11

6.7K 309 79
                                    

«Dio, Harry...» disse il biondo con una smorfia di dolore, quando vide il suo migliore amico zoppicare per la casa in cerca di un paio di Jeans puliti da mettere. «Sei sicuro di voler incontrare il tuo cavaliere conciato così?»

«Devo, Niall.» rispose dolorante il ricciolino, prendendo gli skinny neri che aveva appoggiato sulla sedia, scuotendoli. «Glielo devo per avermi salvato da Alexander.»

«Sì, okay, ma...» Niall si alzò dal divano e guardò preoccupato le manate viola e rosse che il ricciolino aveva impresse sulle due natiche. «Vuoi andarci davvero con queste?»

«Non deve mica toccarmi o guardarmi il culo.» Harry si morse il labbro inferiore quando provò a mettersi gli skinny, rifiutando categoricamente l'aiuto da parte dell'amico. «Sarà un appuntamento tranquillo, spero.»

Su una cosa Harry era certo: Sarebbe stato sicuramente molto più tranquillo di quello della sera prima, che aveva completamente rotto il suo corpo. Tutto era iniziato per colpa di Marlek, lo scagnozzo del suo protettore, che l'aveva chiamato non appena Harry era tornato a casa dal suo turno al Bang Bang, dicendogli che un cliente aveva appena prenotato il suo corpo per una somma ad dir poco strabiliante e che non poteva assolutamente rifiutare. E così aveva fatto il ricciolino, presentandosi all'orario e nel luogo prefissato, non sapendo che quella sarebbe stata una delle notti peggiori della sua vita: Per più di sei ore, Harry non aveva fatto altro che ricevere punizioni - arrivando anche a pregare l'uomo di sculacciarlo forte perché "era stato cattivo con il suo Daddy" - e fare sesso con l'uomo. Naturalmente, Harry era uscito dalla villa dell'uomo completamente distrutto, ma con 12 mila sterline, e con la coscienza che da lì a poco avrebbe avuto un appuntamento con quello strano cliente del Bang Bang.

«Che ne sapevo io che mi avrebbe ridotto così!» piagnucolò Harry cercando di non far strusciare il tessuto dei suoi jeans contro il suo culo dolorante. Lo stripper aveva provato di tutto per far sparire il dolore: aveva messo creme su creme, aveva preso antidolorifici e si era persino messo degli slip che usava per lavoro, in modo da non creare ancor più abrasione. Eppure niente sembrava funzionare.

«Harry, sei dav-»

«Sta zitto, Niall.» borbottò Harry, osservando la sua elegante figura alla parete a specchio che avevano in salotto. Nel suo stile non c'era niente che non andasse - quegli stivaletti neri, quegli skinny dello stesso colore, la camicia bianca metà sbottonata e quel cappotto nero gli stavano veramente da Dio - tuttavia era il suo aspetto che lasciava a desiderare, poiché sembrava un vecchietto con la sciatica. «Dai, cazzo!» sbottò nervosamente Harry, camminando con il volto riflesso verso lo specchio per vedere in che condizione era ridotto. «Come farò a camminare oggi?!»

«Ma perché non hai fissato ad un cinema?» chiese Niall, tornando a sedere sul grande divano color porpora scuro.

«Che cazzo ne so, Nì!» il ricciolino sbuffò e sistemò la camicia bianca, in modo che coprisse meglio il suo sedere coperto dai jeans. «Pensi che riuscirò a fingere per tutto il pomeriggio?»

«Dipende da quanto camminerete e se-»

«Okay, ho capito. Non importa.» tagliò corto Harry, tirando fuori il cellulare per vedere che ora si era fatta. «Spero solo di n- OH MIO DIO! Devo scappare!» urlò il ragazzo non appena vide l'ora che si era fatta e si mise velocemente il cappotto. «Capelli raccolti o no?»

«Io cr-»

«Grazie, Niall.» Harry non gli diede nemmeno il tempo di finire la frase che si sciolse i lungo capelli ricci, facendoli ricadere sulle spalle e sulla schiena. «Ci vediamo più tardi!» esclamò prima di zoppicare velocemente fuori da casa loro, diretto al Black Clarinet, un piccolo bar che Harry aveva proposto come luogo di ritrovo.

«A dopo.» rispose il biondo mentre Harry sbatté la porta, rimettendosi l'impacco di ghiaccio sul viso. “Sono sicuro che per me non correrebbe mai così” pensò prima di accendere la TV per sintonizzazarsi su un canale di cucina. “Chissà come dev'essere questo tipo.”

Harry arrivò al Black Clarinet venti minuti dopo - quando normalmente ce ne avrebbe messi solo dieci - e trovò il liscio ad aspettarlo ad un tavolo fuori dal bar con due cappuccini in mano.

«Ti ho preso questo. Spero che ti piaccia.» aveva detto Louis, facendo un piccolo sorrisino, e Harry aveva sorriso a sua volta, ringraziandolo.

I due avevano passato il pomeriggio così, tra un sorriso, una risata e delle piccole chiacchiere mentre - per grande sfortuna di Harry - passeggiavano per il centro città. Louis e Harry si erano presentati meglio l'un l'altro per far cadere ogni imbarazzo e in nemmeno due ore avevano scoperto di avere così tante cose in comune da sembrare fatti uno per l'altro. Per Harry, tutto quello era veramente nuovo: non aveva mai accettato un appuntamento di un suo cliente e mai nella vita avrebbe pensato di passare un momento così bello e leggero accanto a Louis. Non sentiva l'imbarazzo che nascondeva sempre con gli altri clienti; non si sentiva costretto a ridere o a comportarsi come voleva il liscio; era semplicemente sé stesso e non poteva essere più felice di così.
Per Louis invece era stata un po' più dura: inizialmente aveva pensato che non sarebbe mai riuscito a reggere lo sguardo di Harry senza pensare per un secondo a quando l'aveva scopato in macchina e a quanto il ricciolino l'aveva chiamato più volte Daddy; poi sveva pensato che gli aveva dato buca solo per fargli fare la figura dello scemo; tuttavia, quando Harry si era presentato al bar con quel sorriso munito di fossette Louis non aveva potuto far altro che sciogliersi e buttarsi tutto alle spalle. Si era dimenticato del fatto che fosse un suo cliente e aveva passato il pomeriggio al suo fianco, sentendo il cuore in gola ogni minuto fino alla fine del loro appuntamento.

«Grazie mille per il pomeriggio passato insieme.» disse Harry con le guanciotte rosse per via del freddo, una volta che furono tornati al Black Clarinet. Né lui né Louis volevano dirsi addio ma ormai il solo se n'era andato e Londra si stava oscurando e riempiendo di aria gelida. «Non avrei mai pensato che mi sarei divertito così tanto con te.»

«Nemmeno io..» rispose il liscio con un sorriso sul volto, non riuscendo a distogliere lo sguardo dagli occhi verdi smeraldo dello stripper. “Ti prego, Harry non dirlo..” «È stato molto rilassante.» disse ma dentro di sé si stava già rattristando al pensiero di doverlo lasciare andare via.

«Già..» Harry annuì e si guardò per un secondo intorno, indeciso se parlare o no. Conoscendolo meglio, Louis gli era sembrata una persona tanto dolce quanto simpatica ed eccentrica; esattamente l'opposto dei clienti che usavano il suo corpo per svuotare i loro bisogni ormonali. Non era stato né troppo invasivo né troppo sulle sue; era stato semplicemente sé stesso e a Harry era piaciuto molto. «Puoi prestarmi un secondo il tuo cellulare?» chiese improvvisamente il ricciolino, tornando a guardare Louis negli occhi. “Spero solo di fare la cosa giusta”.

«Uh?» Louis guardò il ricciolino confuso e annuì più volte, tirando fuori il cellulare dalla tasca per porgerlo al ragazzo. “Forse avrà lasciato il suo a casa.” pensò lasciando che il ricciolino lo prendesse tra le sue mani lunghe e delicate. «Sì, certo. È già sbloccato.»

Harry mormorò un piccolo grazie prima di accedere ai contatti e salvare il suo numero con il nome "Harry 🐸". «Chiamami quando vuoi.» disse con un piccolo sorriso malizioso,  ridando il cellulare al liscio. «Ci vediamo, Louis.»

«A prest-» disse Louis ma quella frase lo colpì come un proiettile in pieno petto, facendolo quasi cadere a terra. Gli occhi di Louis si illuminarono e il liscio abbassò lo sguardo sul cellulare, leggendo il nome del nuovo contatto inserito. «Harry, io no-» iniziò, alzando gli occhi sulla figura di Harry ma il ricciolino se n'era già andato, lasciandolo solo e con il cuore caldo di gioia.

I've Been A Bad Girl, Daddy - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora