[La storia di Moony]
Remus Lupin non è affatto un ragazzo pieno di sicurezze e convinzioni circa se stesso, ma di una cosa è più che certo: da quando ha messo piede per la prima volta ad Hogwarts, ha sempre provato un inusuale piacere nel sedersi sulla riva del Lago Nero e stare semplicemente in silenzio, a contemplare l'acqua placida e scura che a volte ribolle e gorgoglia a causa dei movimenti della Piovra Gigante.
Questo pomeriggio di inizio novembre, in cui le lezioni sono terminate e fa troppo freddo per uscire e sbollire lo stress da scuola con una camminata, Remus ancora una volta ha deciso di andare controvento e di ripiegare sull'unica soluzione capace di farlo sentire meglio: una tranquilla passeggiata nel suo posto preferito.
Cammina senza mai voltarsi indietro, il passo rapido di chi non ha paura di essere seguito da qualcuno, quanto piuttosto di chi teme di essere stato preceduto da uno studente indesiderato che potrebbe avergli rubato la postazione preferita per eccellenza.
Il mantello stretto sulle spalle, metà volto nascosto dalla sciarpa e gli occhi ambrati che scrutano attenti quello che li circonda: Remus si addentra così nel cortile e si spinge sempre più lontano, quasi al confine con la Foresta Proibita, fino ad essere circondato unicamente da alberi altissimi e facendo diventare il Castello una semplice sagoma distante e imponente alle sue spalle. Appurato che intorno a lui non ci sia nessuno, si siede su uno spiazzo di terra e comincia a osservare l'orizzonte.
La verità, comunque, è che non c'è nulla di particolare da vedere: una lieve foschia circonda il lago e rende l'altra sponda pressoché buia e invisibile, il cielo è di quel grigio piombo talmente fastidioso da obbligare a socchiudere gli occhi, mentre l'acqua sembra oscillare pigramente sotto la spinta del vento.
Tuttavia, Remus conserva ancora quello sguardo attento di chi si lascia stupire da ciò che osserva, esattamente come se lo stesse vedendo per la prima volta. I suoi occhi luminosi sono fissi davanti a sé quasi stesse scandagliando il paesaggio, analizzandone colori e sfumature, sezionando fili d'erba e senza mai lasciarsi distrarre da questa lenta e minuziosa procedura.
Poi, un lampo.
Perché lui sa di avere questa tendenza a cercare spesso di scappare dai suoi pensieri, ma è altrettanto consapevole del fatto che nessuno riesca mai a farlo a tutti gli effetti. Nemmeno Remus Lupin, che per quanto sia un ragazzo assennato e certamente più brillante della media, è comunque piuttosto incline a lasciarsi travolgere e sopraffare da ciò che alberga nella sua stessa mente.
È così che, all'improvviso, nella sua testa rimbomba come un'eco la frase pronunciata da James quella stessa mattina mentre stavano uscendo dall'aula di Storia della Magia. Una frase decisamente sintetica, detta senza guardarlo negli occhi e senza aggiungere qualcosa di più, qualcosa per indorare la pillola, qualcosa che gli lasciasse quantomeno il beneficio del dubbio.
Lily lo sa.
E non ci sono dubbi, non ci sono fraintendimenti, perché quello a cui James si riferiva non poteva essere altro se non il suo segreto più profondo.
Lily lo sa e Remus vorrebbe piangere, urlare o fare qualunque cosa che possa dare libero sfogo all'ammasso di sentimenti che gli si agita nel petto. Perché sì, lei è una delle sue più care amiche e lui non potrebbe mai sopportare l'idea di perderla per colpa sua, di vederla mentre gli lancia occhiate ostili e compassionevoli. Non potrebbe sopportare il fatto che lei si allontani tanto repentinamente quanto in maniera definitiva, solo per il suo essere un lupo mannaro.
Sospira e si prende la testa tra le mani. Remus sapeva che prima o poi sarebbe arrivato a questo punto, lo aveva sempre saputo, perché durante quelle infinite notti trascorse sveglio e con gli occhi fissi sul soffitto aveva già ponderato le mille difficoltà che la sua licantropia avrebbe comportato. Aveva accettato la proposta di Silente di frequentare Hogwarts quasi egoisticamente, considerando soltanto la voglia che lui stesso aveva di essere visto come un ragazzo normale e senza pensare minimamente a tutti i rischi che gli altri studenti avrebbero potuto correre.

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From A to Z
Fanfiction«Se osi anche solo fare l'idiota, mettermi in imbarazzo o spaventare gli studenti, hai finito di vivere.» sibila affiancandomi, mentre i primini finiscono di raccogliersi all'inizio delle scale. «Cerca di essere meno James Potter, per una buona volt...