A.

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Lumos

Aguamenti.

«Non posso credere che questa sia per davvero l'ultima volta che saliremo sull'Hogwarts Express.»

La voce di Alice giunge quasi ovattata alle mie orecchie, mentre socchiudo gli occhi e cerco di imprimermi nella mente quanti più particolari possibili. Sono proprio questi gli istanti in cui rimpiango di avere solo due pupille che mi permettono di abbracciare tutto ciò che ho davanti, perché due occhi soltanto non sono sfortunatamente sufficienti a incollare nella mia memoria ogni singolo dettaglio che mi circonda.

«Se proprio dobbiamo dirla tutta, questa è solo la penultima volta.» la corregge puntigliosamente Marlene, con il suo classico ghigno furbesco stampato sulle labbra. «A meno che tu non voglia restare a Hogwarts a vita. Sai, fino a prova contraria c'è un viaggio di ritorno che ci aspetta tra qualche mese.»

«Perché devi sempre rovinare ogni mia frase con le tue inutili precisazioni?» domanda spazientita Alice, scuotendo la testa e facendo assumere al suo tono una lieve sfumatura lamentosa che mi fa sorridere. «È un momento toccante, Lene. E tu come al solito lo rovini con il tuo essere insensibile e senza cuore.»

«Piano con le parole, ho fatto solo una semplicissima constatazione.»

«Una semplicissima constatazione che ha smorzato l'atmosfera.» ribatte ancora, mettendo su un piccolo broncio offeso.

«Constatazione semplicissima o meno, a me sembri comunque piuttosto nervosa.» interrompo il loro battibecco, trascinando il mio baule lungo la banchina ferroviaria e voltandomi appena per guardarla al di sopra della mia spalla. «Si direbbe quasi tu sia impaziente di vedere qualcuno, sai?»

Alice smette improvvisamente di allungare il collo per scorgere qualcosa oltre il marasma di gente che ci circonda, scoccandomi quello che dovrebbe essere uno sguardo di fuoco ma finendo inevitabilmente per sorridere. La sua storica relazione con Frank Longbottom è iniziata alla fine del quarto anno, eppure un'intera estate senza vedersi ha dato ancora una volta i suoi soliti frutti: Alice sta letteralmente morendo dalla voglia di vederlo e la sua irrequietezza, intercettabile nel modo spasmodico in cui si aggiusta i capelli e nella voce più acuta di un'ottava, è praticamente palpabile.

Rido e scuoto la testa, senza avere il bisogno di aspettare una risposta da parte sua e continuando imperterrita a camminare per avvicinarmi alla locomotiva rosso scarlatto.

E così Alice ha irrimediabilmente ragione: sono arrivata sana e salva fino al mio ultimo anno a Hogwarts. Un po' ammaccata, certo, ma indubbiamente sana e salva.

Fino a ieri sera, l'adrenalina e l'impazienza che precedono ogni primo giorno di scuola che si rispetti mi avevano quasi fatto dimenticare questo piccolo particolare, ma la frase della mia migliore amica sembra aver risvegliato in me un'amara certezza: il settimo è l'anno delle ultime cose. È l'anno della verità, dell'ingresso ufficiale nel Mondo Magico, è l'anno della resa dei conti e dell'abbandono di un universo fatto di sogni e speranze ai quali, soprattutto in questo periodo, non ci è più nemmeno concesso aggrapparci.

È l'anno del tutto o niente.

Ogni cosa, ora e qui, ha l'amaro sapore della nostalgia. Ho sempre visto la stazione di King's Cross come un posto felice in cui si respira aria satura di trepidazione e di attesa. Il viavai di maghi e streghe affrettati - armati di bauli, gabbie e ultime indispensabili raccomandazioni - mi ha sempre fatto sorridere, così come l'idea di essere in procinto di raggiungere l'unico, vero luogo a cui io abbia mai davvero sentito di appartenere.

Eppure oggi, ancora una volta, è diverso.

«Finalmente, eccolo là!» urla Alice, sbracciandosi per farsi notare e tirando di conseguenza un'esemplare manata a una Corvonero frettolosa. «Frank, siamo qui!»

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