Quando entrai in casa non c'era nessuno. Salii al piano di sopra per farmi una doccia veloce. Aprii il getto dell'acqua fredda, faceva troppo caldo e sembrava di stare in una sauna. Mentre presi ad insaponarmi i capelli, iniziai a pensare a come sarebbe stato bello se l'acqua della doccia potesse lavare via anche tutte le mie preoccupazioni.
Una volta uscita dalla doccia, mi guardai allo specchio. Notai i miei capelli rossi e mi domandai per quanto tempo mi sarebbe durata quell'ultima tinta. Non sapevo ancora dove saremmo andati o cosa avremmo fatto, ma restare in quel posto si sarebbe rivelato un grosso errore. Era ormai palese che ci fosse qualcosa che non quadrava: Billy era ricercato da quelle persone come se fosse la stagione della caccia e la dottoressa Evans stava nascondendo qualcosa.
Andai nella mia camera e mi sedetti sul letto aprendo le ante del mio armadio. Mi domandai quali vestiti sarebbero potuti andare bene per qualsiasi cosa stessimo per fare ed improvvisamente il mio unico pensiero fu un patetico cliché: non ho niente da mettermi.
Guardai velocemente l'ora sul mio orologio da parete e mancavano circa cinque minuti. Non avevo più tempo per pensare. Indossai dei pantaloncini corti neri e sopra una maglia lunga bordeaux con delle scritte mentre ai piedi misi delle Vans nere. Presi un borsone scuro e ci infilai dei vestiti, un giubbotto e dei soldi. Scesi poi al piano di sotto dirigendomi verso la cucina. Presi del cibo che trovai nelle credenze e delle bottigliette d'acqua.
Mentre mi diressi verso la porta d'ingresso, il mio sguardo si posò involontariamente sulla foto di famiglia appesa sul muro. Mi fermai a guardarla: avevo circa cinque anni, indossavo un completo bianco, così come i miei genitori. Mia madre e mio padre sembravano davvero giovani e felici. Sapevo che nelle foto bisognava sorridere per forza, ma ricordo che era un bel periodo quello. Ovviamente io non sorrisi, semplicemente cercai di sforzarmi nel piegare gli angoli della bocca all'insù.
Abbassai lo sguardo e decisi che avrei dovuto scrivere qualcosa ai miei genitori o si sarebbero sicuramente preoccupati. Mi sforzai di pensare a qualcosa di credibile. Strappai uno sticker dal blocco sopra il tavolino all'ingresso. Presi un pennarello e tolsi il tappo con la bocca.
"Sono da Pandora per qualche giorno. Vi voglio bene, K."
Sperai che la scusa di essere andata da mia cugina per un po' potesse passare credibile ai loro occhi.
Uscii di casa e quando mi voltai verso il vialetto trovai Billy e Steve con le braccia conserte sul petto mentre mi guardavano irritati.
<<Avevi detto quindici minuti, Kat.>> Si lamentò Steve. Effettivamente avevo detto così, ma mi persi guardando quella foto. Dannazione.
Billy salì in auto e si mise sul sedile anteriore, accanto a Steve, che guidava la macchina. Io ero seduta nei sedili posteriori insieme agli zaini di tutti e tre. Il moro iniziò ad uscire dal quartiere per poi chiedermi dove dovessimo andare. La verità era che non ne avevo la più pallida idea, ma non potevo dirglielo. Lanciai uno sguardo a Billy, ma i suoi occhi continuavano a seguire il panorama che si proiettava fuori dal finestrino dell'auto. Sembrava come se non si stesse accorgendo della situazione e che tutto quello era per aiutarlo.
<<Dovremmo andare in un posto dove non possano venirci a cercare.>> Spiegai continuando a guardare lungo la strada.
***
Eravamo ormai in viaggio da circa un'ora e Steve si era fermato ad una stazione di benzina per fare rifornimento. Io e Billy entrammo nel piccolo negozio lì accanto per prendere qualcosa da mangiare. Per tutto il viaggio, quel ragazzo non aprì bocca e, conoscendolo, era davvero strano.
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Stranger Twins
FanfictionNon era mai successo nulla nella cittadina di Hawkins, Indiana e lo stesso valeva per la vita di Katherine Fitch, meglio conosciuta come Katie. Quando a Hawkins si presenterà Billy Hargrove, però, la città farà emergere nuovi misteri e le cose dive...