R.

4.9K 224 441
                                    

Rabbia e confessioni.

Quando mi sveglio il mattino dopo rimango a fissare il soffitto per qualche minuto, la mente svuotata da ogni preoccupazione e attraversata solo da un'unica, mera consapevolezza: la certezza più assoluta che questa sarà una brutta giornata. Mi fido sempre del mio sesto senso e il malumore che ho cominciato a provare nell'esatto istante in cui ho aperto gli occhi sarà la prova definitiva del fatto che James Potter non sbaglia mai.

Mi passo una mano tra i capelli e con l'altra afferro gli occhiali che sono posati sul comodino, decidendo di alzarmi per arrivare, forse per la prima volta in tutto l'anno scolastico, in orario per una noiosissima ora di Storia della Magia. Sbadiglio distrattamente mentre infilo i pantaloni della divisa, ma è proprio quando sto per abbottonare la camicia che mi accorgo che c'è qualcosa che non va. Nello specifico, parti intere del mio guardaroba che sembrano essere sparite nel nulla.

Dopo qualche minuto di ricerca che non ha portato a nessun risultato concreto, esco dalla mia stanza e non riesco nemmeno a trattenere un sussulto nel constatare che Lily è già qui. È chinata su una poltrona e mi sta dando le spalle, mentre i capelli rosso fuoco le ricadono disordinatamente sulla schiena. Sta trafficando con qualcosa che non riesco a vedere, lanciando evidentemente qualche vestito a terra e borbottando qualcosa di incomprensibile.

È automatico sorridere anche se lei ancora non può vedermi, come se le mie labbra fossero un muscolo involontario che si muove non appena Lily Evans è nei paraggi, ma poi all'improvviso mi ricordo che la serata di ieri non si è conclusa nel migliore dei modi e che, di conseguenza, non posso aspettarmi di vederla fare finta di niente o ricambiare il mio sorriso come se nulla fosse successo.

«Hai perso qualcosa?» domando all'improvviso per palesarmi, sfoggiando la mia solita disinvoltura mentre lei si volta di scatto e, altrettanto rapidamente, comincia a guardarmi con un sopracciglio inarcato.

«Tante cose, in effetti. A cominciare dalla mia voglia di parlarti.»

Va bene, qualcuno qua vuole evidentemente partire con il piede di guerra.

Lily torna a darmi le spalle come se la mia presenza fosse un puro incidente di percorso, ma io non posso fare a meno di continuare a ghignare nell'osservare il modo in cui si muove rabbiosamente e sta chiaramente facendo di tutto per ignorarmi. Come se non bastasse ha appena tirato per terra tre delle mie magliette in un colpo solo, dunque sono proprio sul punto di aprire bocca per dirle che, se davvero ha bisogno di sfogarsi, che lo faccia perlomeno usando i suoi vestiti, finché il mio sguardo non ricade improvvisamente sul suo collo.

«Quella è la mia cravatta.» dichiaro con la fronte aggrottata, mentre lei si blocca e torna a fissarmi.

«Veramente questa è la mia cravatta.»

«No, ti assicuro che è la mia. Guarda qua.» dico con convinzione, avvicinandomi e girando la cravatta per mostrarle la prova definitiva. Nel farlo, tuttavia, le sfioro inevitabilmente il collo e la vedo sussultare e arrossire visibilmente. Uno a zero per James, dunque. «Vedi? C'è una macchia scura. Questa cravatta me l'ha bruciata Sirius lo scorso anno.»

«Non voglio sapere perché Sirius volesse dare fuoco al suo migliore amico, ma per me è okay.» risponde con evidente ironia, mentre se la sfila velocemente per porgermela e io alzo gli occhi al cielo. «E la mia allora dov'è?»

«Nella mia stanza, probabilmente.» rispondo, reprimendo un sorriso divertito e scrollando le spalle.

«È impossibile, non tolgo mai la mia cravatta nella tua...»

«Di solito sono io che la tolgo a te, infatti.»

Sono altamente consapevole del fatto che con la mia impertinenza sto rischiando grosso, ma dopo quello che è successo ieri sera - la prima effettiva litigata seria degli ultimi tempi - ho capito di avere seriamente bisogno di farla finita perché Lily mi manca già da morire.

From A to ZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora