M.

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Magari solo per questa notte.

«È successo qualcosa.»

È quasi poetico trascinarsi come un cadavere ambulante verso il tavolo della mia Casa, per poi non essere salutata da Alice neanche con un misero "ciao" ma essere invece accolta con una così mera constatazione. Perché sì, la mia amica ha assolutamente ragione: certo che è successo qualcosa.

Il Sole è sorto anche oggi, la pioggia fine che batte sulle finestre resta ancora fedele agli stereotipi del clima inglese, anche questa mattina abbiamo Pozioni alla prima ora e nel pomeriggio al test di Erbologia sarà impossibile scampare. Quindi sì, direi che sono successe diverse cose e tutte più o meno prevedibili e scontate. Resta da vedere se lei si riferiva ad almeno una di queste.

«Buongiorno anche a te, Alice.» la saluto infatti, prendendo posto accanto a lei e facendo il possibile per non incrociare il suo sguardo.

«Al diavolo il buongiorno.» continua imperterrita con aria pensosa, mentre percepisco il costante peso dei suoi occhi su di me. «Ribadisco, qui è successo qualcosa.»

«Cosa vuoi che sia successo?» domando con un'ostentata disinvoltura che non mi appartiene, per poi prendermi mentalmente a schiaffi.

Perché non è che sia successo qualcosa. È successa La Cosa, vale a dire il mondo che mi crolla inesorabilmente addosso e ogni mia certezza che si sgretola come se fosse fatta di neve.

«Non lo so, ma è una legge universale quella secondo cui ogni volta che io e Frank saltiamo una festa succede qualcosa di epico o potenzialmente mortale. Ti ricordi l'anno scorso, quando i due Tassorosso del settimo si sono sfidati a chi riuscisse a bere più Firewhisky in un minuto, uno di loro è collassato sul pavimento e non riuscivamo più a svegl-»

«Buongiorno raggi di sole!» trilla Marlene con entusiasmo, interrompendo Alice mentre insieme a Mary prende posto di fronte a noi. «Stavamo giusto facendo il punto della situazione e ci siamo ricordate di non avere ancora detto ad Alice quanto era orribile il vestito che Angie Nott aveva ieri sera.»

«Fatemi indovinare...gonna a pois?»

«Bianchi e rossi.» specifica Mary con una smorfia. «Quella ragazza è così anni Sessanta.»

In una situazione normale probabilmente sarei intervenuta nel discorso in difesa di Angie, perché a mio parere quel vestito le stava davvero benissimo, se non fosse che il mio istinto ha scelto come Obiettivo Numero Uno della giornata quello di imparare a mimetizzarmi, per attirare meno attenzione possibile su di me e diventare sufficientemente invisibile da far sparire questo mio terribile senso di disagio.

«Dopo mi racconterete tutti i dettagli, adesso sto cercando di riflettere.» confessa Alice, dando un morso alla sua ciambella e cominciando a parlare a bocca piena. «A voi Lily non sembra strana?»

«Certo, dopo la festa di ieri è logico che lo sia.» replica Mary con un sorriso consapevole.

Aggrotto la fronte alla sua frase, staccando lentamente le labbra dalla mia tazza di caffè e arrischiandomi a guardarla.

«Cosa vorresti dire?»

«Ieri è andato tutto bene con James, no?»

La prima domanda che sorge spontanea nella mente di Lily non appena le sue labbra toccano quelle di James è una sola.

Perché diamine ha aspettato tutti questi anni prima di baciarlo?

È consapevole di essere stata la prima a muoversi tra i due, è consapevole di aver preso James completamente alla sprovvista - andiamo, lei stessa si è presa alla sprovvista da sola - perché c'è ancora quella parte più o meno razionale del suo cervello che sta continuando a ripeterle incessantemente l'hai fatto l'hai fatto l'hai fatto.

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