GOT7 One Shot

3. Markbam

Pov's Mark
Sono in camera mia a guardare una foto della mia famiglia e mi sale la malinconia perché ormai è tanto tempo che non torno più in America dato che abbiamo cominciato a promuovere in Giappone. Mi piacerebbe tornare a casa, anche solo qualche giorno per staccare un po' e poi voglio rivedere mio fratello e le mie sorelle.

Quando sento una mano sulla spalla salto in aria e potrei, solo forse, aver tirato un pugno a Bambam che era dietro di me.

«Scusa! Mi hai spaventato a morte, non volevo farti male.» mi avvicino a lui che si sta tenendo una mano sul naso.
«Ho visto: hai fatto un salto di tre metri!» dice ridendo così lo guardo male.
«Perché sei qui?»
«Non ti vedevo più in giro così sono venuto a cercarti, tutto qui. Tu stai bene? Ti manca casa, vero?»
«Sì, vorrei tornare a trovare la mia famiglia ma non ho tempo per farlo.»
«Allora ce lo faremo noi il tempo!»
«Che intendi? E poi, noi?»
«Ovvio, vengo anch'io, non ti lascio andare da solo. Ora chiamo il manager e chiedo tre giorni di ferie così possiamo andare in America.»
«Ma...» provo a dire sconcertato.
«Niente "ma" ora muoviti e comincia a fare la valigia!» detto questo esce dalla camera e lo sento parlare al telefono.

Sul mio volto compare un sorriso mentre comincio a mettere alcune cose dentro la valigia. Quel ragazzo è incredibile, con le sue idee improvvisate così su due piedi riesce sempre a fare felici le persone. Per non parlare del suo carattere giocoso come quello di un bambino... Okay, un bambino tutt'altro che innocente.

«Hyung, partiamo tra qualche ora, gli altri sanno già tutto e... Non sei ancora pronto?! Muoviti! Ti do una mano.» così comincia a riempire la mia valigia dei miei abiti che reputa mi stiano meglio. Io aggiungo il powerbank, gli auricolari, il libro che sto leggendo, prendo il portafoglio e il passaporto.

Andiamo all'aereoporto, non c'è molta gente essendo venerdì. Saliamo subito sull'aereo e arriviamo ai nostri posti, ci sediamo aspettando il decollo. Appena arriviamo in quota Bambam si avvicina a me e appoggia la testa sulla mia spalla guardandomi con due occhioni enormi.

«Hyung, scusami ma ho bisogno di dormire, non vorrei lasciarti da solo ma faccio fatica a tenere gli occhi aperti.»
«Tranquillo, dormi pure. Io leggo oppure ascolto la musica.»

Si accomoda meglio e chiude gli occhi. Porto il braccio a circondargli la schiena per lasciargli più spazio e comincio ad accarezzargli dolcemente la schiena mentre lui appoggia una mano sulla mia coscia. Sento un brivido percorrermi velocemente la schiena ma resto immobile per non disturbarlo ulteriormente. Prendo il mio adorato libro e mi metto a leggere finché non mi viene male il collo così rimetto il libro dentro lo zaino, prendo gli auricolari, appoggio la testa su quella di Bambam e sconnetto la mente. Poco dopo mi addormento anch'io stringendo il ragazzo di fianco a me con un braccio.

Quando mi risveglio manca circa una mezz'oretta all'atterraggio e Bambam dorme ancora, non so come faccia dato che non penso che la mia spalla sia molto comoda per dormire. Mi sorprendo nel notare che durante il sonno ho preso la sua mano, sorrido automaticamente. Si sveglia un po' confuso e mi guarda negli occhi, così mi perdo qualche secondo nei suoi pozzi scuri.

«Quanto ho dormito?»
«Qualche ora.»
«È già passato così tanto tempo? Mi sono sembrati pochi minuti!»
«È colpa del fuso orario che sballa tutto.»

A quel punto veniamo interrotti dal pilota che ci avvisa dell'atterraggio e quindi di allacciarci le cinture di sicurezza.

Scendiamo dall'aereo per dirigerci a prendere le nostre valigie. Appena entriamo nell'edificio resto sorpreso dalla grande quantità di persone ammassate nello stesso luogo. Come fosse un riflesso prendo la mano di Bambam e mi tranquillizzo subito, sia perché così sono sicuro di non perderlo che perché lui è sempre stato bravo ad interagire con le alte persone, al contrario di me, ma soprattutto perché voglio averlo vicino.

«C'è un sacco di gente...»
«È normale hyung, siamo a Los Angeles!»
«Non mi piace tutta questa gente.»
«Forza ora prendiamo le valigie e poi usciamo, okay?» dice stringendomi forte la mano cercando di tranquillizzarmi, io annuisco consapevole che lui non può vedermi visto che è girato di spalle.

Pov's Bambam

Mi trascino dietro il mio hyung come fosse un bambino, sinceramente non ho mai capito la sua paura dei posti affollati cioè sono sicuro che non sia claustrofobico ma comunque quando in un posto di sono più di venti persone si chiude a riccio e cerca l'angolo più tranquillo possibile, poi sparisce neanche fosse un fantasma.

Usciamo dell'aeroporto e lo sento già sciogliersi, prendiamo un taxi e ci rilassiamo. Quando mi lascia la mano mi sento perso, sì mi piace il grandissimo figo che ho di fianco, okay? Dopotutto come si fa a non amare un ragazzo come lui: è tranquillo, simpatico, molto gentile e premuroso e sì è anche bellissimo anche se lui non pensa sia così.

~~~

La sua famiglia è stata felicissima di vederci tanto che hanno insistito per farci dormire a casa loro. Piccolissimo problema: il letto è solo uno. Per carità è un letto matrimoniale ma non abbiamo mai dormito insieme e questa cosa mi fa piacere quanto mi fa paura.

Ci mettiamo a letto, appena sono sotto le coperte rimango immobile con i muscoli tesi ma lui sembra notarlo.

«Tutto a posto, Bambi?» sussurra.
Cazzo i suoi occhi, la sua voce, i capelli sparsi sul cuscino... Paradisiaco!
«S-sì.»
«Dimmi cosa c'è che non va.»
«Io be', insomma...» balbetto tentando di inventarmi una scusa così su due piedi perché non penso che "niente, voglio solo saltarti addosso" sia la risposta migliore ma le mie speranze crollano quando si avvicina di più a me e mi prende le mani da sotto le coperte.

Non resisto più così mi avvento sulle sue labbra morbide e perfette. Rimango a dir poco sorpreso quando lui risponde al bacio e porta le mani dietro la mia schiena.

«Mark, tu...»
«Sì, ti ho baciato. La verità è non vedevo l'ora che capitasse anche se non ne ero pienamente consapevole.»

Faccio scontrare di nuovo le nostre bocche mentre faccio correre le tra i suoi capelli.