13. Markjae

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È notte e Mark è nella sua stanza che divide con Youngjae. Si è svegliato con uno strano presentimento: come se qualcuno avesse bisogno di lui ma sono le quattro del mattino e tutti stanno dormendo, perché non è tranquillo allora? Ogni tanto gli capita di sapere in anticipo se qualcuno ha bisogno di lui ma non gli è mai capitato di notte.

Sente degli strani rumori provenire dal letto dell'altro ragazzo quindi si alza e va a controllare. Youngjae si rigira freneticamente nel letto, probabilmente in preda ad un incubo, lamentandosi sommessamente. Mark prova a svegliarlo scuotendolo per una spalla ma l'altro si muove talmente tanto che non ha neanche sentito lo scossone. Decide di usare le maniere forti: si siede su di lui, con le ginocchia ai lati del suo bacino in modo da tenerlo fermo, mette le mani sulle spalle e lo scuote con molta più forza rispetto a prima. Youngjae si sveglia spalancando gli occhi, quando si accorge del maggiore seduto su di lui lo tira verso di sé e lo stringe fortissimo tanto che Mark fa fatica a respirare e si chiede dove il più piccolo abbia trovato tutta questa forza. D'altra parte a Youngjae è andata bene siccome il maggiore non pesa tanto.
«You-Youngjae, mi stai schiacciando!» balbetta Mark ottenendo che l'altro ragazzo allentasse un po' la presa lasciandogli l'abilità di respirare.
«Cos' hai Jaejae?» chiede dolcemente.
«Ho fatto un incubo»
«Ho notato, vuoi dirmi cos'hai sognato?» lui scote la testa contro la sua spalla.
«Voglio solo che tu mi stia vicino»
«Sono qui con te» risponde sicuro il maggiore.
Restano in quella posizione ancora per qualche minuto, finché Youngjae non lascia l'altro ragazzo in modo che si stenda di fianco a lui. Si guardano negli occhi scoprendo la forza magnetica che li lega gli uni agli altri.
«Mark, ho sognato di venire minacciato dalla Dispact che altrimenti lo avrebbe detto a tutto il mondo rovinando per sempre la nostra carriera»
«Cosa avrebbe detto a tutti?»
«Questo» il minore prende tra le mani il viso dell'altro e lo avvicina al suo finché le loro labbra non si toccano. Il maggiore rimane immobile come una statua, troppo scioccato per avere qualunque reazione che fosse disgusto o felicità. Si staccano e Youngjae si copre il viso con le mani a causa del troppo imbarazzo e anche per nascondere i suoi occhi diventati lucidi dopo aver messo a nudo se stesso come mai aveva fatto prima d'ora.
«Jaejae...»
«Hyung, non voglio sentire tutto il discorso sul fatto che non possiamo stare insieme perché siamo due maschi, veramente è inutile! Ha fatto già male, molto male, ammetterlo a me stesso e non ti dico cos'ho dovuto passare per provare ad accettarlo. Perché dev'essere tutto così difficile?»
«Ehi, non preoccuparti» dice avvicinandosi al ragazzo in lacrime. Gli mette le mani sul viso e gli asciuga le lacrime mentre gli stampa un bacio sulla fronte. Youngjae nasconde il viso nell'incavo del collo dell'altro ragazzo respirando a fondo per cercare di rimangiarsi tutta la disperazione che sa perfettamente di non poter lasciar uscire. Mark gli accarezza dolcemente i capelli cercando di tranquillizzarlo in modo che capisca fino in fondo il significato delle parole che deve dirgli. Quando è abbastanza calmo lo stacca da lui guardandolo negli occhi.
«Ascoltami bene, so che qui in Corea l'omosessualità non è vista di buon occhio ma questo non vuol dire che tutti la pensino così e soprattutto capisco cosa voglia dire soffrire per amore. Per questo voglio dirti che ti amo perché tu sei un angelo del paradiso e non meriti per niente di soffrire. Tu mi scaldi il cuore ogni volta che ridi, che sorridi o che semplicemente mi stai vicino. Ti amo e non voglio lasciarti andare, le opinioni degli altri non possono contare niente finché stiamo insieme»
«Quindi tu...» senza lasciargli tempo di finire la frase lo bacia esprimendo tutti i sentimenti che si teneva dentro già da un po'. Non è mai stato un ragazzo così aperto da dichiararsi quindi è sempre rimasto in un angolo tenendosi dentro tutto. Si staccano dal bacio e si sorridono felici. Sentono qualche mugolio del loro cane che probabilmente avevano svegliato senza accorgersene.
«Sei geloso Coco? Lui è solo mio, è il mio Mark!» dice Youngjae all'indirizzo del cagnolino bianco che li guardava. Di tutta risposta questo balza sul loro letto passando sopra ai loro corpi e comincia a leccare le loro facce facendoli ridere di gusto. Quando il piccolo cagnolino decide di essere stanco si posiziona sul cuscino e comincia a dare dei colpetti con il naso sulla testa di Mark.
«Coco, cosa stai facendo?» chiese lui sapendo perfettamente che il cane non poteva rispondere.
«Penso voglia che ci baciamo di nuovo» dice incerto Youngjae lanciando uno sguardo in direzione dell'animale che ha preso a scodinzolare felice. Mark si copre il viso con le mani mentre l'altro scoppia a ridere.
«Chi te le ha insegnate queste cose birichino? È stato Jackson, vero?» chiede il maggiore con disappunto. Si baciano per rendere felice il loro cane infatti appena le loro labbra si toccano questo comincia a fare dei piccoli latrati e a zampettare su e giù per il letto.
«Domani devo fare un discorsetto a Jackson» esclama Mark con un sorriso sulle labbra.
«Che ne dici se per ora ci concetrassimo solo su noi due?»
«Con Coco qui? Io non mi fido, potrebbe aver messo telecamere ovunque, è una cosa che fare Jackson» Youngjae scoppia a ridere tanto che Mark è costretto a tappargli la bocca per far in modo di non svegliare gli altri. Approfittando dell'occasione il più piccolo si siede sul corpo del maggiore bloccandogli i polsi sopra la testa mentre comincia a lasciare baci sulla sua mandibola e scendendo fino al colletto del pigiama dell'altro.
«Jaejae... Per favore stai attento, se rimangono i segni come lo spieghiamo domani agli altri?»
«Rilassati hyung, va tutto bene»
«Aspetta, prima di fare qualcosa cosa devi sapere che non sono mai stato fidanzato prima, non ho esperienza»
«L'esperienza la faremo insieme. Costruiremo noi la nostra storia e nessuno potrà cambiarla»
Youngjae si stende di nuovo tra le braccia del maggiore e si addormentano. Coco si acciambella sul cuscino vicino alle loro teste e torna a dormire anche lui.

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