17. Jaebam

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Pov's Bambam
Sono in salone a ridere e scherzare con i miei amici come facciamo sempre quando abbiamo un momento libero.
Jackson sta imitando il suo amico Namjoon, cosa che gli riesce molto bene infatti a volte mi chiedo se in realtà quei due non siano fratelli separati alla nascita, facendoci ridere come dei dementi.

Ad un certo punto mi accorgo che JB non è più con noi e provo a cercarlo finché non sento dei rumori dalla cucina. Apro la porta per entrare... Aspetta, perché la porta è chiusa? Noi la teniamo sempre aperta.

Vedo JB ai fornelli, concentrato su quello che sta cucinando tanto che non ha notato che mi sto avvicinando a lui così quando lo abbraccio da dietro appoggiando la testa sulla sua spalla lui sobbalza leggermente.

«Mi hai fatto prendere un colpo!»
«Cosa stai facendo?»
«Preparo la cena per questa sera, altrimenti non mangiamo»
«Perché sei qui da solo?»
«Di là c'è troppa confusione e mi ha fatto venire mal di testa... Dopo un' ora che sento Jackson urlare pagherei oro per avere dei tappi per le orecchie!»

Scoppio a ridere seguito a ruota dal mio hyung. Mi stacco da lui ma continuo ad osservare le sue mani esperte destreggiarsi tra quei vari aggeggi che servono per fare da mangiare. Quando la teglia è piena di... Qualunque cosa sia quello che sta cucinando, la mette in forno e si lava le mani. Poi si gira verso di me e mi schizza la faccia con le mani ancora bagnate.

«Hyung!» lui mi guarda divertito con un sorrisetto sghembo sulle labbra.
Deglutisco a vuoto quando lui si avvicina a me guardandomi negli occhi, con le abbraccia aperte. Mi fiondo tra di esse, mi faccio stringere mentre porto le mani ad accarezzare i suoi capelli corvini. Mi solleva per prendermi in braccio così aggancio le gambe intorno alla sua vita mentre le sue mani finiscono sul mio sedere per sorreggermi e provo una strana sensazione.

Non è la prima volta che mi tocca il sedere, succede durante le prove, quando corriamo come dei deficienti per stare dietro a tutti i nostri impegni ed è una cosa normale dopo circa 7 anni che viviamo insieme, ma questa volta è diverso.

Lo guardo negli occhi e il mio cuore perde qualche battito spezzandomi il respiro. Porto le mani dietro al suo collo e chino il viso tanto che alcuni ciuffi dei miei capelli si mischiano ai suoi. I nostri respiri si sincronizzano mentre non riusciamo ad interrompere il contratto visivo.

«Bambam?»
«Dimmi»
«Devi mangiarti tre torte a due piani: pesi troppo poco!»
«Ma dai!» dico scuotendo la testa.
«Poi sembra che sia io quello che non ti dà abbastanza da mangiare»
«Tu mi dai sempre da mangiare. E poi, chi ti dice che io non voglia pesare poco apposta?»
«A cosa ti servirebbe pesare poco?»
«A farmi prendere in braccio senza schiacciarvi»
«Che bambino piccolo... Sei il mio bambino piccolo»

Mi si apre un sorriso sulle labbra che lui subito ricambia. Mi appoggia sul tavolo ma io non lascio che si allontani, anzi lo stringo ancora di più a me.

«Voglio le coccole» dico strofinando il viso sulla sua spalla.
«Dobbiamo preparare la tavola o, se preferisci, mangiamo per terra»
«Uffa!» mi lamento ma comunque lo lascio andare e scendo dal tavolo per dargli una mano.

In pochi minuti la tavola è imbandita di tutto il necessario così, dopo aver controllato il forno, JB si lascia cadere sulla sedia.

«Sembri stanco, hyung»
«Forse perché sono veramente stanco»
«Ho sempre detto che lavori troppo!» mi posiziono dietro di lui e comincio a fargli un massaggio alle spalle, lui si lascia andare appoggiando la testa contro il mio petto chiudendo gli occhi.

Finito di mangiare vado in camera mia e mi butto sul letto dopo aver preso gli auricolari che collego al telefono e aver accesso la musica. Amo passare il tempo così: è molto rilassante, non richiede fatica ed è un modo per staccare dal mondo che ti circonda.

Pov's JB
Entro in camera di Bambam e lo trovo buttato sul letto con gli auricolari e la maglietta leggermente alzata che scopre il suo addome leggermente scolpito. Appena si accorge della mia presenza si mette seduto e mi guarda interrogativo, con mio grande disappunto la sua maglia torna a posto.

«Che ci fai qui, hyung?»
«Volevi le coccole e visto che mi hai dato una mano prima mi sembrava bello accontentarti» appoggia il telefono sul comodino e allarga le braccia verso di me. Mi avvicino a lui e lo stringo a me, lui si sistema meglio e continua a guardarmi negli occhi.

«Chissà cosa diranno le nostre fan quando sapranno che Bambam è un coccolone» dico prendendolo in giro.
«Niente perché tu non glielo dirai»
«Sicuro?» gli chiedo iniziando a solleticargli i fianchi facendolo scoppiare a ridere.

Per qualche strano motivo mi ritrovo con la schiena contro il materasso e Bambam a cavalcioni su di me. Il respiro pesante, i capelli scompigliati, un leggero strato di sudore dovuto alla lotta fatta fin'ora. I nostri occhi rimangono incatenati per l'ennesima volta in questo giorno, porto una mano ad accarezzare la sua guancia lentamente e con la stessa dolcezza che userebbe un padre con suo figlio.

Ci avviciniamo piano piano l'uno al viso dell'altro come se fossimo i due poli opposti di una calamita. Mi ritrovo a pochi centimetri dal suo viso, i nostri respiri stanno lentamente accelerando.

Appoggio le mie labbra sulle sue, come sono anni che sogno di fare, lui non mi respinge ma resta immobile come un pezzo di legno. Non sapendo come prendere la sua reazione mi allontano da lui quel che basta per vedere la sua espressione scioccata.

«Bambam, tu sai cosa sto per fare, se non lo vuoi fermarmi e io non ti farò niente altrimenti ti bacerò di nuovo» dico sulle sue labbra ma anche questa volta non ottengo reazione.

Quando le nostre labbra si stanno per sfiorare lui si avvicina improvvisamente a me unendo di nuovo le nostre labbra in un bacio intenso che lascia intendere chiaramente le nostre emozioni.

Ci sdraiamo insieme, la sua testa appoggiata sulla mia pancia.

«Sai, ho scoperto una nuova melodia che riesce a darmi pace: poter sentire il tuo respiro mi fa sentire bene, protetto e amato»
«Stammi vicino così lo sentirai ad ogni ora del giorno»

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