Lasagne

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Quella domenica mi trovavo fuori dalla porta d'ingresso degli Hargrove con i miei genitori. Guardai mia madre sporgersi in avanti per poi premere il campanello posto accanto alla porta in vetro. Mi sistemai di nuovo il fiocco tra i capelli; almeno avrei evitato che quell'imbecille me ne prendesse un altro. Indossavo un vestito scuro che arrivava poco sopra alle ginocchia. Non era nulla di troppo impegnativo, ma era comunque carino. Ai piedi avevo i miei soliti anfibi scuri, faceva così dannatamente freddo.

Un rumore mi riportò alla realtà quando la porta si aprì rivelando il volto sorridente di Susan.

<<Eccovi!>> Esclamò la donna facendoci entrare. I miei genitori si misero già comodi come se tutti quanti fossero amici da sempre. Mia madre corse in cucina con Susan, la quale le rivelò tutti i segreti culinari per delle lasagne perfette, mentre mio padre andò in salotto a sedersi sul divano insieme a Neil che stava commentando la partita di basket alla tv.

Mi guardai attorno per notare ogni minimo dettaglio. Non era una casa particolarmente sfarzosa, ma era comunque accogliente. Predominava il legno e i mobili erano sempre su una tonalità scura. L'ingresso era formato da un lungo corridoio. Ai lati c'erano rispettivamente la cucina e il salotto con la sala da pranzo. Poi c'era il bagno degli ospiti accanto ad una scala a chiocciola in legno massiccio.

<<I ragazzi sono di sopra, Katie.>> Sentii urlare Susan dalla cucina. Mi domandai il perché avesse già preso la confidenza di chiamarmi con il mio diminutivo. Ignorai il fatto che secondo lei io volessi avere a che fare con il suo figlioccio, ma salii le scale per andare da Max.

Il piano superiore era composto da un corridoio dalle pareti color giallo sole con ben cinque porte ai lati. C'era un piccolo tavolo in mogano su entrambi i lati sui quali vi erano due vasi in ceramica blu. All'interno c'erano dei fiori: quelli sulla sinistra erano rose bianche e sulla destra delle orchidee violacee. Alle pareti erano appesi dei quadri, ma nulla che rappresentasse i proprietari. Mi domandai il perché non ci fossero foto di Maxine o Billy, o ancora di più di Neil e Susan.

Mentre ero persa a guardarmi attorno sentii una voce squillante chiamarmi.

<<Finalmente sei arrivata!>> Esclamò Max venendomi incontro per poi abbracciarmi. Non ero tanto alta, ma quella ragazzina mi arrivava circa al petto e non faceva altro che stringermi la vita con le sue braccia esili. Poi si staccò e la guardai meglio.

<<Mi piace davvero tanto il tuo vestito.>> Disse Max sorridendo. Sembrava così calma e solare quel giorno, era bello vederla così. La guardai per accorgermi che indossava dei jeans chiari e un maglione rosso scuro. Ai piedi aveva delle scarpe da ginnastica bianche e mi piaceva così tanto il suo stile. Mi prese la mano prendendo a camminare per il corridoio. Aprì la porta di quella che poi scoprii essere camera sua. Non era grandissima, ma era comunque davvero accogliente. Le pareti erano di un color viola, simile a quello delle orchidee fuori appoggiate nel vaso sul comodino. Un' enorme vetrata donava luce alla stanza rendendo il tutto ancora più confortevole. Alle pareti c'erano poster di band musicali, skateboard e della California. Sotto la vetrata c'era una piccola scrivania in legno chiaro con una sedia a puff rosa fluo. Il letto era davvero grande posto verso Nord. C'erano libri e vestiti sparsi un po' ovunque, ma era normale per una ragazzina della sua età.

<<Hai davvero una bella camera, Max!>> Mi complimentai con quella ragazzina che sembrava fuoco puro. Lei guardò fuori dalla finestra per poi sospirare.

<<Avresti dovuto vedere quella che avevo in California: era almeno il doppio di questa e le pareti erano tutti ricoperte dai miei disegni.>> Rispose poi guardandosi attorno, come se potesse mettere i ricordi su carta da parati. Rimasi a guardarla. Mi dispiaceva così tanto per lei, doveva essere l'unica normale in quella famiglia di matti.

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