Stranger Twins

Getaway

Arrivammo a scuola quando le lezioni erano già iniziate. Entrammo nell'istituto vagando per le classi cercando Billy. Controllammo velocemente gli orari esposti in bacheca; a quell'ora il biondo avrebbe dovuto frequentare l'ora di ginnastica.

Steve ed io corremmo velocemente in palestra per poi vedere la squadra di basket allenarsi e tra loro vedemmo il nostro amico. Ci avvicinammo e notai dei segni scuri sulle braccia. Le immagini dell'altra sera si scagliarono nella mia mente come tanti piccoli tornadi e cercai di mandarli via.

<<Harrington, finalmente ci onori della tua presenza!>> Esclamò il coach McGuire con aria minacciosa in direzione del ragazzo accanto a me. Notai come Steve iniziò a sudare freddo, non poteva permettersi di non essere più il capitano della squadra. A quelle parole, anche gli occhi glaciali di Billy si voltarono verso di noi e non sembrava affatto sorpreso di vederci.

<<Mi scusi coach, ma ho avuto dei problemi con il ginocchio e->>

<<Non fare la ragazzina, Harrington. Se vai avanti così dovrò revocare la tua posizione.>> Si lamentò l'allenatore posando le mani sui fianchi. <<Non sarà forse la presenza di Fitch che ti distrae dagli allenamenti?>> Domandò l'uomo posando i suoi piccoli occhi giudiziosi su di me. Mi domandai se si sentisse superiore a tutti quelli dentro a quella palestra solo per uno stupido attestato di allenatore.

Stavo per rispondergli a tono quando <<Coach, sono qua per me. Mi dia cinque minuti.>> Mi precedette Billy venendo verso di noi, ovviamente sempre senza maglietta. L'allenatore annuì per poi ritornare verso gli altri giocatori.

Era la prima volta che rivedevo Billy dopo quello che avevo scoperto e mi sentivo così strana mentre stava davanti a noi, con l'aria affaticata. Aveva la fronte imperlata di sudore e i capelli bagnati erano totalmente arricciati. Le spalle si alzavano e abbassavano a ritmo irregolare come il suo petto. Non sapevo bene come iniziare il discorso e non ero nemmeno tanto sicura di volerlo fare in quel momento.

<<Cosa sono quei lividi?>> Domandò improvvisamente Steve indicando quei segni scuri circolari sul corpo. Io spalancai gli occhi cercando di attirare la sua attenzione.

<<Lo sai bene che qualche livido è normale quando si gioca a basket.>> Rispose il biondo con sguardo vacuo. Sapere che stava mentendo mi creò un nodo allo stomaco.

<<Gioco da anni e non ho mai avuto lividi del genere così frequenti.>> Continuò Steve. Io lo tirai per un lembo della sua maglia per attirare l'attenzione, ma evidentemente Steve non capì proprio i miei segnali.

<<Non capisco perché sembriate così preoccupati per qualche livido.>> Incrociò le braccia Billy flettendo di riflesso i suoi addominali. Non sapevo nemmeno cosa rispondere in quel momento, stava succedendo così velocemente e il moro sembrava non volermi dare ascolto.

<<Perché sappiamo come ti sei procurato quei lividi, Billy.>> Sputò Steve senza nemmeno darmi il tempo di recepire le sue parole. Cosa diavolo aveva fatto? Gettai uno sguardo di sfuggita verso il ragazzo di fronte a noi e l'unica cosa che comparve sul suo volto fu un ghigno sull'angolo destro delle sue labbra rosee. A quel punto, il mio migliore amico sembrò stupito da quella reazione.

Il biondo si voltò mugugnando <<Non avete la minima idea di quello che dite.>> Iniziando a camminare. Io cercai di far capire a Steve che non fosse il momento più adatto per affrontare quella situazione, ma lui mi superò afferrando il braccio di Billy per poi farlo voltare e trovarselo faccia a faccia.

<<Sappiamo che tuo padre ti ammazza di botte.>> Sbottò Steve e quelle parole ebbero lo stesso rumore di un pezzo di vetro che si rompeva sul pavimento in mille pezzi. Guardai quella scena tanto triste prendere vita. Non avrei mai voluto che Billy venisse a conoscenza di quello che sapevamo in quel modo. Successivamente, Steve si voltò verso di me e <<Sei soddisfatta ora?>> Domandò per poi lasciare la presa sul braccio del biondo. Io rimasi a bocca aperta non sapendo bene cosa pensare. Non capii davvero il motivo di quel suo comportamento.