Pov's Youngjae
«Finalmente a casa!» dico aprendo la porta d'ingresso. La chiudo delicatamente e accendo la luce per illuminare il piccolo ingresso.
Appena chiudo la porta, il calore della casa mi invade dolcemente.È stata una giornata stressante... lavorare in ospedale è sempre stressante.
Oggi c'erano pure quelli che si lamentavano per tutto.Io e Yugyeom non lavoriamo più per la JYP, ci siamo dovuti trovare dei nuovi lavori e Yugyeom è insegnante di ballo mentre io sono medico.
A volte andiamo a cantare in giro con gli altri ma non abbiamo più un' agenzia e nessuno ci vuole. Nessuno vuole dei gay...Scuoto la testa per cancellare i brutti pensieri e torno nel mondo reale: mi pulisco le scarpe per poi toglierle per lasciare il posto alle mie comode ciabatte che io letteralmente amo.
Se fosse per me, vivrei in ciabatte.Mi tolgo il giubbotto scuro e lo appendo nell'attaccapanni e noto che c'è già un altro cappotto appeso: allora Yugyeom è in casa. In realtà pensavo fosse via dato che nessuna luce è accesa in casa.
Sfilo una scatoletta nero opaco dalla tasca del giubbotto per infilarla in quella dei pantaloni e mi avvio verso il salotto.
Mi butto sul divano ormai stanco e mi metto a fissare il vuoto. Aspetto che il mio piccolo scenda per salutarmi ma niente.
Volto il mio sguardo verso le scale e noto una cosa rossa sul pavimento.Di malavoglia mi alzo e vado a raccoglierla.
È un petalo di rosa rossa ma... noi non abbiamo dei vasi di rosa.Salgo un gradino e noto che per le scale, che non potevo vedere prima perché nascoste da un muro, ci sono tantissimi petali sia rossi che bianchi.
Ah, Yugyeom cosa mi hai fatto... è bellissimo. Tu sei pazzo.
Raccolgo un petalo bianco per fare la coppia con quello rosso e inizio a salire le scale piano piano.
Non vedo niente e resto un po' deluso. Forse ho sognato troppo, magari era uno dei suoi soliti scherzi.
«Kim Yugyeom ti uccido. Ho fatto le scale per niente!» urlo e mi avvio per le scale quando sento un suono... aspetta è una canzone.
Passano due secondi e capisco subito che canzone è.
È la nostra canzone. La nostra cover che abbiamo registrato rendendola completamente nostra.
Ricordo ancora la canzone che avevamo come sottofondo durante il nostro primo bacio, che all'inizio odiavamo ma che dopo quel momento è iniziata a diventare orecchiabile fino a restare impressa nella nostra testa.
Ricordo quel bellissimo giorno: era la quinta volta che uscivamo insieme e avevamo appena finito di mangiare.
Stavamo discutendo sulle nuove leggi sulla tolleranza rispetto ai gay con sotto quella canzone. Lui si è voltato verso di me e mi ha chiesto se ero pro o contro.
Io non risposi subito: mi ero perso nei suoi occhi. Avvicinai piano piano la testa e lo baciai: era il primo bacio di entrambi e come bacio non è stato granché.
Ma non ci siamo lasciati per questa stupidaggine, siamo andati avanti e adesso amo i bacetti del mio piccolo, soprattutto quelli che mi dà quando sono distratto.
Chiudo gli occhi e come incantato mi avvio verso la soave melodia.
Finisco in salotto e resto a bocca aperta.Lo vedo seduto sul divano con quella camicia... quella fottuta camicia che lo rende bellissimo.
Tutto il salotto è ornato di palloncini rossi e
argento, ci sono i petali sparsi per terra e lui con un mazzo con tre rose bianche e tre rose rosse.Metto la mano davanti la bocca e sento delle lacrime di felicità bagnarmi le guance.
Lui si avvicina con il suo solito passo leggero e mi bacia piano per poi inginocchiarsi.
No... non è quello che penso.
«Yugy...»
«No Jae, devo parlare. Come sai bene oggi è la dodicesima volta che facciamo 100 giorni. Abbiamo passato insieme all'incirca tre anni... all'incirca perché dopo aver fatto il conto alla calcolatrice sei volte mi sono dimenticato il risultato.» dice lui facendomi sorridere.
«Ma nonostante tutti i miei errori noi andiamo avanti. Nonostante tutte le cadute e le litigate su filtri del caffè e biancheria non lavata, noi siamo qui. Ogni giorno che entro da quella porta e tu non ci sei mi sento solo, ma appena metto le scarpe di lato mi arriva la tua notifica che mi rende felice. E io voglio ricevere questa notifica per sempre: voglio continuare a leggere il tuo nome sopra ai messaggi e voglio passare le serate con te a coccolarci. Vuoi sposarmi Choi Youngjae?» disse porgendomi un anello bellissimo.
È d'oro bianco che si intreccia attorno al mio dito, come per non lasciarlo mai. Era ricoperto da piccole pietre e rifletteva la luce.
Al suo interno c'è scritto Yugyeom con inciso un cuore.Cavoli se è bello.
Io... sono senza parole.
Scoppiai a piangere e lui si alzo per baciarmi ma io lo precedetti.
Mi misi in ginocchio e iniziai a parlare.
«Non sono stato bravo come te perché non ho neanche provato a usare quell'affare infernale chiamato calcolatrice. In realtà volevo chiedertelo in modo diverso, davanti a un lago con i fuochi d'artificio alle spalle e la luna piena che si riflette sulla superficie del lago... il nostro lago. Ma il momento perfetto è ora.»Tiro fuori la scatoletta nera con un anello. Ho scelto un anello in oro che si unisce con un cuore e dentro ci avevo fatto scrivere Youngjae.
«Tu sei l'amore della mia vita. Abbiamo lottato contro i pregiudizi del mondo e abbiamo dimostrato a moltissima gente che quello che siamo è normale. Entrare a casa e vedere te che mi salti in braccio è la cosa che desidero ogni volta che entro da quella porta e tu lo fai sempre, si a volte sono geloso ma so anche che tu non mi abbandoneresti mai e poi mai. Amo passare le giornate con te e non mi importa se siamo a fare shopping o a cantare con gli altri, a me piace stare con te. Voglio portarti in capo al mondo ed è quello che farò. Ti prego, Kim Yugyeom dammi l'onore di farti chiamare marito quando ti presento agli altri. Voglio mostrare al mondo che sei mio.» dissi e lui subito corre verso di me saltandomi in braccio.
Per un attimo lo prendo al volo ma inizia a baciarmi e mi lascio cadere sul divano alle mie spalle.
Iniziamo a baciarci in modo più passionale, senza trattenere il desiderio.
Passa le sue labbra dalle mie al mio collo iniziando a tracciare segni scuri mentre con le mani libere mi apre la camicia con cui ero andato al lavoro.Io, al contrario, riesco solo a scioglierli la cravatta e a sbottonare i primi bottoni prima che lui iniziasse a scendere lasciando una scia di baci sulla linea alba.
Finisco di aprire la sua camicia, anche con il suo aiuto, ed inizio a baciarlo fino ad arrivare al suo orecchio.
«Fai veloce che tra un ora dobbiamo andare via.» gli sussurro all'orecchio, anche se in realtà avrei potuto urlare ma sapete... è più seducente così.
«Dove?» disse lui con le gote arrossate e il fiatone dai lunghi baci lasciati fino ad ora. Mi morsi le labbra istintivamente e credo di averlo fatto impazzire dato che subito si avvinghiò su esse.
«Quando ho parlato di lago, fuochi d'artificio e luna piena tu dove eri? Al parco giochi?» dissi ridendo e subito lui, come un bambino piccolo, inizia a saltare e sclerare come un pazzo.È proprio in questi momenti che penso a quanto lo amo.
«Non pensavo dicessi sul serio!»
«In realtà si... però ora potresti venire qui... lo hai svegliato» dico e lui, senza pensarci due volte, ritorna sulle mie gambe lasciandomi baci in tutto il corpo.

STAI LEGGENDO
GOT7 One Shot
FanfictionRaccolte di One Shot sui GOT7. Tutte le ship e qualche immagina... Sono storie per divertirsi quindi siate carini nei commenti e spero che vi piacciano. Attenzione: ci tengo a precisare che la maggior parte delle idee per le storie sono di @taetae_b...