle spalle. Lui scosse la testa picchiettando con la mano lo spazio accanto a sé della portiera. Lo accontentai per poi mettermi accanto a lui.

<<Ho visto che guardavi i volantini di Nancy venendo qua.>> Disse continuando a guardare gli studenti entrare a scuola. Dannazione.

<<Non riesco a pensare che sia sparita e i suoi si siano trasferiti in un'altra città.>> Risposi sinceramente. Mesi prima non mi sarei mai aperta in quel modo con Billy, ma con il tempo ho scoperto che quel ragazzo poteva essere molto comprensivo.

<<Continuo a credere che il tutto abbia a che fare con quegli strani rumori che abbiamo sentito quella notte, Kat.>> Spiegò per poi voltarsi guardandomi negli occhi. Riconoscevo quell'espressione: era totalmente serio. Billy, Steve ed io tendemmo a dimenticare quella notte, specialmente perché io e il mio migliore amico parlammo di Nancy tutto il tempo e non era un ricordo che volevo far riaffiorare. Persa tra i mie pensieri, alzai lo sguardo per vedere la figura di Steve entrare a scuola. Lo chiamai d'istinto. Sentii lo sguardo di Billy bruciarmi sulla pelle, ma era troppo tardi: Steve stava venendo verso di noi.

La prima cosa che feci fu quella di abbracciarlo. Lui ricambiò l'affetto, ma con meno enfasi. Lo strinsi forte a me, ma riuscivo a sentire le sue braccia deboli cingermi i fianchi. Il suo profumo mi entrò nelle narici e giurai che avrei potuto morire in quel momento.