25.

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«Ciao..»

«Ti... ti dispiace?» Louis osservò per un secondo le braccia semi aperte del riccio e si ritirò indietro di qualche passo, come se avesse visto un immagine orrida al posto del suo volto. Oppure, era semplicemente del ribrezzo che si era insinuato dentro di lui mentre cercava con tutto sé stesso di non pensare a Harry tra le braccia di un altro. Era dura non pensarci, e Louis lo sapeva bene. «Preferisco..»

"M-ma..." Il ricciolino sembrò non recepire completamente il messaggio del liscio ma le sue braccia, semi aperte e pronte per abbracciarlo, caddero morte lungo i suoi fianchi. Anche se non aveva capito le parole del liscio, la sua faccia parlava benissimo per lui e questo già bastava ad Harry. «Ehm... S-si.» tagliò corto lo stripper, infilando velocemente le mani dentro le tasche dell'impermeabile nero che stava indossando. «Sì, scusami Louis.» quel nome.. era da così tanto che non se lo sentiva uscire dalle labbra che quasi gli fece uno strano effetto quando lo pronunciò.

«Non preoccuparti.» commentò il liscio, cercando con tutto sé stesso di tenere un tono di voce duro e i suoi occhi azzurri evitarono completamente di incontrare quegli verdi e bellissimi-
Gli occhi verdi e rossi del ragazzo. Rossi e gonfi, sarebbe stato meglio definirli. Harry aveva pianto - e tanto - e quegli occhi sfigurati dalle lacrime stavano distruggendo letteralmente il cuore di Louis che lottava fortemente contro sé stesso pur di non abbracciarlo e stringerlo a sé. "Devi essere forte" «Cazzo...» "sii forte, Louis." «Non pensavo che facesse così freddo.» mormorò, cercando di smorzare la tensione creatosi.

«Già.» fu la tacita risposta del riccio prima che prendessero a camminare lungo il marciapiede che affiancava il Tamigi e il suo colore scuro. "Devi essere forte, Harry." Si disse mentre nascondeva la parte inferiore della faccia nella sciarpa che portava al collo. "Non piangere davanti a lui, per favore! Sei ridicolo.." eppure di voglia di piangere Harry ne aveva molta.

«Sei.. sicuro di stare bene?» chiese poi Louis, non riuscendo a reggere così tanta tensione e dolore da parte del ricciolino. La sentiva spessa e forte, così presente che la tristezza sembrava quasi soffocarlo.

Harry quasi rise istericamente a quella domanda ma si prese un secondo di concentrazione prima di vomitare un semplice «Sì.» dalle sue labbra rosse e gonfie per colpa dei morsi che aveva dato.

«Non-»

«Cos'ha scelto?» le parole uscirono dalle labbra di Styles ancor prima che quest'ultimo potesse accorgersene e quasi spalancò gli occhi quando lo fece. "Sono un cretino...!" si disse mentre malediceva la sua parte incosciente che, improvvisamente, aveva deciso di prendere il sopravvento. Eppure, era proprio quello che Harry aveva bisogno di sapere ma che, allo stesso tempo, non voleva sapere; voleva togliersi il dente ma aveva paura; voleva che Louis gli rispondesse ma temeva con tutto sé stesso una risposta negativa da parte sua.

"Se solo potessi spiegargli meglio.." si disse, ripensando a quale male si potesse essere espresso male la volta prima. Ce n'era voluto di tempo - anche poco a dirla tutta - ma finalmente Harry aveva capito i colossali errori che aveva fatto perché
Alla fin fine
Di Tyler non gli importava niente in confronto a quel che provava per Louis. Tyler l'aveva lasciato, umiliato e deriso, davanti a tutta l'università per giura, ma al ricciolino non sembrava essere importato così tanto come gli stava importando in quel momento: adesso, mentre stava aspettando il suo giudizio, la vera paura si stava facendo sentire e anche violentemente. Se avesse detto "mi dispiace, Harry, ma... no" cosa avrebbe fatto? Cosa avrebbe detto?
Harry non voleva nemmeno pensarci, eppure... «Ho bisogno di saperlo, Louis.»

"Non avrei mai voluto arrivare a questo punto." «Beh', Harry..» soffiò il liscio, fermandosi improvvisamente per poter puntare lo sguardo sull'acqua torbida e scura del fiume. "Fissa qualcosa di immobile e fa qualche respiro. Vedrai che ti calmerai subito" si disse, ripetendosi mentalmente i trucchetti che Zayn gli aveva insegnato e che, fino a qualche giorno prima, erano sembrati funzionare... ma che sembravano aver perso il loro potere. Già, perché Louis stava avvertendo la solita e non amichevole paura e ansia che gli stavano attorcigliando lo stomaco. «C-ci ho p-pensato molto..» "Non ce la farò mai.." pensò terrorizzato, sentendo la gola chiudersi piano piano. "Non posso farcela."

Cosa c'era di tanto difficile per il liscio nel pronunciare una frase semplice come "Non mi importa un cazzo di quel che è successo, Harry. Io ti amo e sarò disposto a perdonarti altre cento e mille volte!"? Beh, per il ragazzo dagli occhi azzurri era più difficile di quanto chiunque altro potesse pensare. Perché? Innanzi tutto, Louis aveva sempre avuto problemi con la timidezza e il nervosismo - che gli davano filo da torcere quasi tutti i giorni e che, in quel periodo, si erano accentuate sempre di più - e poi perché il terrore continuo che il ricciolino potesse spezzargli il cuore nuovamente lo infestava ogni giorno. Cosa avrebbe fatto se Harry l'avesse tradito di nuovo? Come si sarebbe comportato? Nemmeno Louis lo sapeva. L'avrebbe perdonato, ma solo perché lo amava troppo per poterlo lasciare. O meglio.. Se Harry prendesse a tradirlo ripetutamente e decidesse di lasciarlo per un altro?
Forse era questa la domanda che continuava ad assillare Louis giorno e notte e alla quale, purtroppo, non riusciva a darsi una risposta. «e.. e più ci penso e meno capisco perché tu mi abbia.. p-perché tu mi abbia tradito. Insomma.. p-pensavo che la nostra relazione forse qualcosa di serio, q-qualcosa a cui tenessi. Pensavo che... pensavo che ci fossi dentro quanto c'ero io, Harry...»

«C'ero dentro, Lou! Cazzo, se c'ero!» ribatté veritiero Harry, sentendosi preso in causa senza un motivo valido. Per lui, alla fin fine, c'era dentro a quella relazione - c'era davvero, con ogni sua fibra. Il problema, di fatto, era un altro.. «Forse ero io... forse era il periodo... ma Louis, io ti percepivo lontano anche quando eravamo vicini. Ti sentivo distante, come se ci fosse qualcosa a dividerci-»

«Ed era un motivo valido per tradirmi?» chiese il ragazzo dai capelli lisci, con più acidità nella voce di quanto volesse realmente. «Vuoi dirmi che è colpa mia, Harry?»
"Certo che è colpa tua, Louis! Tu e la tua fottuta timidezza!" si disse mentre le lacrime amare aumentavano sempre di più sul volto dello stripper. Louis aveva sempre saputo che la sua timidezza e il distaccamento erano sempre stati problemi gravi e traballanti ma era disposto a cambiare per Harry; era disposto a cambiare da testa a piedi per lui.

«N-no, ma i-io... volevo s-solo averti vicino, Louis. Volevo sentirti presente!»

«E hai pensato che tradendomi ci saresti riuscito meglio?» sbottò il liscio, avvertendo una fitta di dolore al cuore quando pronunciò quelle parole, sotto sotto, facevano più male a lui che al riccio. «Non è stata una buona idea.» commentò prima di scuotere lentamente la testa, evitando così di guardarlo. «Sai.. sapevo che provarci con te era azzardoso, Harry. Gli stereotipi sul tuo lavoro sono tanti e cattivi ma continuavo a ripetermi-»

«Mi stai paragonando ad una puttana?» soffiò lo stripper, spalancando leggermente la bocca e le labbra dalla sorpresa di quella frase che Louis aveva appena detto... o meglio, sorpreso dal tono con cui l'aveva detto: con così tanto ribrezzo da farlo vergognare di sé stesso. «Ad una... ad un puttana, Louis?»

«Ho cercato di ignorare il fatto che lo fai per lavoro, ma è difficile.. soprattutto se penso che lo fai mentre hai relazione.»

«Sono clienti..»

«Sono persone che ogni sera ti scopano, Harry!» scattò improvvisamente Louis, incapace di reggere l'evidenza delle parole e dei fatti che non potevano essere più tangibili di così. «E se vuoi che tra noi funzioni-»

«Io ci guadagno pros-»

«Se vuoi che tra noi funzioni devi darci un taglio, Harry. Non posso vivere con la persona che amo pensando e.. sapendo che ogni sera si fa scopare da sconosciuti per un po' di soldi.»

«S-se lascerò il giro sarà i-impossibile rimettermi n-nel giro, Louis!» balbettò il riccio, non riuscendo a credere alle sue parole. Gli stava davvero chiedendo di abbandonare la sua fonte di guadagno più redditizia? «C-come farò a pagarmi la retta? E-e le bollette?»

«Se mi ami davvero, Harry... se tieni davvero a me.. fallo.»

// Penultimo capitolo e.. cosa farà Louis?

I've Been A Bad Girl, Daddy - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora