Frank Sinatra, VI

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I monologhi di mia madre

- Eravate in piazza ieri? (Ma perché uscite sempre senza dire dove andate? Non posso mica fare questa vita per sempre!). Io l'ho vista in televisione, la presentazione. Stupefacente non è vero? Ma ci pensate, lo spazio!?! Tra pochi anni potremmo andare a fare un picnic sulla Luna di domenica. Già mi immagino il bollettino del traffico e le partenze intelligenti. Bollino rosso durante la settimana del perielio lunare. Si prevedono code e rallentamenti all'imbocco dell'esosfera e al km 200.000 dello spazio esterno. Ahah. Odiavo la fisica al liceo. L'unica cosa che mi piaceva era la cosmologia. Chissà se creeranno anche degli autobus per andare fin laggiù. Altrimenti mi sa che noi ce lo scordiamo il picnic sulla Luna. Magari metteranno anche in vendita delle smartbox. Già mi immagino i titoli: "fantascienza e benessere". Ahah. Oppure: "tintarella di terra". Ahah. Certo, se non istituiscono il pulmino credo che non potremo andarci mai. Non abbiamo neanche la macchina. Chissà se il signor Carlo ha fatto un pensierino su uno di quei mini shuttle, magari potrebbe darci un passaggio. Cosa ne pensi tesoro? Ah, a proposito di passaggi, oggi mi ha accompagnato a lavoro Vilma, ricordate? La mia collega, quella con il cugino fidanzato con una ragazza che lavora in F-MIM. Mi ha detto che tra poche settimane cominceranno ad assumere e ha aggiunto anche che avranno bisogno di moltissime persone. Non per fare gli shuttle, per quelli c'è bisogno di operai specializzati, gente che sappia cosa sta facendo. Vi immaginate cosa potrebbe succedere se mettessero un incompetente a costruire un'astronave? Mi ha detto Vilma però che avranno bisogno di tanti operai per costruire il ponte. Mi ha anche detto che per ultimarlo ci vorranno tre anni, ma secondo lei in realtà ce ne metteranno cinque, o forse più. D'altronde siamo in Italia, no? E poi che probabilmente ne costruiranno un secondo in Brasile, perché così gli americani saranno più comodi, e un terzo in Pakistan, per il mercato asiatico. La cosa interessante è che dicono che gli operai che costruiranno il ponte qui a Torino, probabilmente verranno assunti anche per costruire gli altri due. Non vi pare una cosa bellissima? Se vi assumessero avreste un lavoro assicurato per molti anni.

Sono un po' dispotici i monologhi di mia madre, perché colonizzano quasi tutte le parole nella stanza, ma quando lei non è a casa con noi è forte la sua mancanza. Tiene acceso il focolare domestico con le sue parole. Senza di lei probabilmente ognuno mangerebbe in camera sua e quando vuole lui, cibo in scatola. È anche vero che i monologhi di mia madre spesso avvampano litigate epocali. Proprio come quella sera con mio fratello.

- Ma noi lavoriamo già – la interruppe lui

- Ma certo tesoro. Il fatto è i vostri lavoretti non vi permettono di essere indipendenti. E poi siete assunti in nero o con collaborazioni saltuarie. Questo potrebbe essere un lavoro con una prospettiva. E sai che fortuna di questi tempi?

- No, non lo so. Dovrei sperare di essere fortunato a tal punto da abbandonare una cosa che amo fare, spaccarmi la schiena per un po' di tempo per poi tra quindici anni diventare un operaio quarantenne fuori mercato? Sarebbe proprio una bella fortuna mamma.

- Non mi sembra proprio il caso di fare il duro e puro mentre mamma fa il bucato, stira, ti prepara da mangiare e ti mantiene economicamente.

- Guarda che non ce n'è bisogno

- Ah no? E allora dimmi: come ti manterresti da solo?

- Non sono fatti tuoi!

- E invece sì, perché io e papà non ci saremo per sempre, quindi non potrai fare il figlio a carico per tutta la vita

- Se la metti su questo piano puoi anche smettere di preoccuparti del "figlio a carico" già da ora.

- Alberto dai! - s'immischiò mio padre, troppo tardi però – Potrebbe essere anche un'esperienza arricchente, che fa curriculim

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