18.2

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«Alexander.. Alexander non dirige più questo locale?» chiese confuso il riccio e si strinse nelle spalle quando, appena fatta quella domanda, entrambe le ragazze si guardarono con fare confuso e stupito.

«Non lo sai?»

«Non te l'hanno detto?»

«Come fai a non saperlo?»

«Pensavo che la voce si fosse sparsa in fretta!»

«Ragazze, per favore!» esclamò Harry, non riuscendo più a capire niente di quel che stavano dicendo. Più che altro, non era stata la notizia che un certo Francis fosse diventato il suo nuovo capo a farlo shockare in quel modo; era stata la notizia che Alexander fosse finito in prigione che l'aveva shockato così tanto da non fargli capire quel che le due stavano dicendo. «Volete dirmi cazzo succedendo, per favore? Che cos'è successo a Roxana?»

«Alexander è stato denunciato per violenza sessuale da Roxana.. Non lo sapevi, Harry?» chiese sorpresa Jessie mentre Nicki scuoteva lentamente la testa, altrettanto sorpresa che il ricciolino non lo sapesse. «E, a quanto pare, Roxana ha vinto la causa, sbattendo quel bastardo maniaco in prigione.»

«Però ha perso il lavoro.» sospirò Nicki, prima di incrociare lo sguardo sorpreso di Harry che non riusciva nuovamente a credere alle loro parole. «C'era da immaginarselo..»

«Come c'era da immaginarsi che Alexander perdesse la causa!» ribatté Jessie, riempiendo il volto del riccio di cipria per fissare il fondotinta. «Chi è che non ha subito violenza da parte sua?» chiese retoricamente la mora e gli altri due scossero la testa, rendendosi conto che quel che aveva detto era vero: Alexander aveva avuto il piacere di violare almeno una volta ogni membro dello staff. «Era un fottuto maniaco..»

"Oh cazzo.." Il ricciolino non seppe quanto tempo sprecò in una tranche, pensando e ripensando a quelle parole che stavano infestando la sua mente e che mai si sarebbe aspettato di sentire. "Oh cazzo..!" Si ritrovò a pensare, con un misto di emozioni che scombussolava il suo stomaco, prima di passare una mano tra i lunghi capelli ricci. No, Harry non riusciva a credere ad una notizia simile - non poteva credere ad una notizia simile: non avere più Alexander tra le palle poteva equivalere alla realizzazione di uno dei sogni segreti di Harry! Significava non subire più abusi; significava non dover più sottostare al proprio capo; non aver paura di perdere il lavoro per colpa di un pompino fatto male... significava tutto per il riccio.

«Tesoro, devi entrare in scena. È arrivato il tuo momento.»

Harry sbattè più volte gli occhi, tornando improvvisamente lucido grazie alle parole di Nicki, e guardò la ragazza un secondo prima di annuire velocemente. «Sì, io... Sì, cazzo, sono pronto.» mormorò, ancora abbastanza sconvolto, prima di alzarsi dallo sgabello e lanciare un'occhiata alla sua figura rispecchiata nel grande specchio.

«Ah.. cos'è che dovrei dire al ragazzo che stava con te? Gli mando un altro ragazzo o.. o preferisci parlargli tu?»

«No, non preoccuparti. Digli che può andare a casa e che lo raggiungerò non appena avrò finito. È un mio amico.. un mio amico intimo. Capirà..»

«Uhm... un amico "intimo"?» sorrise Nicki, capendo subito quel che Harry volesse dire con quelle parole, e non riuscì ad impedirsi di fargli il classico occhiolino d'intesa. «Non male come amico intimo, Harry. Come si chiama? Big Willy?»

«Smettila..» ridacchiò leggermente il ricciolino, tirandole uno schiaffetto debole sulla spalla. Poi, Harry si prese un secondo per sistemare ulteriormente il suo look, bevve un sorso d'acqua fresca e si specchiò allo specchio un'ultima volta prima di uscire dal camerino, ma qualcosa lo fermò. «Nicki?»

«Sì?» La ragazza alzò subito lo sguardo truccato dal suo taccuino e alzò un sopracciglio, chiedendosi come mai non fosse già entrato nel privé. "Non è che vuole darmi buca, vero?" Pensò, sapendo che il ragazzo era già in ritardo per il suo show personale. «C'è qualche problema?»

«No, volevo solo sapere.. a quale nome è stato fissato il privé?» Nemmeno Harry sapeva darsi il motivo per il quale avesse fatto una domanda simile; era stato la curiosità a spingerlo - una curiosità che mai in tutti quegli anni di lavoro si era fatta vedere.

«Uhm...» Nicki lanciò un'occhiata al taccuino per leggere il nome della prenotazione. «A Tomlinson. Perché?»

«Oh, no, niente. Grazie mille..» Harry le sorrise grato e fece per uscire nuovamente dal camerino ma si bloccò improvvisamente quando la sua mente assimilò il cognome che la manager aveva fatto uscire dalle sue labbra scure. «Aspetta, hai detto Tomlinson?!»

I've Been A Bad Girl, Daddy - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora