Cantiere, III

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Uno dei personaggi principali di tutti questi ricordi è Marica. L'ho conosciuta in una libreria, quand'erano passati ormai molti mesi da quando avevo cominciato a lavorare. Ero in una libreria perché stavo cercando un regalo per Alberto; non avevo molta fantasia in questo, né lui aveva interessi oltre alla lettura, quindi ogni anno gli regalavo un libro. Una volta avevo provato a uscire dal seminato, comprandogli una maglietta con la citazione di un libro, e lui aveva reagito con un <<Ah>>. Ovviamente non gliel'avevo mai vista addosso. Immagino che fosse una sorta di messaggio per farmi capire indirettamente che lui per il suo compleanno voleva un libro e nient'altro; ma quale? Dire che i suoi gusti erano difficili è dire poco. Detestava, tranne rare occasioni, i contemporanei italiani, aveva letto molti classici, quindi era facile regalargli un doppione; la letteratura americana tranne quella ambientata durante la corsa all'ovest; era appassionato di poesie, ma leggeva solo versi liberi. L'elenco potrebbe andare avanti a lungo e io lo stavo ripetendo tra me e me mentre mi aggiravo tra i vari scaffali, quando incontrai Marica: due grandi occhi verdi incastonati sopra una galassia di lentiggini, la pelle lattea, il corpo slanciato dentro un vestito azzurro che ondeggiava poco sopra il ginocchio. Doveva aver notato la mia indecisione, perché mi seguiva con gli occhi. Incrociammo gli sguardi e io li buttai in un angolo, la sezione dedicata alla musica. Feci passare qualche secondo poi decisi di cercarla di nuovo. Tuttavia, quando rialzai gli occhi, la trovai a pochi centimetri da me.

Ciao


Feci un balzo nervoso all'indietro, facendo cadere in terra una pila di best seller. Tutti si girarono a guardarmi e io, rosso per la vergogna, farfugliai delle scuse al commesso e cominciai a riordinare la pila. Lei si chinò vicino a me con i capelli rossi che mi sfiorarono la faccia e il profumo al fiore di loto che mi accarezzò. Ridacchiò, ma non per prendermi in giro: come una bambina sull'altalena. Io fui contagiato da quella bellezza e le sorrisi, porgendole la mano:

Andrea

Marica


Sistemammo insieme la pila di libri e, quando capì che stavo cercando un regalo, mi prese per mano e mi trascinò al piano superiore. Corremmo quasi sulle scale a chiocciola, fino a raggiungere la sezione "filosofia e politica". Lì scoprii che era una dei portavoce del centro sociale Punto Fermo, ossia quelli che avevano buttato nel po' uno degli ologrammi di Frank Sinatra durante la manifestazione di protesta. Era un torrente di parole che mi scorreva addosso e io faticavo a seguirla perché mi perdevo nella musicalità della sua voce. Le interessavo? Perché? Io rispondevo a monosillabi imbarazzati; provavo a concentrarmi sul discorso, ma puntualmente mi perdevo in quegli occhi blu o ad osservare le varie forme che assumevano delle sue labbra sottili mentre parlava. Era tattile: sembrava avere bisogno di mantenere un contatto fisico con me per dare efficacia alle sue parole. Mi stringeva al braccio per trascinarmi verso una parte o l'altra dello scaffale, quando trovava un libro interessante si appoggiava a me, fianco contro fianco, lo sfogliava e cominciava a leggerlo a voce bassa. Per sentirla dovevo abbassare la testa verso di lei (una ventina di centimetri ci dividevano); a quella distanza percepivo il suo respiro caldo. Di tanto in tanto alzava gli occhi verso di me, mescolando le sue idee con l'abbozzo di un sorriso. Perché faceva così? Come potevo interessarle?

Davvero non conosci il Curdo?

Scossi la testa

Lui è uno dei migliori uomini che esistano sulla terra. Ha combattuto per la liberazione del Kurdistan, dei Baschi, della Siria, del Tibet, del Punjab. La sua autobiografia, "La mia rivoluzione", è stato stampato per la prima volta a Kobane, clandestinamente, poi è diventato un best seller. Li ha fregati, capisci? Tutti vogliono leggerlo e quindi, anche se lo combattono, sono costretti ad esporlo su scaffale


"Loro chi?" pensai ma non osai chiederglielo

Questo è un libro epocale, migliore di qualsiasi storia reale o inventata. Il nuovo Diario di una motocicletta, che libri piacciono a tuo fratello?

Solo quelli belli

Allora questo è perfetto


Non ci volle altro per convincermi, anche perché il libro era l'ultima cosa a cui stavo pensando. Marica, Marica, Marica: il desiderio di stare tutto il tempo con lei mi aveva aggredito con violenza e tutto stava per finire. Eravamo in coda alla cassa, poi quell'incontro sarebbe finito.

Uscimmo in strada, sotto il portico, con il suo braccio attorno al mio, in un tardo pomeriggio di primavera ancora tiepido. Marica stette in silenzio per qualche istante, fissando un punto nel vuoto e con le labbra tese e semi aperte, come se dovesse prendere fiato e riordinare le idee. Poi si mosse quasi di scatto, frugò nella borsetta dalla quale tirò fuori un bloc notes e una penna, strappò mezzo foglio e ci scrisse sopra il suo numero e il suo nome, lo piegò in due parti e me lo porse

Nel caso ti servissero consigli per altri libri. Sono molto brava a fare regali.

Feci per prendere il foglietto, ma lei con lo stesso tipo si impulso nervoso che l'aveva risvegliata dal silenzio poco prima ritirò la mano indietro facendomi acchiappare l'aria. I suoi occhi si fecero seri, nuvolosi

Non lo salvare in rubrica. Conserva il foglietto fino a quando non impari a memoria il numero, poi brucialo. Non voglio che loro sappiano che siamo amici, capito?


"Loro chi?" pensai una seconda volta, ma non osai chiederglielo. Lei prese la mia mano destra, posò il foglietto sul palmo, quindi me la chiuse in un pugno, facendo scivolare lentamente le sue dita sulle mie nocche.

A presto, spero!


Mi diede un bacio sulla guancia, svoltò al primo angolo e scomparì. Io ci misi un po' a riprendermi dall'accaduto: dovetti guardare il libro e il foglietto più volte, per accertarmi che quell'incontro fosse accaduto veramente. Le prove erano lì, inconfutabili e mi fecero sorridere per l'ennesima volta; da solo, come uno scemo, in mezzo alla strada.

È difficile incontrare persone nuove. Non solo per me; per tutti. E quando non si lavora, non si hanno soldi, diventa quasi impossibile. Esci sempre con i tuoi amici del quartiere, disoccupati come te, uno di loro probabilmente spaccia, quindi ti fa svoltare qualche pomeriggio. Però, per il resto del tempo sei ingabbiato in quei due o tre luoghi che insieme a casa divorano il tuo tempo: il parchetto, il bar, il campo da calcetto. Dove la trovi, in quei posti, una come Marica? Peggio: dove la trovi, in quei posti, una ragazza? E infatti non avevo praticamente avuta una e la mia vita sessuale negli ultimi anni era basata sulla masturbazione. E infatti l'incontro con Marica fu sconvolgente. Interessavo a una donna, cosa che non mi capitava da davvero molto tempo. Mi bastò il tragitto dalla libreria a casa per imparare a memoria il suo numero di cellulare. Quando bussai alla porta avevo già anche salvato nel cellulare due opzioni di messaggio da mandarle. Ma le tenni in bozza fino a notte fonda. Varcata la soglia fui inghiottito dalla festa di compleanno di Alberto

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 09 ⏰

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