GOT7 One Shot

6. Jinson

Pov's Jinyoung
Sono uscito di casa perché avevo bisogno di prendere un po' d'aria e Jackson ha insistito tanto per accompagnarmi così siamo usciti con una felpa scura e ci siamo coperti la testa con il cappuccio.

Camminiamo senza una meta precisa, stranamente la nostra andatura è uguale cosa strana visto che di solito Jackson camminare ad una velocità disumana. Arriviamo nei pressi di un parco e ci fermiamo un attimo ad ammirare la fontana al centro di esso.

«Jinyoung?» mi sento chiamare e istintivamente mi giro. Lo so che non dovrei girarmi ma è stato più forte di me.
«Allora sei veramente tu. Bene speravo proprio di incontrarti. Fai schifo, non sei capace di ballare e la tua voce fa cagare! Smetti di fare l'idol, fai pietà, lascia il posto alle persone con più talento di te!»
«Prova a ripeterlo se ne hai il coraggio!» vedo il mio amico scattare verso il ragazzo che ha appena parlato.
«No, Jackson fermo, così fai solo il suo gioco.» siccome non sembra avere intenzione di ascoltarmi gli prendo il braccio per trattenerlo.
«Ma ti ha appena offeso!» si gira a guardarmi con la faccia di un cucciolo bastonato.

Non mi importa delle offese, sono superiore a tutto questo e poi se io mi trovo bene a fare il lavoro che faccio non vedo perché dovrei ascoltare delle persone che molto probabilmente sono solo invidiose della mia felicità.

«Lo so ma non è un buon motivo per picchiare la gente.» spiego spostando la mano fino a sfiorare la sua e si tranquillizza immediatamente, nel frattempo il ragazzo se n'è andato.

Pov's Jackson
Appena sento Jinyoung sfiorarmi la mano i miei muscoli si rilassano automaticamente e la mia rabbia si placa come se con quel semplice tocco durato solo qualche secondo fosse riuscito a infondermi la sua calma. So che probabilmente la mia reazione può sembrare esagerata ma non sopporto la gente che prende in giro i miei amici, in particolare Jinyoung che è sempre così pacato e che non fa mai niente di male agli altri.

«Jackson, mi ascolti?» la sua voce mi fa tornare alla realtà.
«Sinceramente no. Scusa, mi sono perso un attimo nei miei pensieri.» vedo che fa un sorrisetto divertito e il mio cuore fa una capriola.
« Ho detto che è meglio tornare a casa prima che qualcun'altro crei problemi.»
«Sì, hai ragione.»

Arriviamo a casa ma non troviamo nessuno, sul tavolo troviamo un biglietto sul tavolo dove c'è scritto che sono andati a prendere da mangiare. Sono andati in cinque a prendere da mangiare? Bah... Contenti loro...

«Jinyoung?»

Vedo l'interessato sbucare con la testa da dietro l'angolo del corridoio delle camere con una bacinella di biancheria pulita e piegata da distribuire nelle varie camere.

«Già ti metti a lavorare?»
«La biancheria non si fa mica da sola!»
«Ah no?» faccio la faccia scioccata che farebbe un bambino che scopre che Babbo Natale non esiste e lui scoppia a ridere. Lo seguo finché lui non mi avvisa che c'è n'è un'altra da portare quindi corro a prenderla. Gli do una mano a fare tutto e quando abbiamo finito lui mi guarda sospettoso.

«Cosa vuoi Jackson? Non mi daresti mai una mano se non avessi un secondo fine.»
«Che fiducia che hai in me... No, okay hai ragione tu. Voglio le coccole...»
«Grande e grosso come sei e vuoi le coccole?»
«Non sono grosso...» dico mettendo un finto broncio.
«Su, vieni qui.» dice sedendosi sul divano e mi siedo accanto a lui, okay... Forse mi sono lanciato su di lui ma insomma è la stessa cosa.

Appoggio la testa sulle sue gambe occupando tutto il resto del divano. Mi guarda negli occhi e cerca di non scoppiare a ridere.

«Cosa c'è?»
«Niente, solo che sembri un neonato troppo cresciuto.»
«Che cattivo!»
«Dai, sai che ti voglio bene.»

Comincia ad accarezzarmi, ovvero spettinarmi, i capelli finché non mi alzo e mi siedo a cavalcioni su di lui. Appoggio la testa nell'incavo della sua spalla mentre lui porta le mani sulla mia schiena e comincia ad accarezzarmela dolcemente. Vengo colto da un'improvvisa stanchezza ma non voglio interrompere il contatto tra i nostri corpi e sto assolutamente immobile. Chiudo gli occhi e sospiro pesantemente quando sento le sue mani che arrivano alle mie spalle e scendono lentamente per le braccia finché non mi prende le mani con le sue.

«Jackson hyung, guardami un attimo.» alzo la testa e incontro i suoi occhi scuri dai quali resto rapito. Porto una mano ad accarezzare la sua guancia morbida che lui si appoggia sul mio palmo. Pian piano porto le mani sul suo petto e poi le faccio scendere fino ai suoi fianchi mentre lui mi guarda stranito ma comunque non mi allontana da lui.

«Voglio baciarti.» appena mi accorgo di quello che ho detto sgrano gli occhi.
«Fallo.» la sua risposta mi lascia ancora più basito, perché sapevo perfettamente di essere gay e che in particolare mi piacesse lui ma non pensavo che lui mi dicesse esplicitamente che potevo baciarlo, eppure è successo. Senza aspettare oltre mi avvicino alle sue labbra ma prima di arrivare abbastanza vicino da toccarle mi fermo così è lui a spingersi verso di me per farle unire e resto spiazzato per qualche secondo poi rispondo al bacio. Aggancia le mani dietro la mia nuca mentre io lo prendo per le spalle staccando la sua schiena dal divano per avvicinarlo ulteriormente a me. Gli mordo leggermente il labbro inferiore facendolo sospirare, infila le mani sotto la mia maglietta e mi accarezza l'addome senza staccarsi dalle mie labbra. Ci stacchiamo per prendere aria continuando a guardarci negli occhi con il fiatone.

«Jinyoung, non posso credere a quello che è appena successo.»
«Neanche io Jackson ma sicuramente posso dirti che non me ne pento per niente.»
«Ti amo, lo so da tempo ma non te l'ho mai detto. Se avessi saputo che avresti reagito così te lo avrei detto molto prima.»

Scoppia a ridere finché non faccio ricongiungere di nuovo le nostre bocche.

La notte prima di andare a dormire mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro, lui si gira tra le mie braccia e mi stringe a sè. Tutti ormai sanno del mio bisogno di abbracciare qualcuno o qualcosa prima di andare a dormire e ora sono sicuro che lui sarà sempre disponibile ad accogliermi tra le sue braccia.