GOT7 One Shot

Jingyeom

Yugyeom si avvicina a Jinyoung mentre sta tentando di leggere un libro in pace, cosa non molto semplice visti i sei casinisti che ha in casa, gli arriva dietro e lo spinge giù dal divano facendogli sbattere il sedere per terra mentre lui scoppia a ridere.

Jinyoung si rialza e si avvicina minaccioso al ragazzo più piccolo che però gli tiene testa. Comincia una vera e propria guerra tra i due, neanche fossero bambini dell'asilo. In realtà si vogliono molto bene ma comunque adorano farsi i dispetti a vicenda.

Il problema arriva dopo cena: Jinyoung sta vincendo la guerra e questo al maknae non piace per niente infatti è sempre più nervoso. Il più grande gli fa lo sgambetto e lui cade a terra facendolo sorridere soddisfatto. Il tempo di rialzarsi e scatena l'inferno.

«Jinyoung... BASTA! SEI PESANTE! NON CE LA FACCIO PIÙ, NON POSSO STARE UN MOMENTO TRANQUILLO CHE ARRIVI TU! HAI ROTTO, TI ODIO! NON VOGLIO PIÙ VEDERTI» urla il più piccolo prima di chiudersi in camera.

Il sorriso svanisce dalle labbra del maggiore che sente qualcosa dentro di lui rompersi, si fa preoccupato e si volta a guardare JB che ha assistito alla scenata.

«Non pensavo di farlo arrabbiare, ci facciamo scherzi continuamente... Io non volevo. Che faccio ora?» chiede disperato.
«Vai a parlare con lui e scusati. Vedrai che si sistemerà tutto.» gli consiglia il leader e lui fa come gli ha detto.

Prima di entrare bussa alla porta perché ha paura di farlo arrabbiare ancora di più.
«Vai via, Jinyoung!» urla da dentro la camera.

Jinyoung decide di entrare lo stesso perché ha veramente bisogno di parlargli, di scusarsi, di chiarire e vuole che Yugyeom sappia che se ha bisogno di qualcuno lui ci sarà sempre, insomma il suo istinto materno si è risvegliato.

«Yugyeom, scusami, non volevo farti arrabbiare. Ammetto di essere stato pesante e troppo competitivo ma non pensavo di darti così fastidio, non voglio trovare scuse: so perfettamente di aver sbagliato io ma purtroppo non ho modo di rimediare. Sai che ti voglio un mondo di bene e che puoi dirmi tutto, c'è qualcosa che non và?»
«Tutto non và! Sono stanco di questa specie di guerra tra di noi, mi fa male, lo so che è tutto un gioco ma a volte mi piacerebbe stare nella stessa stanza o passare un po' di tempo insieme tranquillamente senza dovermi guardare le spalle per evitare i tuoi scherzi . Ora vai via, voglio stare solo!»
«Prova solo a parlarmi...»
«Ti ho detto di andare via!» urla scagliandosi addosso al maggiore che si era seduto sul suo letto.

Jinyoung nota solo ora le lacrime del più piccolo così lo prende per le spalle prima che questo gli tiri un cazzotto e lo abbraccia. Lui nasconde il viso nell'incavo della sua spalla e gli tira dei leggeri pugni sulla schiena, in realtà Yugyeom avrebbe voluto fargli male ma le sue energie erano concentrate per mantenere almeno un briciolo di autocontrollo.

«Tranquillo, non serve fingere, se hai bisogno di piangere fallo, non ti giudico. Sono qui con te e non ho intenzione di lasciarti solo.»

Si lascia completamente andare tra le  braccia del più grande che lo stringe a sè per dargli supporto mentre gli accarezza lentamente la schiena. Il più piccolo singhiozza e gli bagna la maglia con le sue lacrime ma tutta la sua rabbia è scemata, è distrutto emotivamente perché si sta tenendo dentro una cosa più grande di lui.

«Ora puoi dirmi cosa c'è che non và?»
«No, non è una cosa bella. Lascia stare, è meglio così.»
«Yugyeom, se mi spieghi quello che succede forse posso aiutarti.»
«No, non puoi fare niente. Dovrei andarmene per migliorare un po' la situazione ma non posso abbandonarvi.»

Jinyoung lo stacca da sé in modo da guardarlo negli occhi ma lui si gira da un'altra parte sfuggendo allo sguardo preoccupato del maggiore.

«Mi dispiace, mi dispiace un sacco. Sono un peso per tutti, forse è meglio che esca dal gruppo ma non voglio lasciarvi soli, sono un maledetto egoista.»
«Yugyeom, per favore, puoi spiegarmi cosa c'è che non và?»
«Prima mi prometti che qualsiasi cosa accadrà non mi odierai e non te ne andrai?»
«Certo, te lo prometto.»
«Spero proprio che sia così...»

Sotto lo sguardo curioso del maggiore Yugyeom gli si avvicina sempre di più fino a fermarsi a pochi centimetri dal suo viso.

«Scusa.»

Detto questo fa unire le sue labbra a quelle dell'altro ragazzo paralizzato dalla sorpresa. Il minore si stacca e si nasconde il viso dietro le mani per mascherare il rossore dovuto all'enorme imbarazzo che prova.

«Io... Non...»
«Lo so hyung, so che non ricambi ma non è un problema basta sapere che mi starai vicino comunque, anche se all'inizio potrebbe essere un po' problematico.»
«No, io... Non l'avevo capito ma ora so di amarti, Yugyeom. Sono stato uno stupido a non riconoscere quella sensazione strana che avvertivo ogni volta che mi guardavi sorridendo. Scusami per averti fatto soffrire, so che serve a poco dirti che non era mia intenzione visto che è già successo ma ti amo e ora che l'ho capito non ho intenzione di lasciarti andare.»
«Sul serio? Non mi stai prendendo in giro, vero?»

Invece di rispondergli Jinyoung fa ricongiungere le loro labbra e per l'altro questa risposta è più che sufficiente. Il più grande spinge l'altro fino a fargli appoggiare la schiena contro il materasso e intensifica il bacio.

«Hyung, non è troppo presto per questo?» chiede Yugyeom sulle labbra del maggiore.
«Non intendevo fare l'amore.» detto questo si lascia cadere a peso morto sopra al maknae.
«Ah, hyung! Pesi!»

Ridendo Jinyoung rotola di fianco al corpo del più alto in modo da non schiacciarlo.

«Hyung?»
«Mmh?»
«Mi baci di nuovo?»

Questa volta, invece di poggiare le labbra su quelle dell'altro ragazzo, cominciò a mordicchiargli piano la pelle sopra la clavicola, stando attento a non lasciare segni, salendo fino al pomo d'Adamo, guidato dai sospiri dell'altro, e successivamente alle labbra ormai gonfie del più piccolo.

«Sono stato uno scemo: avrei dovuto parlartene prima e evitare la scenata di prima. Scusami tanto hyung» commenta il più piccolo.
«Non importa Yugy, alla fine si è risolto tutto e io ti voglio un sacco di bene. Adesso vieni qua se abbracciami» gli disse allargando le braccia.

Dopo essersi sistemati a letto continuarono a farsi le coccole finché non si accorsero che era già mezzanotte quindi decisero mettersi finalmente a dormire.