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Harry gemette ad alta voce quando la mano calda e grande dell'uomo si scontrò contro la sua natica destra, e si morse il labbro inferiore con forza, cercando di dominare il disgusto che provava, quando l'uomo si abbassò per lasciare un bacio umido sul suo collo.

«Sei bellissimo, stellina.» sussurrò l'uomo sul suo collo mentre aumentò velocemente i movimenti del bacino. Le sue mani calde andarono ad arpionarsi sui fianchi del riccio, stringendo la presa su di essi, e i suoi denti morsero la pelle tonica del collo del ragazzo, strappandogli un altro gemito dalle labbra. «Non mi stancherò mai di dirtelo.»

Lo spogliarellista fece una leggera smorfia di dolore e voltò la testa dall'altra parte per non farsi vedere, desiderando con tutto sé stesso che quello scempio finisse al più presto possibile. Per quanto ci provasse, il ricciolino non riusciva ad ignorare il terribile rumore che proveniva dallo scontro delle loro pelli - del bacino del suo capo contro il suo fondo schiena -, che sembrava quasi risuonare nella sua testa.

"Perché ci sta mettendo così tanto?" si chiese Harry facendo uscire finti gemiti di piacere dalle labbra per non dare troppo sospetto, sapendo che almeno in quello era bravo. "Oggi è persino peggio dell'altra volta" pensò occhi verdi, cercando di ignorare il dolore - sia quello del legno contro il suo basso ventre che quello dovuto alle spinte fin troppo veloci dell'uomo. -.

Fortunatamente per Harry, Alexander venne copiosamente dentro di lui dopo poco, facendolo rabbrividire dallo schifo provato nel sentirlo venire dentro di lui. Magari a Harry sarebbe piaciuto se il suo capo sapesse scoparlo meglio... O se solo fosse stato eccitato e consenziente.

«Fantastico come sempre, stellina mia.» mormorò l'uomo tra un respiro affannoso e l'altro. Il capo di Harry uscì da lui improvvisamente, facendo gemere quest'ultimo quando avvertì la sensazione di vuoto dentro di lui. «Ci credi se ti dico che non mi deludi mai?» chiese, sedendosi stanco sulla sua poltrona nera. I suoi occhi scuri e pieni di lussuria osservarono le spalle tremanti del ragazzo che, piano piano, si stava tirando su. «Eh, stellina?» chiese, tirandogli un leggero sculaccione sulla natica destra, ormai marchiata di rosso per colpa delle sue mani.

«S-sì.» mormorò il ricciolino con voce spenta, cerca di darsi una sistemata mentre le mani viscide dell'uomo continuavano a toccare il suo corpo... Le stesse mani viscide che per anni avevano toccato il suo corpo, rompendolo piano piano. "Cazzo..!" Harry si passò nervosamente una mano tra i capelli, cercando di ignorare il pizzicore agli occhi dovuto alle lacrime imminenti. "Tutto questo non sarebbe successo se n-non avessi indugiato troppo con quel ragazzo!"

Circa quaranta minuti prima...

"Non lo conosco nemmeno!" Pensò il riccilino, fissando con insicurezza quegli occhi azzurro cielo che riusciva a trovare inaspettatamente attraenti. "E se mi facesse del male? E se mi rapisse?" «Ecco, vedi...» iniziò Harry, sentendosi a disagio davanti a quella domanda che non si sarebbe mai aspettato. "Però se ci andassi a piedi potrebbe comunque succedermi qualcosa.." si ritrovò a pensare, incrociando lo sguardo speranzoso del ragazzo. "E poi fa così freddo.. e probabilmente mi sta entrando la febbre". «Ok-»

«Harry!»

Entrambi i ragazzi si voltarono non appena sentirono chiamare il nome del ricciolino da una voce roca e sciupata dal troppo fumo, ritrovandosi davanti un uomo che, anche se Louis non conosceva, Harry conosceva fin troppo bene.

"A-Alexander.." pensò con terrore il ragazzo mentre la figura muscolosa dell'uomo si avvicinò a lui velocemente. Harry cercò di nascondere il tremore delle sue mani quando vide distintamente il contorno semi barbuto dell'uomo sotto la luce del lampione, che illuminò anche il suo smoking viola che lo fasciava perfettamente.

«Che ci fai qui, stellina?» chiese l'uomo, ignorando completamente la presenza del liscio tra di loro. Alexander fece un sorrisino leggero al ragazzo e la sua mano calda andò ad accarezzargli il collo, strusciando il pollice contro il succhiotto che uno dei clienti di Harry gli aveva fatto. «Pensavo che fossi dentro, a lavorare, non per strada e completamente vestito.» aggiunse, indurendo leggermente la sua voce e la stretta sul collo di Harry. «È per questo che ti pago, no?»

Harry annuì lentamente e sussultò quando il suo capo strinse maggiormente la presa sul suo collo. Perché, se il riccio aveva avuto quella crisi di pianto poco prima, era proprio per colpa di quell'uomo: Harry sapeva che aveva perso troppo tempo a discutere con il ragazzo dagli occhi azzurri, ma aveva cercato con tutto sé di scansare il suo capo.. Almeno per quella sera... Ma aveva fallito e adesso avrebbe dovuto affrontare le conseguenze. «Sì, è c-che..» iniziò il ricciolino, cercando di trovare qualche scusa, ma nient'altro uscì dalla sua bocca. Il ricciolino sapeva che se non avrebbe trovato una scusa decente, o alla quale Alexander avrebbe potuto credere, il suo capo l'avrebbe punito severamente.

«Mi scusi ma la di tutto questo è mia.»

Sia l'uomo che Harry si voltarono verso il ragazzo dagli occhi azzurri, che era rimasto in silenzio fino ad adesso.

"Che vuole fare?" pensò Harry, guardandolo come un cane bastonato in cerca d'aiuto, mentre Alexander lasciava la presa sul collo del ragazzo per concedere tutta la sua attenzione al liscio. "Dio.. Che sta facendo?"

«Come, scusi?» chiese l'uomo, guardandolo dall'alto in basso. «Sta parlando con me?»

Il ragazzo dagli occhi azzurri lanciò uno sguardo al ricciolino per poi tornare a guardare l'uomo. Louis aveva la minima idea di quel che stava facendo? Assolutamente no, ma sapeva che poteva essere d'aiuto per il ricciolino e questo gli bastava. «Pensavo che avesse finito il turno» disse il ragazzo, cercando di trovare una scusa plausibile. «E.. L'ho convinto a passare la notte con me. Quindi, la colpa è mia se il ragazzo sta saltando tutt'ora il turno.»

Alexander rimase qualche secondo in silenzio prima di voltarsi e incontrare lo sguardo spaurito e verde di Harry. «E davvero così, stellina?» chiese e il ricciolino annuì subito, sperando e pregando tutte le divinità che conosceva che Alexander ci credesse. «Allora per stavolta farò finta di nulla.» disse, appoggiando nuovamente la mano sul collo del ragazzo come per imporre il potere su di lui. «Ora, però, stellina.. Dobbiamo andare. Hai già perso troppo tempo qui fuori e non ti pago per farti stare al freddo.» Voltandosi, Alexander fece scendere la mano finché non arrivò al fianco di Harry e tirò il ricciolino a sé mentre lentamente tornava al Bang Bang.

"Lui... Mi ha.. Mi ha davvero giustificato..." pensò sconvolto il ricciolino, lanciando uno sguardo al liscio che era rimasto immobile alla fermata dell'autobus. "Lui.." Harry fece un piccolo sorriso grato al ragazzo e si voltò verso di Alexander, evitando però di guardarlo. Occhi verdi era rimasto stupito da quel piccolo gesto non tanto perché Alexander ci aveva creduto - anche perché spesso tra le spogliarelliste e gli spogliarellisti si creavano questi problemi - ma perché il ragazzo l'aveva giustificato... Ed era qualcosa che nella sua carriera al bang bang non era mai successo, nemmeno con i suoi compagni di "palo". "Almeno Alexander non mi toglierà dei soldi dallo stipendio.." pensò, entrando dentro il locale.

I've Been A Bad Girl, Daddy - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora