Midnight

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Non appena la porta dietro di me si chiuse, un vento fresco mi scompigliò i capelli. Cercai di sistemare i ciuffi dietro le orecchie e poi mi affacciai dalla ringhiera che faceva da passerella per tutte le altre stanze del Motel.

Lo sfrecciare delle macchine lungo l'autostrada era come ipnotico.

<<Non hai freddo?>> Sentii all'improvviso. Mi voltai verso quel suono per trovare un ragazzo abbastanza alto e magro piegato come me sulla ringhiera. La pelle assumeva un colore pallido, ma era colpa delle luci al neon di quel posto. I capelli erano mori e gli occhi erano scuri. Abbassai velocemente lo sguardo su di me e forse aveva ragione: indossavo ancora le stesse cose di quel giorno; forse solo una maglietta e dei pantaloncini non erano qualcosa con cui scaldarsi la sera.

<<Forse sì, ma il mio corpo ancora non lo sa.>> Risposi facendo spallucce. Lui si tolse la sigaretta dalla bocca e si avvicinò verso di me. Allungò una mano e <<Piacere, mi chiamo Jonathan!>> Esclamò presentandosi. Io sorrisi passivamente e lo imitai.

<<Sono Katherine.>> Risposi per poi tornare a guardare davanti a me.

<<Che ci fai in un posto come questo, Katherine?>> Mi chiese per poi porgermi una sigaretta. Io abbassai lo sguardo verso quel pacchetto completamente bianco e rimasi a fissarlo per un po'. Ero davvero attirata da quella proposta, ma tempo prima mi promisi di smettere di fumare, così scossi la testa rifiutando. Lui annuì e si rimise il pacchetto in tasca.

<<Potrei farti la stessa domanda, Jonathan.>> Risposi.

Lui ridacchiò per poi annuire. <<Sto aspettando una persona.>> Disse buttando fuori il fumo dalle labbra sottili.

<<Capisco, stai aspettando l'amante.>> Commentai sorridendo. Lui scoppiò a ridere per poi guardarmi. Mi voltai verso di lui e trovai quel suono davvero divertente, così iniziai a ridere insieme a lui.

<<Non sono quel tipo di persona, sono già abbastanza in difficoltà a gestire me stesso, figuriamoci avere una doppia relazione!>> Rise quel ragazzo ispirando dalla sua sigaretta che teneva tra le dita esili. <<Vedi, c'è questa ragazza.. ci sentivamo da un po' e poi è scomparsa all'improvviso qualche tempo fa. Oggi mi ha chiamato dicendomi di trovarci in questo posto intorno a mezzanotte.>> Spiegò Jonathan. Dalle sue parole riuscii a capire che quella ragazza doveva piacergli sul serio.

<<Quale ragazza al mondo vorrebbe incontrare un ragazzo in un posto come questo? Senza offesa, ma non penso che ci sia un cambio lenzuola alla mattina.>> Ironizzai cercando di sollevare il morale, sembrava come deluso. Consumò quella sigaretta velocemente per poi buttare il mozzicone giù dalla ringhiera. Mi incantai a guardare quel piccolo pezzettino ormai consumato e grigiastro cadere nel vuoto fino a schiantarsi al suolo.

<<Hai ragione, ma Nancy è sempre stata un po' così.>> Rispose lui scuotendo la testa con un sorriso amaro. A quel nome il sangue mi si raggelò nelle vene. Chiesi a Jonathan da quanto tempo non aveva più sentito quella ragazza ed era lo stesso lampo di tempo in cui Nancy era scomparsa. Non riuscii più nemmeno a ragionare, ero come in trance. Il ragazzo mi posò una mano sul braccio <<Katherine, stai bene?>> Chiese piegando la testa di lato.

Dovevo sembrargli pazza, ma afferrai la mano di Jonathan e mi voltai aprendo la porta della camera. Trovai Steve vicino alla tv in pigiama e Billy steso sul letto a torso nudo con solo la tuta addosso. I loro occhi mi guardarono come se avessero appena visto la scena più orribile della loro intera esistenza.

<<Scusa, ma ti sembra il caso di portarti in camera un ragazzo quando ci sono anche i tuoi amici?>> Chiese Steve mettendosi istintivamente le mani sui fianchi.

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